Carlo Cracco: "Se vuoi fare il figo usa l'asparago"

La Magnifica Confraternita dei Ristoratori De.Co. nell’intento di promuovere il territorio bassanese e i suoi prodotti, lunedì 15 aprile ha organizzato un importante evento gastronomico: una cena in cui l’asparago bassanese è il protagonista di ricette messe a punto da uno degli chef italiani più famosi. Il titolo della serata “se vuoi fare il figo usa l’asparago” vi farà facilmente indovinare di chi stiamo parlando!

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La serata si è svolta presso il Ristorante Ottocento di Riccardo Antoniolo, altra figura di spicco del panorama della gastronomia italiana che proprio a Bassano e di casa.
Qui è stato messo in opera il carambolico menù messo a punto da Carlo Cracco, lo chef di origini vicentine grande amico del presidente della confraternita Roberto Astuni, vera anima organizzatrice della serata

14 (2)A rendere più che speciale questo prodotto protagonista delle tipicità bassanesi, i due pilastri del ristorante due stelle michelin milanese: Matteo Baronetto sous chef e Diego Giglio: come ama dire Carlo Cracco stesso: il suo braccio destro e quello sinistro! Un impegno importante quello di Carlo Cracco, che ha messo a disposizione la sua indiscussa genialità al solo fine di aiutare la confraternita nel suo intento di promuovere con un evento mediaticamente importante, i sapori e le strutture turistiche del territorio. Un complesso menù di 9 portate realizzate con l’ausilio di 6 chef bassanesi: Claudio Milani, Giovanni Doro, Maurizio Trinca, Martino Zardo, Federico Agostinelli coadiuvati dal padrone di casa Riccardo Antoniolo.

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Un lavoro complesso che ha visto tutto il team all’opera per l’intera giornata nelle cucine dell’Ottocento. Non c’è dubbio che la firma di Carlo Cracco sia di per se un grosso richiamo e che in questo momento il suo nome sia in grado di catalizzare l’attenzione dei media più di qualunque altro chef, quindi massima è la riconoscenza della confraternita per questo “patrocinio”. E Roberto Astuni ha voluto lasciare a Carlo un ricordo simbolico di questa serata: una simpatica caricatura dello chef firmata da tutti i 6 cuochi che hanno collaborato nell’evento e che gli sarà consegnata da Matteo Baronetto al suo rientro a “casa”.

17 (1)Ma ecco il menù
6 (3)asparago e zabaionetuorlo d'uovo fritto e soffice d'asparagoraviolo di asparagirisotto agli asparagimezza quaglia con asparagitrota con asparagitarte tatin di asparago
Come vedete l’asparago è l’assoluto protagonista: dai meravigliosi antipasti sino all’insolito dolce.
Impossibile non spendere du parole in più sull’asparago sublime, una ricetta che Cracco ha presentato in anteprima a Bassano e che troverà spazio nella carta del ristorante milanese. Qui, con un particolare procedimento, l’asparago viene privato dell’acqua per trasformarsi in una sorta di leggerissimo grissimo che a ccompagnato da uno zabaione salato, era la quintessenza del sapore dell’asparago. Nella sua particolarità questa preparazione ha non solo incuriosito ma anche entusiasmato tutti. Facendo fatica a dare una preferenza a un piatto vorrei mettere l’accento sul dessert . Al dilà della oggettiva difficoltà di inserire l’asparago in una praparazione dolce la cosa mirabile è stata provare in bocca dei sapori autonomamente difficili (come il gelato di mandorle amare) fondersi in un equilibrio perfetto
Ad accompagnare il tutto una accurata selezione di vini birra e liquori: Fongaro, Zonta Rivana, Stefanini Monte, Due santi Zonta, birra Via dei birrai 32 e distillati Capovilla e Nardini.

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Abbiamo avuto il privilegio di passare il pomeriggio nelle cucine in fianco a questi grandi chef mentre Gabrio li fotografava all’opera, e abbiamo potuto apprezzare come la loro professionalità abbia permesso a tutti di lavorare in sintonia anche se con ritmi serrati e difficoltà date da un modo di operare non canonico rispetto agli standard di ognuno dei protagonisti.

gabrio tomellieri

Il team ha lavorato alla perfezione e il successo della serata è stato battezzato dalla presenza di media e importanti addetti ai lavori a partire dal grande Luigi Cremona. C’è da supporre che di questa cena se ne parlerà per molto.

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