Ci sono luoghi dove arrivi e ti senti dubito a casa. Forse perché la parola casa l'hanno dentro al nome.
È una calda mattinata di metà agosto quando col sommelier arriviamo a Ca' Lunae. Ca', nel dialetto della zona, vuol dire casa. Siamo in Lunigiana, già in Liguria, ma con la Toscana a pochi chilometri, nei pressi di Luni, che ai tempi degli etruschi e poi dei romani era un porto fluviale sul Magra, da cui partivano, fra le varie merci, anche olio e vino.
Dell'antica Luni è ancora piuttosto ben conservato l'anfiteatro, ma nella moderna Luni di anfiteatri ce n'è un altro, ed è il cortile d'ingresso alla nuova Cantina Lunae, inaugurata nel 2023, una sorta di passaggio di testimone tra Paolo e Diego Bosoni, anche se, raccontano tutti, è ancora Paolo che segue le vigne e la vendemmia, mentre Diego si occupa prevalentemente della parte commerciale dei vini e la sorella Debora di Ca' Lunae, il cuore accogliente della Cantina Lunae.
Quando arriviamo noi sono entrambi a Ca' Lunae, Debora e Diego. E ci fanno sentire a casa. Una casa sempre aperta, accogliente, gioiosa. Nell'aia echeggia una musica swing che fa venir voglia di ballare; le note riportano alle cene nell'aia, ma anche a quando, d'estate, le famiglie contadine stavano nell'aia finché non faceva buio, spostando il lavoro dai campi allo spazio fuori dalla porta, sempre aperta, di casa. E Ca' Lunae è così: una porta sempre aperta (nell' orario di apertura, eh)! Ca' Lunae era una fattoria settecentesca che Paolo Bosoni e sua moglie Antonella hanno acquistato, ristrutturato e trasformato, con anni di lavoro, in un piccolo universo del vino e del bello, curato in ciascuno dei moltissimi dettagli. Qui nulla pare lasciato al caso e tutto appare rivolto all'accoglienza.
C'è un gran viavai di gente, tra i turisti in cerca di souvenir "liquidi" da portare a casa, chi ha prenotato una degustazione guidata, chi, come noi, è qui anche per scoprire la cantina, chi, da casa, viene a riempire una damigiana, come agli inizi della Cantina Lunae, quando Paolo Bosoni ha smesso di produrre il vino "in casa" per sé e per gli amici, si è licenziato dal suo lavoro e ha seguito e costruito il sogno: coltivare vermentino. Poi studio, passione, dedizione e sicuramente una buona dose di talento lo hanno portato a produrre oltre 600.000 bottiglie di vino all'anno e ad avere la cantina di produzione più grande della Liguria.
Già, la cantina: ci arrivi e non ti sembra di esserci. Dentro e fuori si compenetrano. Non è impattante, non è sfacciata... È stupenda nella sua spettacolare naturalezza. L'acciaio Corten ha il colore della terra. C'è la pietra dei muretti a secco, c'è una grande eleganza, data dal voler raccontare e non, come spesso accade nelle grandi cantine, ostentare. Ogni stanza parla, ogni elemento, come a Ca' Lunae, è lì per rappresentare qualcosa. Nunzio, che ci guida nel giro, ci dice che la stanza delle botti e delle anfore lui la chiama il tempio. Restiamo tutti in silenzio, ad ammirare e fotografare. Le anfore sono il vero cuore della cantina: lì viene invecchiato "Padre e Figlio", il vino di Paolo e Diego. Quando saliamo in macchina, dopo sei ore nel regno di Lunae, ci rammentiamo di non averlo assaggiato. Abbiamo già un valido motivo per tornare, come se ne mancassero altri...
Dopo la visita in cantina, torniamo a Ca' Lunae e io sono nel Paese dei Balocchi. Potrei perdermi: passeggiando in giardino, vistando il museo, tra gli scaffali con i vini, i liquori, le marmellate... E i libri della Piccola Farmacia Letteraria, che per la seconda estate ha un temporary shop a Ca' Lunae.
Ci mettiamo ad uno dei banconi e Debora ci conduce in una verticale di vermentino: etichetta bianca, grigia, nera. Facciamo chiusura: fatta eccezione per l'osteria, le porte di Ca' Lunae chiudono dalle 13 alle 15. E noi ci spostiamo all'osteria, ostaia, in dialetto, al piano di sopra. L'Ostaia Ca' Lunae, come tutte le osterie di una volta, è aperta solo a pranzo. Qui ogni mese il menù cambia, anzi, i menù cambiano: 3 o 5 portate, create dallo chef per accompagnare, con prodotti locali e di stagione, i vini di Ca' Lunae. Dall'ambiente alla presentazione dei piatti e dei vini, è sempre effetto wow.
Rimane wow anche il prosieguo della visita - stavolta la nostra guida è Gabriele- col museo, dove oggetti, foto e filmati raccontano la grande coesione di Paolo Bosoni con la sua terra e coi suoi amici.
Più che si sta qui, più che ci si sente a casa, nella grande famiglia Lunae. Nel liquorificio io sono direttamente nel paese dei balocchi, così tanto che la cognizione spazio-temporale è pressoché persa. È tardi, vorremmo prendere del vino, è tardi, dobbiamo andare. È tardi, salutiamo. Tornerermo. Non abbiamo nemmeno assaggiato il "Padre e Figlio". Torneremo. Presto.
Sotto le insegne al neon succede di tutto: glamour, caos gentile, momenti che sembrano più…
In Italia ogni territorio custodisce una tradizione gastronomica millenaria che racconta storie, mestieri, paesaggi. Pochi…
Non mi capitava da anni di non proporre io una mèta, ma è stato bello…
A un'ora da Roma in direzione nord (quattro chilometri dall'uscita Magliano in Sabina della A1)…
Superati i sessanta, inizia una fase della vita in cui il tempo torna finalmente ad…
Un tempo era Milano, la città da bere. Al rientro da due giorni a Venezia,…