Castiglioncello del Trinoro: il balcone sulla Val d'Orcia
La Toscana è meta prediletta dei turisti, che restano affascinati dai suoi panorami senza fine, invaghiti dalle colline morbide che appaiono come onde nel mare infinito della campagna.
Per primi sono stati gli inglesi ad innamorarsi della sua dimensione atemporale in cui castelli e manieri svettano ancora fieri ad indicar quelli che furonO possedimenti e signorie, seguiti da tedeschi, francesi, olandesi, per poi attrarre appassionati da ogni parte del mondo.
Toscana dei toscani, ma anche Toscana dei forestieri, che qui hanno acquistato vecchi poderi dismessi e diroccati, case abbandonate all'oblio del tempo, destinate ad esser nascoste dalle edere e dai muschi, a cui i nuovi abitanti hanno donato rinnovata linfa vitale.
Destino comune a tante altre realtà italiane, in verità, ma che in Toscana ha trovato il corretto equilibrio che ha consentito di non svendere la memoria dei luoghi e di rafforzarne il valore storico.
Come nel territorio di Sarteano, dove nella piccola frazione di Castiglioncello del Trinoro è stata creata un'iniziativa di ospitalità diffusa di altissimo livello grazie ad investitori americani che, a dirla tutta, hanno seguito il cuore ancor prima del portafoglio.
A Castiglioncello del Trinoro non ci si arriva mai per caso: bisogna allontanarsi da Sarteano seguendo la strada che curva dopo curva arriva fino a Radicofani e dopo qualche chilometro si deve svoltare su una strada sterrata, dove l'acqua delle piogge lascia solchi che mettono a dura prova le sospensioni delle auto. Intorno ci sono solo boschi e campagne e non è improbabile che un cerbiatto attraversi la strada, rapido come un sogno di prima mattina.
Castiglioncello del Trinoro e la sua storia
A dare il benvenuto l' odore di legna e di camini accesi, lo sgocciolìo incessante di un fontone, le pietre grigie che danno vita a muri e a case, il legno verniciato di verde pallido di porte e stipiti. Dieci abitanti, uno più uno meno, vivono stabilmente a Castiglioncello del Trinoro. Uomini e donne aggrappati a questo grappolo di case appeso sul monte. Una chiesa romanica (S. Andrea) è l'unica rimasta delle cinque che nei secoli scorsi erano edificate in quello che nel 1200 fu possedimento dei Conti Manenti ed oggi è un villaggio sospeso nel tempo.
Ma non è stato sempre così, Castiglioncello del Trinoro.
Nemmeno un secolo fa ospitava una comunità numerosa, agli inizi del '900 ci vivevano quasi 300 abitanti, gli stessi che han dato un doloroso contributo di sangue e di vite umane durante le due guerre mondiali.
Numerosi sono i nomi scolpiti sulle targhe commemorative: non solo soldati, però. Nell'ultimo conflitto anche i civili furono vittime innocenti di rappresaglie naziste, messe in atto per vendicarsi dei partigiani che si nascondevano tra i boschi di Castigliomcello del Trinoro.
E adesso?
Castiglioncello del Trinoro è un piccolo borgo immutato eppure vivo.
Nella chiesa di Castiglioncello del Trinoro si celebrano ancora riti e matrimoni.
In piazza le panchine in pietra ospitano il ciacolìo delle sere estive.
Sui vicoli si aprono case dalle imposte verdi.
Le vecchie insegne sono ancora infisse nei muri su cui scorre il vento che arriva fresco dalle cime del vicino Monte Cetona, dal Monte Amiata e dalla sottostante Val d'Orcia.
Il paese è proteso sulla vallata, quasi fosse un balcone da cui ammirare - senza alcun ostacolo o impedimento - l'incantevole territorio, dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco.
Siamo a 800 metri di altezza, in inverno la neve spesso dissimula i riferimenti e rende ancor più onirico il paesaggio. Castiglioncello è magia, un luogo speciale.
Qui perfino l'antico Castello, ritrovato per caso mentre si scavava per costruire una piscina, sembra attendere l'arrivo di cavalieri e cortigiane.
Monteverdi Tuscany a Castiglioncello del Trinoro
Ma è speciale ancor di più per il grande lavoro di recupero edilizio che è stato compiuto grazie alla proprietà del Monteverdi Tuscany. Con attenzione filologica e impeto degno di un innamorato ha recuperato e ristrutturato i vecchi locali, gli appartamenti e i casali. Dando vita ad un insieme al tempo stesso garbato e ricercato dove la modernità non è sfacciata e ogni fin più piccolo dettaglio della tradizione conservato.
Un bel posto dove rigenerarsi, meta ideale per la scoperta del territorio e della grandi città d'arte toscane ed umbre, vicine grazie alle strade a scorrimento veloce che si snodano a pochi chilometri da Castiglioncello, dove i simboli della "toscanità" - vigneti, oliveti, antichi castelli e campagne a perdita d'occhio - ci sono sono tutti e tutti espressi alla loro massima potenza.
E, inaspettatamente, in questo piccolo villaggio l'arte e la cultura hanno un ruolo chiave e di spicco.
Ogni anno vengono invitati al Monteverdi, nell'ambito del programma "Artists in Residence", esponenti internazionali per parlare delle proprie opere ed esporre nella locale Galleria d'arte.
Gli ospiti del Monteverdi - hotel diffuso, assolutamente non low cost ma dove la felicità è sicuramente di casa - possono condividere le loro giornate con chi a Castiglioncello del Trinoro ci continua a vivere, percorrerne le stesse strade.
A loro disposizione un'enoteca, un ristorante (Oreade), un bar. Che appartengono alla struttura ma sono aperti al pubblico. Contribuiscono a rendere vivo Castiglioncello, che rischiava di andare ad aumentare il numero dei villaggi italiani con un passato di storia e di arte ma tristemente destinati all'abbandono. Oppure, assai peggio, di essere trasformato in un luna park per ricchi, staccato dalla realtà di Sarteano e del territorio in generale.