D come Dormire (poco) in vacanza

Pensavate che mi fossi dimenticata l'ABC dei viaggi? No, ma, come anticipato, vado piano...mi serve l'ispirazione giusta. E siccome un pò di tempo fa ho discettato su C come Camera…d’albergo…, adesso tocca alla lettera D.

D come Dormire.

Io ed il consorte, almeno prima che arrivasse l'erede, eravamo noti dormiglioni. Ma in ferie -o in vacanza, o in viaggio, chiamate quello stato magnifico come volete- mentre Enri approfitta per farsi cullare ancor di più da Morfeo, io mi sveglio. Mi sveglio presto. Perchè il mattino ha davvero l'oro in bocca, almeno nelle città che non sono la mia. Mi piace la mattina, perchè riesco a non sembrare una turista. O, almeno, così mi illudo. Mi piace mescolarmi alla gente del posto. Fare quello che fanno loro. Almeno fino a che non arrivano sul posto di lavoro. Perchè laddove noi siamo turisti -o viaggiatori, meglio- ci sono anche gli autoctoni. La gente del posto che non lavora nel turismo, ma ha il proprio tran tran abituale.

Salire su autobus, tram e treni di prima mattina per me è il massimo. Mi perdo ad osservare la gente. Ciascuno con i propri tic, le proprie abitudini. Quando ho letto Il giorno in più, di Fabio Volo, mi sono ritrovata appieno nelle considerazioni iniziali dei protagonisti. Anche se non mi sono mai innamorata di gente vista sui mezzi pubblici, chissà quante congetture ho fatto anch'io sulle vite degli altri.

A Dublino, è simpatico osservare le borsette delle ragazze:  sono sempre aperte e spuntano tacchi. Tacchi chilometrici. Simbolo di intelligenza. Per forza: in ufficio devono andare con la "divisa"? OK, almeno il viaggio se lo fanno comodo con le scarpe da ginnastica!

A Parigi, invece, sulla metro tutti sembrano ragazzini. Studenti. Rigorosamente con le cuffie negli orecchi qualsiasi altra cosa stiano facendo.

A Pavia, dove ho abitato un lungo, nebbiosissimo inverno, ero sconvolta dalla scontrosità della gente: nessuno che, alla fermata dello stesso bus, ti desse il buongiorno un mese dopo l'altro. E poi la velocità dei movimenti, ormai meccanizzati: sali dal bus, scendi dal bus; sali dal treno, scendi dal treno. Per una toscanaccia come me, che ogni 10-15 giorni deve andare a respirare un pò d'aria di mare, altrimenti va in crisi d'asinenza è più o meno fantascienza (infatti sono scappata a gambe levate!).

Un periodo divertente della mia vita è stato invece quando prendevo il treno Pisa-Pontedera delle 7.26: treno che da Pisa va a Firenze. Beh, in quel caso ero io la lavoratrice e ogni mattina mi divertivo a "studiare" i turisti. Mi sarebbe piaciuto mimetizzarmi tra loro, ma l'abiti e borse non lasciavano adito a dubbi. Uff!

Durante la vacanza-bloggante della scorsa settimana a Volterra, ero divertita quando accompagnavo Enrico a Porta Fiorentina. Lui scendeva di corsa dalla macchina per non far tardi in ufficio ed io andavo a parcheggiare con calma; aprivo il passeggino, piazzavo Marco e partivamo. Volterra  senza turisti è davvero un tuffo nel medioevo. Godersela dalle otto alle dieci è bellissimo. In tre giorni avevamo già preso i nostri ritmi: colazione all'incontro, girettino, parco archeologico...dai, ve ne racconto presto!

E poi c'è Dubrovnik. Una delle mie città preferite (forse per questo non ne ho ancora scritto su Trippando...). Ho un ricordo mattiniero di Dubrovnik meraviglioso. Causa gran caldo, l'avevamo sempre girata dal tardo pomeriggio alla sera inoltrata. L'ultima mattina, in cui dovevamo partire alla volta di Zara, mi sono svegliata prima delle sette. Ho sussurrato ad Enrico che verso le nove sarei rientrata per fare colazione insieme e sono uscita dall'albergo. Ho passeggiato. Mi sono mescolata ai dubrovnikesi che andavano al lavoro in autobus ed ho raggiunto la città vecchia. Godersi la cittadella nella frescura, nel silenzio, con i negozianti che lentamente vanno ad aprire le loro botteghe, i baristi che rimettono le poltroncine dove turisti e locali hanno tirato tardi non ha ssolutamente prezzo. Sorseggiare un "cappuccino to go" in mezzo alla gente che va al lavoro. Prima che arrivino i turisti. Prima che sbarchino i crocieristi. Beh, dire che non ha prezzo è un  eufemismo. E' bellissimo. E'una sensazione di libertà, di pace. Di solitudine nella compagnia.

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B come Boat Trip

C come Camera…d’albergo…

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