Bangkok e il treno di mezzanotte

Oggi lascio che a parlare della "mia" Bangkok sia una carissima amica, viaggiatrice vecchio stampo, di quelle che non si accontentano di mettere una bandierina sul mappamondo e via: a Bangkok ce ne ha già messe 5 e a Bali ha affittato una casa perché quell'isola occupa un posto speciale nel suo cuore. Il suo blog di viaggi in realtà raccoglie diari di tanti viaggiatori e il nome dice tutto: Ci Piace Viaggiare! Alessandra nasconde la sua fragilità di spirito libero definendosi "cronista di viaggi" - e i suo i racconti danno informazioni dettagliate e precise - evitando di parlare di quello che prova. Oggi ha accolto la mia richiesta di mettere nero su bianco le emozioni... e sono felice che lo abbia fatto parlando proprio di Bangkok e che le abbia volute condividere con noi!

Alessandra immortalata in cima al Lebua State Tower di Bangkok
Alessandra immortalata in cima al Lebua State Tower di Bangkok

Sono stata a Bangkok 5 volte e non ne avevo mai scritto, finora, tranne qualche accenno nei vari diari di viaggio.

Ora ho deciso di aggiungere il mio contributo ai milioni di altri articoli che parlano della Città degli Angeli.

La prima volta fu nel 1997: primo viaggio fuori dall’Europa, prima volta in Asia. Non mi piacque molto, non so se per stanchezza, per poca convinzione, ma in quell'occasione non riuscii ad assorbirla. Io sono così, vado a colpi di fulmine.

E invece Bangkok è arrivata piano piano, ci ho messo molto a capire che mi piaceva.

Palazzo in stile coloniale a Chinatown, Bangkok
Palazzo in stile coloniale a Chinatown, Bangkok

Di quella prima volta non ho molti ricordi nitidi, ci passai un paio di giorni all’arrivo, ancora sotto l’effetto del jet lag, ricordo chilometri di strada a piedi, sopraelevate ovunque e tanta stanchezza. Le visite classiche: palazzo reale, templi… all’epoca non mi avvicinai nemmeno al cibo di strada. Non mi fidavo.

Ci passai altri due giorni, al ritorno da un giro del nord della Thailandia: in quell’occasione visitai Chatuchak (il weekend market) e Chinatown. Io e Marco ("l'altro" di Ci Piace Viaggiare N.d.E.) giravamo a piedi o in tuk tuk, che non era ancora una cosa così per turisti e si poteva prendere. Lo skytrain non era ancora stato costruito.

Ci sono tornata dopo molto tempo, nel 2009, per un giorno solo: una giornata di scalo al rientro da un viaggio in Indonesia. Mi ero appena innamorata di Bali e la mia impressione di quel giorno fu ancora “ma cosa avrà mai questa città che sono tutti fissati con Bangkok?”. Arrivati presto all’aeroporto, ci eravamo fatti portare in taxi direttamente a Khaosan Road, non so bene perché, forse per la curiosità di vedere questo famoso “ghetto turistico”, che si è rivelato essere principalmente un delirio di turisti occidentali alla ricerca di qualsiasi cosa.

Poi, tutto a piedi, soliti giri: Palazzo reale, Wat Pho, massaggio nei dintorni, Siam Square per acquisti, cena a Khaosan e aeroporto. Una giornata di stanchezza assoluta.

Wat Arun (Tempio del Sole che Sorge) a Bangkok
Wat Arun (Tempio del Sole che Sorge) a Bangkok

Sono passati altri due anni, e nel frattempo tramite il web ho conosciuto, o meglio ho avuto la fortuna di conoscere, due persone che poi sono diventate dei carissimi amici. Andrea e Kevin vivono da qualche anno a Bangkok e hanno deciso di ospitarci, e noi abbiamo deciso di passare qualche giorno in città proprio per poterli incontrare.

Siamo nell’ottobre del 2010: in quel periodo tutte le regioni nord della Thailandia erano allagate da mesi e il Chao Praya, il fiume di Bangkok, stava cominciando ad andare in piena, quindi si temeva per gli allagamenti in città. Era un continuo rincorrersi di notizie vere e false sulla situazione; nella maggior parte della città erano stati messi sacchi di sabbia per proteggersi dalle inondazioni.

In quell'occasione ho cominciato a conoscere zone della città dove non ero mai stata, a visitare sia attrazioni turistiche sia posti un po’ meno conosciuti, angoli della città, e poi ristoranti, locali, strade, accompagnata dai nostri splendidi ciceroni. Visitare una città con la compagnia e l’aiuto di persone residenti ti fa vedere le cose da tutto un altro punto di vista.

Bangkok by night vista da quella che è anche casa di Ci Piace Viaggiare
Bangkok by night vista da quella che è anche casa di Ci Piace Viaggiare

Gli highlights di questo terzo viaggio a Bangkok sono stati i vicoli della famigerata zona di Patpong, Chinatown, i pranzi alla mensa della centrale della Royal Thai Police, l’attraversamento della città in battello sul fiume, il panorama dal Vertigo Moon Bar e le preghiere danzanti di Erawan Shrine. E soprattutto la bellissima compagnia dei nostri nuovi amici.

Passa un altro anno e siamo di nuovo lì, ormai siamo caduti nella trappola: per quanto caotica, incasinata, puzzolente, rumorosa, Bangkok una volta che ti prende non ti lascia più.

Gli amici hanno cambiato casa, sempre nella stessa zona, e passiamo le giornate senza grosse novità, a passeggio per la città. Mi rendo conto che Chinatown mi piace tantissimo, sempre di più e senza saper dire perché. Ho scoperto un tempio induista su Silom Road dove entri dentro e sei catapultato in India in un secondo.

In questa quarta visita non ho visitato molti posti nuovi, piuttosto ho continuato ad assorbire la città, il suo cibo, le sue usanze. E’ stato un soggiorno più di ristoranti, locali, camminate, bevute, massaggi e ottima compagnia.

E, naturalmente, andiamo via una volta ancora con la consapevolezza di tornare.

Bangkok vista dal fiume
Bangkok vista dal fiume

Così arriviamo a novembre 2013: sto talmente bene con loro e in questa città che mi rendo conto potrei tranquillamente passarci un mese senza accorgermene.

Quando arriviamo è notte. Loro hanno preso l’ultimo treno di mezzanotte per venirci a prendere in aeroporto: baci, abbracci…che dire? E’ Bangkok? Sono loro? E’ tutto l’insieme? Non so, e non importa.

So che arrivo a casa loro, e in qualche modo so di essere a casa mia.

Questa volta al contrario dello scorso anno andiamo in posti che non avevamo ancora visto: passiamo il primo giorno al mercato galleggiante di Kwan Riam, che non è un vero e proprio mercato galleggiante; il mercato è sulla terraferma e consiste principalmente di stand che vendono cibo. Quello che galleggia sono i ristoranti, costruiti su barche.

Il posto è frequentato quasi esclusivamente da tailandesi e per ora non ci sono turisti.

Mentre siamo lì che giriamo tra i chioschi, all’improvviso il pensiero mi attraversa la mente, come un lampo: è una piccola sensazione, fisica e mentale; gli odori, il caldo e l’umidità si mescolano: sono arrivata, sto in Asia.

Difficile da spiegare, a chi non l’ha mai provato.

Tramonto al mercato galleggiante di Kwam Riam
Tramonto al mercato galleggiante di Kwam Riam

Nei nostri giri non poteva mancare Chinatown, di giorno e di sera, e poi per la prima volta il Wat Arun, uno dei templi simbolo di Bangkok; acquisti nell'immenso mercato di Pratunam, cibo di strada e, come sempre, lunghe camminate: Bangkok può essere un città molto stancante.

Questa volta niente alluvioni, ma da qualche settimana sono cominciate le proteste di cittadini di alcune fazioni politiche contro una possibile legge sull’amnistia, e alcune zone della città sono presidiate dai manifestanti. Più di una volta ci siamo trovati in mezzo ma senza correre pericoli. Le manifestazioni, finché eravamo lì erano, avevano un tono pacifico. Ma la situazione è molto incerta e non si sa come andrà a finire. Vivere una città è conoscerne tutti gli aspetti e Bangkok si è voluta far conoscere anche così, meno pacifica di come la dipingano!

Manifestante "anti-governo" a Bangkok
Manifestante "anti-governo" a Bangkok

Ci è voluto un po’, ma ho capito che questa città pur con tutti i suoi difetti è talmente ricca di vita, di stimoli, di cose da fare, vedere, annusare, mangiare, che non può lasciare indifferenti.

E poi? Ci saranno altre volte, altre Bangkok.

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