Cosa c'è nella mia borsa del mare
Molto carina questa idea di "frugare" nelle borse...del mare!
In genere quando una donna apre la borsa l'immaginario collettivo corre subito ad universi infiniti di oggetti di ogni tipo e per tutti i livelli di utilità...poca soprattutto perché, come capita a me, mi dimentico sempre di avere ciò che mi serve al momento giusto!
Comunque la borsa del mare in genere risponde a requisiti differenti rispetto a quella che usiamo quotidianamente; anzitutto dipende se andiamo da sole al mare oppure in compagnia: se ci sono bambini, ad esempio, loro riempiono tantissimo le borse delle mamme!, dipende dove andiamo: sabbia, scoglio, barca, dipende quanto stiamo in spiaggia: giornata piena oppure toccata e fuga fra un impegno ed un altro, dipende se al mare ci viviamo o se siamo in vacanza.
Ecco, appunto, iniziamo proprio da qui; io al mare ci vivo, qualcuno dirà: "Bene, sei sempre in vacanza!", in realtà non è proprio così dato che, in estate s'intensifica il lavoro della "Little House with a sea view", questo significa che devo accogliere molti ospiti stranieri e, soprattutto, farli sentire a proprio agio in vacanza ed essere a loro disposizione in caso di necessità.
Per questo motivo difficilmente programmo una giornata al mare e non ho proprio idea di cosa significhi fare una vacanza di una settimana al mare, concentrando tutte le ore marine in 7 giorni.
Il mio tempo al mare è, in realtà, dilatato e si spalma lungo tutta la bella stagione.
Questo ha, nel tempo, fortemente condizionato la presenza, più o meno, di cose da portare con me; la mia borsa del mare si è alleggerita sempre più proprio perché quando decido di andare è, in gran parte, per qualche ora e vicino casa.
A volte decido all'ultimo minuto, dato che le prime spiagge utili da casa mia, la Cantoniera e la Bionda, distano a pochi minuti a piedi. La borsa, allora, si fa essenziale dato che sfrutto la spiaggia anche per gaudenti pisolini di un'oretta in serata, quando ormai il chiasso ed il ciarlare della giornata si sono sopiti.
Se ho voglia di fare una camminata in acqua devo prendere l'auto e arrivare fino al Tombolo della Giannella così nella borsa sono obbligata ad aggiungere almeno la patente.
Nelle occasioni in cui decido di godermi una delle splendide cale del Promontorio, in quel caso il peso minimo della borsa è d'obbligo date le camminate abbastanza lunghe nei sentieri che occorrono per arrivare alla costa e le conseguenti risalite dopo i bagni di mare e di sole.
In realtà non sono mai stata una patita del "borsone" da mare, forse da adolescente, quando nel mio equipaggiamento marino si contavano le riviste di moda, la crema protettiva per il viso, la crema abbronzante anti-tutto, l'olio per i capelli, il protettivo per le labbra, gli occhialini per proteggere gli occhi dal sole, il telo, il cappello, gli occhiali da sole...adesso, il solo pensiero di portare una borsa così mi stanca!
Nella mia fedele borsa etnica, quindi, poche cose ma utili...per me: il telo, un libro da leggere, formato elettronico o cartaceo, una bottiglia d'acqua tenuta in frezeer (col caldo si scioglie e mantiene la freschezza molto più a lungo), la protezione per la pelle e il cuscinetto gonfiabile per la testa (il cellulare è ormai diventato una propaggine del nostro corpo per cui non conta).
Mi concedo una certa elasticità con le scarpette da scoglio (la bambina di una volta che zompettava da una roccia all'altra si è trasformata in una donna dai piedi ultradelicati) e la maschera con boccaglio se ho voglia di concedermi una nuotata sotto costa.
Una cosa, di certo, non è mai stata patrimonio della mia borsa da mare; il secondo costume di ricambio, quello che metti perché quello indossato è ancora umido...io sono sempre tornata a casa con il copricostume chiazzato di acqua oppure avvolta dal telo mare, altrimenti che donna di mare sarei?
Alla prossima!