C come Camera...d'albergo...

Vi ricordate il mio ABC dei viaggi? Sì, lo so, l'ho abbandonato per un pò di tempo. Ma c'è sempre un argomento, una novità, una curiosità, qualcosa che mi prende la mano e di cui ho voglia di scrivere. Poi ci sono i bravissimi co-blogger, con le loro idee e avventure. E l'ABC passa in secondo piano. Inoltre, vi avevo annunciato che sarebbe stato un alfabeto lento. Che avrei dovuto avere l'ispirazione giusta per continuarlo. Ma siccome l'ingegner consorte ha protestato che non sono più andata avanti, eccomi qua. Per dire il vero, lui mi aveva -come è suo solito- proposto anche il tema: C come Croazia. Oh my God! Parlo di Croazia spesso e volentieri. Qui e fuori di qui. Di nuovo Croazia, e oltretutto in generale, sarebbe stato qualcosa di un pò trito e ritrito.

 Quindi opto per un C diverso. C di camera. D'albergo. Perchè con i miei genitori, nelle ormai arcinote gite del prete, si viaggiava sempre in albergo. E ormai mi è rimasta l'abitudine. Perchè a vent'anni con le amiche si può anche andare in campeggio. A venticinque col fidanzato va bene anche l'appartamentino. Ma volete mettere le comodità dell'albergo? Dai, anche il Bed and Breakfast può andare. Ma l'albergo è l'albergo: letto rifatto, bagno pulito e colazione che fa anche da pranzo sono comodità che, una volta provate, difficilmente si riesce a farne a meno.

Non so voi, ma io ho una memoria fotografica. Se penso ad un luogo in cui sono stata e chiudo gli occhi, mi viene in mente anche  la camera dell'albergo dove ho dormito. Non mi capita solo con la graziosa camera dell'Hotel Dear di Rivazzurra-Rimini dove ho dormito dieci giorni fa in occasione del Blog Tour #RiminiTipica. Mi succede anche con camere dove ho dormito vent'anni fa. O anche di più.

Ricordate quando non c'erano i condizionatori? Beh, il mio primo viaggio, anzi, la mia prima "gita" è stata in Puglia. Come posso non ricordare la camera dell'Hotel Gargano di Manfredonia -oddio, mi ricordo pure il nome!- dove siamo schiantati dal caldo la prima notte?

Camere piccole, camere grandi, aneddoti.

A Lisbona la camera era normale. Ma si usciva nel corridoio e c'era puzza di baccalà. Nella hall faceva freddo e c'era puzza di baccalà. Fuori c'erano 50 gradi, ma almeno non si sentiva l'odore di baccalà!

Una camera d'albergo a volte vual bene una lotta contro il portafogli.

Due anni fa, con Enrico, volevamo andare a Vienna in giugno. Io mi sono messa, come sempre, alla ricerca di un albergo, ma nulla. Tutto fuori budget. Alla fine ci sono salatte le ferie a giugno,  e abbiamo dovuto rimandare il nostro viaggio di un mese. E cosa è apparso alla fine di giugno? La promozione della Accor con sconti fino al 5o%. E noi siamo riusciti a soggiornare in un 4* in pieno centro a 65 euro a notte. Non cadauno, 65 euro in due e con il bollitore con the e caffè in camera. Che lusso!

Ci sono camere spaziali.

Quasi venticinque anni fa, al Park Hotel Ai Cappuccini di Gubbio, avrei trascorso tutta la notte a tirare su e giù l'avvolgibile con un pulsante. All'epoca era davvero avveniristico. Ma il luogo è anch'ora da mille e una notte: l'unico albergo in cui, avendo la tripla con i miei genitori, avevamo matrimoniale e cameretta col bagno in comune. Ed io mi sentivo già grande.

E poi gli alberghi dell'est Europa. Quelli per turisti. A San Pietroburgo non ricordo la camera, ma le squillo nella hall. Tristezza! E invece a Mosca e a Cracovia i negozi. Alberghi strutturato in maniera sircolare, con le camere che si affacciano sulla hall piena di negozi.

Alberghi spersonalizzanti, che non amo. 

A volte si spende meno nei grandi alberghi che non nei piccoli. E, per concilare economia e posizione centrale, sono "costretta" ad optare per i primi. Soprattutto se si trovano in centromcittà o sul lungomare.

Insomma: a me piacerebbe moglie piena e botte ubriaca (o botte piena e moglie ubriaca...): un albergo carino e in centro, familiare e a buon prezzo. Chiedo troppo. Direi di no: l'esperienza riminese è stata formativa ed il motto degli albergatori tipici, mitico. Il bello non è andare in vacanza all'hotel tal dei tali, ma da Tino, da Leandro, da Marco. Perchè è meglio ricordarsi le facce degli albergatori che le camere d'albergo!

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