Cosa fare a Dublino: una capitale per tutte le stagioni – Seconda Parte

Una delle cose che volevo maggiormente fare a Dublino, insieme a bere una pinta di Guinness in un tradizionale pub, era visitare il Croke Park, lo stadio che vidi diverse volte in televisione tra il 2007 e il 2009 in occasione delle partite di rugby del Sei Nazioni. Tuttavia, nessuno a Dublino vi dirà che il Croke Park è uno stadio di rugby (quello è l’Aviva Stadium): bensì è lo stadio del Gaelic football e dell’hurling, due storici sport irlandesi. Procurarsi i biglietti per assistere a una partita può risultare impegnativo, ma si può sempre accedere a uno degli stadi più grandi d’Europa prendendo parte a uno dei tour guidati giornalieri che permettono di visitare il campo, gli spogliatoi, le tribune e il GAA Museum, il museo dedicato alla storia del Gaelic football e dell’hurling. Oltre alla tradizionale visita dello stadio, è possibile effettuare anche il tour dell’Ethiad Skyline, ovvero salire sul tetto, quando il tempo lo permette, per avere una delle visioni più complete e inusuali di Dublino.

13613273_10154372223593993_4570865899165107866_oPrima di tornare al centro di Dublino dal Croke Park, si può fare una piccola deviazione e approfittarne per visitare il Dublin Writers Museum e la Dublin City Gallery, due musei dal tema molto diverso, situati l’uno affianco all’altro. Il Dublin Writers Museum esplora 300 anni di letteratura irlandese attraverso fotografie, ritratti, lettere, prime edizioni e oggetti personali legati ai principali scrittori del Paese come James Joyce, Bernard Shaw, Oscar Wilde, Bram Stoker. La collezione della Dublin City Gallery, in gran parte donata dal magante Hugh Lane, comprende importanti opere impressioniste e di arte contemporanea ed è stata ulteriormente arricchita dell’acquisizione dello studio originale di Francis Bacon.

13668765_10154372221838993_5117705678113538058_oProseguendo verso il centro, si passa per O’Connel Street dove si trova l’altro ufficio del turismo di Failte Ireland presente a Dublino. Poco più avanti ci si imbatte in una statua dedicata a James Joyce e in The Spire of Dublin, una scultura contemporanea a forma di cono alta 120 metri. Un altro complesso scultoreo si trova al di là della cupola verde della Custom House: il Famine Memorial ricorda la grande carestia che colpì l’Irlanda a metà del XIX secolo e costrinse oltre un milione e mezzo di irlandesi ad emigrare, soprattutto per gli Stati Uniti.

13584988_10154372221943993_281741778763376846_oPer quanto sia abbastanza lontana dal centro, vale la pena visitare la terza sede del National Museum of Ireland presente a Dublino, quella dedicata alle arti decorative (le altre due sedi riguardano rispettivamente l’archeologia e la storia naturale e ne ho parlato nel primo post). Nelle numerose sale di un’ex caserma, è esposta un’ampissima collezione dedicata a mobili, armi, vestiti, gioielli, monete, ceramiche e molto altro ancora.

Si dice che la Guinness, più di ogni altra birra, cambia di sapore quando viene agitata durante il trasporto: più è lontano il luogo di consumo da quello di produzione e più il sapore è alterato. Quindi quale luogo migliore per provarla se non quello in cui viene prodotta? La Guinness Storehouse ha svolto la funzione di impianto di fermentazione dal 1904 al 1988 ed è oggi un centro di sette piani dedicato alla storia e alla produzione di questa inconfondibile birra scura. Si trova all’interno del birrificio di St James Gate che nel 1759 fu affittato da Arthur Guinness con un contratto di 9000 anni e nel quale ancora oggi viene prodotta una delle birre più famose del mondo. Al settimo piano della Guinness Storehouse si trova il Gravity Bar dove è possibile bere una pinta di Guinness nel posto più vicino possibile al luogo di produzione e godere contemporaneamente di una vista a 360 gradi sulla capitale irlandese: non esiste miglior modo per salutare Dublino.

13603489_10154372225078993_8980536963327391032_oSe vi siete persi la prima parte, eccola qui.

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