
Da domani mi metto a dieta. C'è un tipetto biondo che me lo chiede...
Da domani mi metto a dieta. E lo annuncio così, pubblicamente. Lo annuncio perché voglio avere dei testimoni e degli obblighi. Lo annuncio perché stavolta l'input non parte da me, ma da una personcina bionda che di peli sulla lingua non ne ha e che da un po' ha cominciato a farmi capire che sono ingrassata. Ha ragione, la personcina bionda. Certo, non sono quella che lui chiamava <<mamma balena>>, quando facevamo la vasca insieme, durante la sua ultima estate da figlio unico. Allora la cifra delle decine, per dirla come fa lui, in seconda elementare, era diventata 8. Certo, 8 erano anche i mesi di gravidanza, ma io sono alta un metro e mezzo e nessuna giustificazione era ammessa. Allora ho perso 15 chili in 6 mesi, ma l'allattamento ha di certo contribuito a far calare i numeri della bilancia. Allora ero motivata. Molto. Allora non volevo che i miei figli avessero una mamma grassona.
Adesso, devo ammettere, mi basterebbe dare il giro di vite che do sempre a fine estate: un mesetto senza stravizi per far chiudere di nuovo le lampo.
Però il tipetto biondo mi ha fatto riflettere. Eravamo a Budapest e il pomeriggio, dopo la doccia e prima di uscire per la cena, ci sdraiavamo tutti sul lettone in pigiama. Lui tirava su il mio e mi deliziava di rumorosi baci petoni, al grido di mamma buzzona. Certo, gli abbiamo detto che non si dice e che non si fa, però... Però aveva ragione. Io porto una quarta abbondante, di reggiseno, e ho sempre avuto un riferimento: pancia più in dentro delle puppe, ok; pancia che sporge oltre le puppe, necessità di dieta. Ecco, quest'estate -e pure adesso- ho la buzzetta assai prominente e questa cosa non va bene. Non va bene affatto. Di certo, perché qualcuno, se mi chiama <<mamma buzzona>>, ha le sue ragioni, ma anche perché a salute non si va bene, così. E io voglio durare ancora, perché ho un sacco di idee e di cose da realizzare.
E allora, via. Da domani mi metto a dieta. A dire il vero ho iniziato già un paio di giorni fa: giusto il tempo di riprendermi dalle fatiche del Blogging Camp e ho di nuovo riempito il frigo di verdure.
Perché io ho un problema (grosso): la fame. Io ho fame. Tanta. E quando ho fatto la prima dieta l'ho patita, un po'; però ovviavo mangiando cofanate di verdure, ovvero ciò che mi era concesso in quantità illimitate.
Il mio frigo adesso è di nuovo pieno di verdure di ogni tipo, ma lo è anche il freezer, perché non sempre ho il tempo e la voglia di cucinarmi due o tre contorni, oppure un paio di contorni e una minestra. Le verdure surgelate vanno bene lo stesso e sono, senza dubbio, di più rapida gestione. Alla Coop del mio paese noteranno un incremento di vendite di vellutata di zucca: la mia salvezza durante i mesi della precedente dieta. Ne ho fatta fuori così tanta, in quel periodo, che poi ne ho quasi preso le distanze. E pensare che, dal piano più alto del freezer, me l'avevano spostata nello scaffale più in basso, perché non solo ero la prima consumatrice, ma ne ho pure fatto un'enorme pubblicità, perché è davvero gustosa. Gustosa. Insomma. Gustosa per una che sta a dieta... Perché io sarei una godereccia e quest'estate ho gozzovigliato, senza fare sport, per di più, a parte la movimentazione figlioli, che non è così banale.
E invece si riparte con la dieta, da domani. E si riparte con le telefonate di lavoro passeggiando velocemente. Spero di ripartire a breve anche col pilates, ma prima devo mettere a punto l'orario di Giacomo alla scuola dell'infanzia, ché qui è il 2 ottobre ma l'inserimento è graduale.
Suvvia, vado a fare uno spuntino, sennò arrivo all'ora di pranzo che mangerei anche le gambe del tavolino, che poi è quello che io chiamo scrivania, ad altri orari. E questo è il bello del lavorare da casa. Ma questa è un'altra storia!