Cosa vedere a Santarcangelo di Romagna, città che incanta

Conoscevo di nome, di fama anzi, Santarcangelo di Romagna.
Sapevo che era bella, uno di quei pittoreschi borghi che tutto il mondo ci invidia. Ma se qualcuno mi avesse questo qualche dettaglio in più, su cosa basavo questa convinzione, non avrei saputo dire granché.
Ho avuto la fortuna di visitarlo durante il blogtour #atsansalvatorhotel organizzato dall’Hotel San Salvador di Igea Marina e ho capito che quanto mi immaginavo era assai meno della realtà.
Santarcangelo di Romagna è molto più bella e ricca di quanto mi aspettassi.
Chi lo sapeva, ad esempio, che un lato del Monte Giove, il colle su cui sorge la parte medievale, è scavato da un dedalo di grotte, cioè cunicoli che come ragnatele si estendono sotto il colle e che sono ancora oggi utilizzate come cantine, depositi o negozi? E chi le ha scavate? Mistero, non ci sono documenti ma solo ipotesi, che le vogliono di volta in volta parte di un antico culto di Mitra (secondo secolo dopo Cristo), cenobi per monaci ai tempi bizantini (sesto secolo dopo Cristo), oppure semplici depositi di derrate d’epoca tardo medievale. In quei passaggi in penombra nel cuore del colle, anticamente dedicato a Giove, sembrava di essere nel film “Indiana Jones e l’ultima Crociata”.

Pronti a perdervi nelle grotte del Monte Giove?
Pronti a perdervi nelle grotte del Monte Giove?

Di questa area sacra a Giove è rimasto, vivo e scintillante, qualcosa che tutti noi abbiamo apprezzato almeno una volta (o almeno, lo spero per voi): il Sangiovese! Infatti questo vitigno, che poi è alla base di quel vino rosso scuro che ho abbondantemente e con gran piacere bevuto con piade e crescioni, deriverebbe il nome da “sangue di Giove”, proprio in riferimento al Monte Giove.
Se il Monte Giove nasconde al suo interno tante sorprese, Santarcangelo lungo le sue strade ne regala altrettante. E non potrebbe essere altrimenti da un comune di ventimila abitanti che vanta oltre cento associazioni che, in sinergia con la pro loco, organizzano una ridda di eventi, sagre, mostre rendendo sempre vivo e vitale il borgo.

Si capisce che invidiavo il loro pollice verde :) ?
Si capisce che invidiavo il loro pollice verde 🙂 ?

Tra i suoi vicoli profumati (avranno tutti il pollice verde a Santarcangelo? Ho visto piante, vasi e fiori in ogni angolo!) si affacciano il Museo Etnografico, il Museo Storico Archeologico, il Museo del Bottone ed il Museo di Tonino Guerra: un’offerta incredibile per una cittadina tutto sommato piccola, che è riuscita a mantenere vivo quel clima cordiale e solidale del paese, dove tutti si salutano.

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Bottoni, bottoni ovunque 🙂

Al Museo del Bottone il signor Giorgio, suo fondatore e che, nonostante l’età, ha un blog e nel 2012 ha organizzato un raduno di trenta diversi blogger, ci ha raccontato con spigliatezza e passione cosa lo ha mosso e quanto un oggetto apparentemente umile e dimesso come il bottone sia intimamente legato al mutamento dei costumi.

Un luogo ricco di poesia e semplicità il Museo dedicato a Tonino Guerra
Un luogo ricco di poesia e semplicità il Museo dedicato a Tonino Guerra

Di Tonino Guerra, il suo più illustre e recente concittadino, la cui presenza viva e quotidiana si percepisce dall’affetto con cui ne parlano i santarcangiolesi, sono esposte le opere pittoriche ed artistiche nell'omonimo museo. La sua produzione figurativa che spazia dalle ceramiche alle installazioni, passando per le fontane (alcune delle quali proprio a Santarcangelo) è coloratissima e profondamente poetica, sospesa in una delicatezza sognante.

Che bella, Sant'Arcangelo!
Che bella, Sant'Arcangelo!

Ho camminato in una città che ha ancora il cuore di paese, dove le antiche tradizioni si portano avanti (nella Stamperia Marchi si stende la tela ancora con un mangano del XVII secolo), che ama il buon cibo ed il buon vino, che offre sempre qualcosa da fare e dove il senso civico si vede fin dalle piccole cose.
Che tesoro raro e prezioso è Santarcangelo di Romagna!

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