
Il vaccino: un istante che vale vita
La mia esperienza con il vaccino Astra Zeneca.
Fatto! È bastato un istante: l'ago è entrato nella pelle, ho scelto il braccio sul quale più raramente dormo. L'infermiera ha spinto il pistoncino e la dose di vaccino è entrata nel mio corpo. L'ago è uscito, poi, e io ho tirato un sospiro.
- È tranquilla, ora?
- No, sono felice. Tranquilla ero anche prima.
Felice di pochi millilitri di sostanza entrati dentro di me, felice di poter entrare in aula tranquilla.
Come già anni fa, anche in questo periodo sto andando in aula come esperto esterno: faccio lezioni di imprenditoria e di creazione di siti web. Sono in due istituti superiori, uno a Pisa e uno a Livorno. In entrambi faccio lezioni in presenza e proprio per questo ho avuto diritto al vaccino. Ne sono felice. E grata.
I miei studi scientifici mi hanno sempre portato a credere fortemente nella scienza e nei vaccini. Qualche anno fa qui in Toscana ci sono stati dei focolai di meningococco e anche allora andai a vaccinarmi, nonostante stessi allattando, o forse proprio perché stavo allattando e avevo un piccolino da proteggere.
I vaccini sono una conquista dell'umanità e della scienza e chi si rifiuta di farli pur avendone diritto dovrebbe, per me, non avere diritto a cure.
I vaccini sono un'opportunità di salute per chi li fa e, soprattutto, per chi è oggettivamente impossibilitato a farne.
Di certo le polemiche degli ultimi tempi (troppe chiacchiere i media, troppe incertezze il governo) non hanno aiutato lo stato di serenità nazionalpopolare. Invece, con basi scientifiche, posso dirvi di fidarvi della scienza, di credere nei vaccini, senza considerare quelli di serie A, B o C. Quello che ho fatto io è AZ. E allora? Non mi sento di certo una cittadina "minore" ad aver potuto fare questo, anzi, piuttosto mi considero una privilegiata.
Sono la prima della famiglia ad averlo fatto, se si esclude la nonna novantanovenne del consorte. E con un marito che lavora al pubblico, un padre ultraottantenne, madre e suocero cardiopatici, devo dire che avrei preferito fosse toccato a uno di loro, prima che a me. Ma così è, bisogna aspettare, bisogna essere ubbidienti e docili.
Se mi leggete da un po', saprete che io non sono né ubbidiente, né docile, ma in questi momenti viene fuori la mia anima rigorosa e il mio credo scientifico smisurato.
Io sono vaccinata. Questa è la mia esperienza con il vaccino Astra Zeneca. Fuori una. Adesso tocca agli altri. Vi prego, non buttate via le vostre opportunità. Il vaccino è vita. Per sé e per gli altri.