Etty Hillesum e la sua Shoà

Tante volte leggendo libri di sopravvissuti alla catastrofe, Shoà, o studiando la storia delle leggi razziali e delle deportazioni mi sono chiesta come fosse stato possibile arrivare a cotanta ferocia.

L' abominio.

Come la follia non sia stata isolata ma condivisa in maniera cosi ben strutturata e programmata.

In guerra gli uomini, da sempre, spero, non per sempre ma credo, speranza vana, danno il peggio di sé stessi.

In guerra avviene.

Potrei fare tante domande e avere altrettante risposte,come non averne neanche una, degna.

Non farò domande, non darò risposte, voglio solo presentare una giovane donna poco conosciuta:

Etty Hillesum, ebrea olandese vissuta nel periodo delle barbarie naziste, testimone e vittima dell'orrore dei campi di internamento e di sterminio.

Il suoi libro :

Un' estrema compassione

ed estrarre poche frasi ed invitarvi alla lettura, non semplice, di questo libro.

Un pensiero articolato di una testimone, sulla questione estrema del male, del dolore, dell'ingiustizia e dell' impegno.

 

«Devi restare testimone di te stesso, prendere nota di tutto ciò che accade in questo mondo,

non chiudere mai gli occhi alla realtà, devi venire alle prese con questi tempi terribili, cercare una risposta alle molte domande che essi ti pongono.

Forse le risposte aiuteranno non te soltanto ma anche gli altri».

Etty sottolinea: «Indignarsi è fondamentale, dobbiamo indignarci, ma odiare no, perché odiare rende solo il mondo sempre più inospitale».

Lei testimonia con i suoi scritti e sopratutto con la sua vita la necessità di non odiare e in una situazione di orrore quale può essere la vita in un lager nazista, è necessario che ci sia chi testimoni  un senso d'umanità attraverso gesti di aiuto  materiale: dividere una misera coperta, cedere un pezzo di pane o consolare chi psicologicamente  disperato.

Etty Hillesum ci ricorda l'importanza di non perdere la nostra umanità quando tutti, carnefici e vittime, sembrano averla persa.

Lei,  grande esempio di resistenza esistenziale, perché odiando si creano schieramenti e si chiudono le porte,

indignarci, invece, dobbiamo.

Non smettere di lottare contro tutti i più spregevoli pregiudizi.

Un libro pieno di spunti di riflessioni sullo sterminio, sugli uomini, sul pensiero che deve rimanere vigile... perché la Shoà è sempre dietro l'angolo.

Il senso della memoria non è ricordare per alzare barricate, ne' parlarne come se non fosse mai avvenuto... la memoria è:

se quell'uomo fossi stato io...ummmmm 394

 

 

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