Ittireddu: il paese col vulcano

Ittireddu è un piccolissimo paese, in provincia di Sassari, nell’antica regione sarda del Logudoro. Ha circa 600 abitanti, una storia millenaria, e quando si passeggia per le sue vie, soprattutto in determinate ore della giornata, sembra un borgo fatato, immerso in un profondo silenzio, ma che lascia immaginare la presenza di vita, sebbene, oramai, sempre più anziana.

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Le case del centro storico sono raccolte e antiche, costruite per lo più con pietra lavica che le rende caratteristiche anche nel colore. Alcune, abbandonate da anni, emanano un fascino particolare per la maestria con cui il tempo ne ha modificato i connotati.

Ho visitato Ittireddu varie volte: l’ultima, la scorsa settimana. Sono arrivata nel tardo pomeriggio, quando il sole, caldo, s’incamminava a ovest e illuminava generosamente la collina di terra rossiccia che sovrasta ripida il centro abitato e che tra piccole rocce, ma diffuse capillarmente, e piante di fichi d’india rapisce lo sguardo e lo obbliga più volte a soffermarsi per godere di una bellezza così spontanea e armoniosa.

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Il centro storico è carinissimo, ricco di angoli suggestivi: spesso capita che, davanti agli usci, vi siano sfilze di piante e io immagino la dedizione delle padrone di casa nella cura di questi piccoli giardini e l’innata necessità di vivere immersi nella natura, anche se essa è davvero poco distante. Vi è la chiesa di Santa Croce, bellissima, di origine bizantina che non sono mai riuscita a visitare all’interno.

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Le campagne circostanti son ricche di nuraghi, domus de janas, un ponte romano a due arcate e varie altre attestazioni che dimostrano che Ittireddu ha visto succedersi, nel corso dei secoli, differenti civiltà.

Ittireddu è un paese unico: infatti, appena fuori dal centro, vi è un vulcano, un vulcano vero e proprio, così vicino che è possibile raggiungerlo tranquillamente a piedi. Il vulcano spento del Monte Lisiri ha, come è facile immaginare, origine antichissima e, assicuro, è di una bellezza che lascia senza parole. Non è particolarmente grande e non mi è stato possibile accedervi, né circumnavigarlo, ma ne ho potuto ammirare i colori intensi che in esso si concentrano. Un nero deciso, che in Sardegna non t’aspetti, la fa da padrone, ma subito s’impongono dei rossi scuri, prossimi al marron, addolciti dalla luce ancora abbagliante del sole. Poi, la vegetazione di un giallo spento, rada, ma presente pressoché ovunque, dona una sensazione di soavità e delicatezza. Inserite questi colori e alternateli in due pareti alte e scoscese che scendono in un abbraccio e circondano il cuore del vulcano…

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Lì si rimane senza parole e, soprattutto, mi conduce a riflettere sulla stretta relazione che questo luogo, così magnifico e raro, abbia con coloro che vi son nati a pochi metri e ci continuano a vivere. Forse è una relazione silenziosa, poco ostentata, poco nota, ma che lo scorso mese ha visto imprimersi nella parete di un edificio, grazie all’opera Muralismo/Ruralismo di un noto street artist, Tellas, così come mi spiega una signora gentile che incontro per strada.

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Ittireddu, mi racconta, è un paese vivo dove si organizzano delle belle feste e gli abitanti sono uniti. Per i primi di dicembre è prevista la manifestazione Vin’intermontes, in occasione della quale si aprono le casette del centro storico per sorseggiare vino locale, mangiar castagne e festeggiare insieme l’arrivo dell’inverno.

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Anche per Natale e Pasqua il paese ha iniziato a organizzare varie manifestazioni, tra cui una Via Crucis vivente che, a quanto dice la signora, diventa ogni anno più suggestiva.

Ittireddu parla con voce di donna e si racconta come non è semplice immaginarla se non la si conosce in festa, ma stupisce col suo vulcano silenzioso, casette da fiaba, testimonianze nuragiche, romane e chissà quante altre sorprese per coloro che hanno la curiosità di andar oltre la più rapida e avara apparenza.

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