Civita di Bagnoregio: il fascino della città che muore
Una piacevole meta non troppo lontana da Roma e facilmente raggiungibile anche dalle Regioni dell’Italia centrale, che permette di unire storia, cultura e natura, è sicuramente Civita di Bagnoregio, l’antico borgo arroccato su una piattaforma di tufo friabile, definita - per la sua precarietà strutturale - “la città che muore”.
Situata a circa 1 km. dall'abitato di Bagnoregio, Civita rappresenta qualcosa di unico nel panorama turistico italiano, capace di far emergere sensazioni davvero intense, soprattutto se si ha la fortuna di visitarla quando ancora la nebbia avvolge la vallata ed il borgo emerge, praticamente sospeso sulle nuvole, nella sua solitudine.
Dopo aver necessariamente lasciato l’auto ai parcheggi di Bagnoregio (Civita è totalmente pedonale, ad eccezione per qualche “apina” concessa ai pochi residenti) ci si incammina lungo la strada in discesa che passa accanto ad alcune vecchie abitazioni trasformate in ristoranti e punti di ristoro e da qui si approccia il lungo, impervio, sottile ponte che collega Civita con il resto del mondo, un vero cordone ombelicale soggetto di tanto in tanto a chiusure cautelari per verificarne lo stato di salute.
Già, perché i movimenti franosi continuano ancora ed è sufficiente una pioggia intensa, una leggera scossa tellurica (siamo in zona sismica) o la semplice continua erosione del vento a minare la fragile stabilità dell’insieme!
Percorrendo il lungo ponte vi sembrerà, passo dopo passo, di abbandonare la civiltà ed i giorni attuali per fare un balzo nel passato e l' impatto con il borgo prima di arrivare alla Porta di S. Maria, unico accesso a Civita, è emozionante: poco sotto di noi ci sono i resti di case franate nel dirupo e si ha la sensazione di essere molto fortunati a poter ancora vedere questo gioiello urbano.
Una volta varcata, con non poca fatica perché l’ultimo tratto di ponte è davvero in forte pendenza, la porta di S. Maria, vi sembrerà di essere in una dimensione magica, dove i palazzi, la chiesa, il campanile si ergono intatti nonostante l’ingiuria del tempo, il verde dei rampicanti riprende possesso di spazi sottratti con fatica lungo i secoli dal lavoro dell’uomo, le strade acciottolate risuonano dei passi dei pochi abitanti che, imperterriti, continuano a mantenere viva Civita di Bagnoregio riportando a nuovo splendore le case medievali.
Al centro della piazza su cui sorge la Chiesa di San Donato, non si percepisce nettamente di essere sospesi su un monolite di tufo: soltanto percorrendo fino alla fine le stradine che dalla piazza si diramano verso il nulla, si arriva a punti panoramici strepitosi che permettono allo sguardo di abbracciare, tra calanchi di argilla modellati dall'azione del vento, forre profonde e boschi impenetrabili, tutto l’Alto Lazio.
All'interno del borgo ci sono alcuni bar, osterie, ristoranti e perfino un bed&breakfast ed il Museo Geologico e delle Frane. Nonostante ciò Civita non è un luogo troppo turistico, perché riesce a mantenere la forma e la struttura di una città che ha attraversato indenne i secoli. Fondata dagli etruschi (prima che le frane le seppellissero, alla base della collina erano visibili alcune tombe), il problema dell’erosione ha sempre accompagnato Civita fino a raggiungere l’apice nel 1695 quando, a seguito di un terremoto, gli smottamenti e le frane costrinsero gran parte degli abitanti ad abbandonare la cittadina.
Da poco tempo, per raccogliere i fondi necessari alla manutenzione del ponte e del borgo, è stato istituito un biglietto di ingresso (dal costo davvero esiguo: 1,50€!).
Ed è giusto che sia così, perché Civita di Bagnoregio è un museo a cielo aperto, la sua bellezza struggente ha catturato l’anima e fatto innamorare centinaia di migliaia di visitatori e lo sapete, l’amore… non ha prezzo!