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Bimbi in viaggio: meglio soli o accompagnati?
Di certo non posso definirmi un'esperta in materia di viaggi con i bambini. Ma la mia creaturetta, che ha da poco superato i nove mesi, ha già presenziato ad un Blog Tour, si è fatto qualche giorno di relax con la mamma e il babbo (il babbo dopo le cinque del pomeriggio...) ed è in attesa di provare, tra due settimane esatte, l'ebrezza del volo, direzione Copenaghen.
Quando si hanno dei bimbi, è meglio portarli in giro da soli o con altri bambini? La risposta giusta, in questo caso, è "dipende". In particolare, dipende da che cosa si vuole noi grandi. Se abbiamo bisogno di riposarci un pò, il nostro -o i nostri- ci basta e, quasi, avanza. Ma se vogliamo che la nostra creatura si diverta, allora non c'è cosa migliore che avere dei piccoli compagni di viaggio.
Per andare in vacanza con altre famiglie, a mio avviso è necessario, oltre ad un pò di spirito di sacrificio, una bella affinità e il non andare insieme-insieme: possiamo andare nello stesso albergo, trovarci allo stesso tavolo per pranzo e per cena e far stare i bimbi insieme quando vogliono; ma non stare sempre appiccicati. Se si opta, invece, per l'appartamento, magari si può scegliere lo stesso residence, ma dire "è una casa grande, andiamo tutti insieme così si dividono le spese" secondo me non è fattibile. Ovvero: si può fare, però, nella stragrande maggioranza dei casi, bimbi o non bimbi, si parte amici e si torna nemici: ciascuno ha i propri tempi, le proprie abitudini e la propria privacy e si rischia di trasformare una vacanza in un incubo. Altra cosa è la gita organizzata. Sarà che io sono diventata una viaggiatrice grazie alle "gite del prete", per me è il modo ottimale per stare in compagnia quel tanto che basta e, per i genitori, per "sbolognare" i figlioli, che ben volentieri rinunceranno al lusso della "valigia fatta da mamma" per poter dormire con i coetanei anzichè coi genitori. Un toccasana!
Ma veniamo a Marco e alle nostre esperienze di famiglia on the road: se a Volterra si è fatto coccolare e strapazzare, oltre che dalla mamma, da Laura la proprietaria di Agrimonia, dai colleghi del babbo e da tutti quelli che, al parco, in Piazza dei Priori, a mangiare dove di solito va papigno coi colleghi, a far colazione in un posto che non vedo l'ora di raccontarvi incrociavano il suo sguardo furbetto e subito rimanevano contagiati dalla sua risata, a Rimini è stato diverso. A Rimini c'erano Alessio e Leonardo, i bimbi di Valentina di The Family Company. Con loro è stato diverso. Tutta un'altra cosa. I bambini socializzano e fanno amicizia in tempi da record. Non ci sono bimbi piccoli e grandi ma solo bimbi. Tra loro si riconoscono. E il divertimento ha inizio. Per quelli piccoli e per quelli più grandicelli. Le risate che Marco ha dispensato ad Alessio e Leonardo sono memorabili. Così come la loro grande attenzione nei suoi confronti.
A Verucchio lo hanno intrattenuto mentre noi grandi pranzavamo: sono diventati così tanto amici che Alessio ha regalato a Marco la sua macchinina gialla. E tutti sappiamo cosa vuol dire, per un bambino, regalare ad un altro un gioco che è suo.
A Santarcangelo mi hanno aiutato a spingere il passeggino in salita. Gliel'ho chiesto per gioco, così la loro mamma sarebbe riuscita a controllarli meglio. E loro si sono impegnati al massimo, con una forza da leoni!
Ma il top del top è stato durante la cena al Molo 22 a Rimini. Un posto elegante, dove i nostri erano gli unici bimbi di tutto il locale. Noi grandi parlavamo. Marco aveva poppato prima che ci sedessimo a tavola. Erano già le nove e Alessio e Leonardo, affamati, hanno iniziato a fermarsi lo stomaco con il pane. Ad un tratto mi giro e vedo anche Marco con una fetta di pane (gusto pizza, wow!) in bocca. Gliel'avevano data i suoi amici. Sennò, poverino, loro sì e lui no!