
C'è un'età per ogni libro
Siamo alla terza divagazione libresca, con Paolo Merlini e Sara Missorini. Abbiamo chiacchierato de L'importanza della lettura; poi de I libri che ti cambiano la vita. Adesso eccoci qua, con le età dei libri, perché c'è un'età per ogni libro...
Paolo
Ma chi è quell'insegnate che propina ad una quattordicenne "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore"? Impossibile coglierne il senso a quell'età.
Io ho sentito il bisogno di leggerlo solo passata la quarantina, così come ho letto "Cent'anni di Solitudine" dopo i trenta e ancora non mi sento pronto per affrontare la Recherchedi Proust. È proprio vero, ogni lettura a suo tempo! Ma il momento giusto per un certo libro però lo capisci da solo. Un libro non può esserti imposto dall'alto... questo l'ho imparato strada facendo.
Per esempio, io ho cercato di inoculare nei miei figli l'amore per la mitologia con scarsissimo successo. Nonostante seminassi in casa l'indispensabile "Storie della storia del mondo", i miei ragazzi non potevano vivere senza Geronimo Stilton...
Poco male, visto che ora il tredicenne è passato a Conan Doyle ma soprattutto, con mio sommo gaudio, all'Agatha Christie di "Assassinio sull'Orient Express" facendo la conoscenza dell'immortale Hercule Poirot.
Non capisci bene come e perché, ma ad un certo punto un libro ti chiama dallo scaffale di una libreria e tu senti forte il bisogno di leggerlo perché in quell'istante qualcosa ti dice che che è fondamentale per la tua esistenza.
Poi, leggendo, ti domandi come hai fatto a crescere senza aver letto quelle pagine imperdibili.
Potrei farti mille esempi e di certo saranno oggetto di future divagazioni, ma adesso ho voglia di raccontarti che scrivo queste righe da un posto dove volevo arrivare da molto tempo: il Passo dell'Abetone.
Qui mi sento come in bilico tra Toscana ed Emilia Romagna, a cavallo tra le province di Pistoia e di Modena. È una bella giornata, il sole splende ed ho voglia di camminare per questo paradiso almeno fino a Pievepelago (MO) distante appena 12 chilometri... poi un bus dell'emiliana SETA mi farà perdere quota fino a Pavullo dove la corriera della linea 800 mi sbarcherà a Modena per le 17.44 a più di dieci bellissime ore di libertà dalla partenza di questa mattina.
Nel "Piccolo trattato sull'immensità del mondo", Sylvain Tesson scrive che "la lentezza rivela cose che la velocità nasconde!"
E sì, al giorno d'oggi, quando per attraversare l'Appennino tra Firenze e Bologna, servono solo i 35 minuti di vuoto pneumatico ad aria condizionata dell'Alta Velocità, io quando posso, tengo per me il piacere della lentezza.
Questa mattina ho lasciato Firenze a bordo di un treno regionale e poco prima delle 8 ero già a Pistoia dove, alle 8.11, il Blubus (linea 54), mi ha portato fino a qui in nemmeno 3 ore, passando per San Marcello Pistoiese e risalendo la montagna fino a questo valico un tempo molto importante perché confine tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena.
Non sono solo. Viaggio in compagnia di un vecchio amico, un libro che sta con me da più di vent'anni. Voleva tornare sulla strada e così l'ho portato a fare un giro. È un'edizione economica di "In vespa da Roma a Saigon" del compianto Giorgio Bettinelli, alias "Mister Vespa".
Ecco, questo libro mi chiamò in un giorno della metà agosto di un anno imprecisato del secolo scorso dallo scaffale di un grande centro commerciale. Debbo molto a quell'anonimo commesso che decise di metterlo per piatto, così che il Vespone 125 PX bianco stampato in copertina, potesse richiamare la mia attenzione. Quella volta, anch'io che non ho mai guidato una vespa, viaggiai con Bettinelli e fu una dolcissima estate.
Sara
Leggendoti oggi ho avuto l'impressione che davvero ci sia un libro per ogni tempo e per ogni occasione e allora per una delle nostre prossime divagazioni creerò un questionario, per te e per i nostri lettori, un botta e risposta, adatto a tutti, in cui mi piacerebbe che ognuno si mettesse in gioco. Noi continueremo a divagare e chi vorrà potrà dare rispondere sul proprio blog o nei commenti. A questa tua ricca divagazione non credo si possa aggiungere altro.
Silvia
E ridaje. Eccomi di nuovo qua, ospite non invitata, ma padrona di casa che vede la luce accesa fino a tardi nell'appartamento degli studenti, si affaccia a salutarli, dopo aver un po' origliato i loro discorsi e poi, da vecchia, non riesce a tacere. Non ci riusciva nemmeno da giovane, ma questo basta non raccontarlo. Caro Paolo, anch'io sono come i tuoi ragazzi: Storie delle Storie del Mondo non m'è piaciuto affatto. L'ho letto l'estate prima della prima media: non me ne fregava nulla di nulla. L'ho letto a San' Annapelago, pochi chilometri da dove sei tu adesso, Paolo. Lì ho trascorso il mese di agosto dei miei primi diciotto anni. Poi mi sono stufata e ci ho rimesso piede solo quest'estate, mossa dalla nostalgia di portare i miei figli sui logho della mia infanzia e giovinezza. Se scrivessi con licenza poetica, aggiungerei anche "i luoghi dei primi baci e dell'amore sull'erba bagnata". Ma sono una fottuta realista e non è così. Ero una ragazzetta troppo studiosa, anche se la mitologia non mi andava giù.