Della sottile differenza tra un dominio e un blog

Premetto, per chi non lo sapesse, che questo blog è stato aperto d'impulso, in una calda domenica di luglio, con un bruttissimo template a sfondo arancione e per "passare il tempo" al settimo mese di gravidanza.

Ecco, in quel momento io ho acquisito un dominio. Quello non era un blog, ma solo un dominio con qualche pensiero scritto sopra. Nato il mio Toparco, non ho voluto rinunciare al mio passatempo preferito ed ho cercato di mantenerlo vivo e attivo a dispetto delle poche notti in bianco e del molto sonno scombussolato. Solo a quel punto il mio dominio si è trasformato in blog: perchè in quel momento c'è stato un cambio di volontà. Era arrivato il fresco ed avevo un bambino da curare e coccolare. Io non avevo più bisogno di un passatempo. Ma avevo bisogno di scrivere, di raccontare i miei viaggi e le mie esperienze. E' così che io sono diventata una blogger.

silvia

Nel frattempo, ho visto blog aprire e chiudere. Ho visto blogger lanciatissimi implodere terribilmente. La paura è sempre quella. Di non avere tempo. Di perdere ispirazioni. A mio avviso, qui sta la distinzione tra chi è blogger "dentro" e chi non lo è. Come dice la mia amica Giovy Malfiori "Scrivere è raccontare un'emozione richiamata alla mente in un momento di tranquillità". E' proprio il suo post "Scrivere di Viaggi" che mi ha ispirato queste righe, insieme a quello si Silvia Cartotto, "Di travel bloggers, di blog tour e del viaggiare".

Concordo con entrambe sul fatto che un blogger è uno storyteller e che se non si hanno emozioni non si può bloggare, non si può scrivere. Io ho nella mia testa un piano editoriale, sia per quanto riguarda i miei articoli che quelli dei co-blogger (che ringrazio e non finirò mai di ringraziare!). Ma alla fine è il cuore che comanda. E' il cuore che sceglie gli argomenti. Non riesco a scrivere di cosa non mi piace. E nemmeno di cosa non mi attrae in quel momento. Non posso scrivere di montagna se ho voglia di mare! Per non parlare del SEO (il search engine optimization, per chi non è del mestiere!). A volte mi dico: dai, Silvina, facciamo un articolo ben trovabile online. Dopo le prime due righe, il cuore e le emozioni prendono il sopravvento. E amen. Se siete qui a leggermi è perchè "piaccio così" (si noti l'alta citazione dalla sigla del cartone animato  Memole!). Anche se voglio farne una professione (eh, sì, lo ammetto, ma non lo dite ai miei!), non riesco a pensare in termini convenientistici. Accetto di fare articoli sponsorizzati solo se credo in ciò che scrivo. La mia credibilità e quella dei miei co-blogger val bene la marchetta di un articolo. Un'altra cosa, che non so se capita anche ad altri, è che ci sono articoli che scrivo in dieci minuti, mentre ce ne solo altri che prendo in mano più volte. li abbozzo, li limo, li rielaboro. Ma finchè non mi piacciono non li pubblico. Non è semplice riuscire sempre a far passare il messaggio giusto. E allora, meglio  ripensarci su... sono stata spiegata?

Dev'essere un periodo di meditazione generale per i blogger. Mentre io scrivevo questo post, è uscito quello di Dalia Marchesi "Perchè bloggo?". Dato che in fondo pone la domanda anche ai suoi lettori... in questo post c'è la mia risposta!

Un altro interessante quesito è quello posto da Francesca di PatatoFriendly: "Ma tu quando scrivi?" La mia risposta... è più o meno la sua!

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