G come Guida secondo una guida: Daniela Stampatori, guida della Tuscia
Da cosa nasce cosa. Da articolo nasce articolo. Dai complimenti di Daniela Stampatori, guida di Viterbo e della Tuscia è nato il mio invito, a lei e alle altre amiche (e amici) guide a voler condividere la propria esperienza: la guida vista "dall'altra parte". La sua risposta non poteva non diventare un post dedicato. E l'invito, di nuovo, alle guide a voler diffondere la loro passione. Ecco Daniela:
Cara Silvia… perché no?
Io sono una guida turisitica “per caso”, nel senso che ho studiato Conservazione dei Beni Culturali all’Università della Tuscia e da grande avrei voluto fare l’archeologa… e così è stato! Ho studiato tantissimo, mi sono laureata, ho fatto scavi in tanti bei posti in giro per l’Italia, ma… mi mancava qualcosa… Volevo condividere la mia passione anche con chi non era “del mestiere”, volevo raccontare e far sperimentare cosa si prova nella scoperta, mostrare a tutti quanto sia ricco il nostro territorio! Col passare del tempo, il mondo degli scavi inziava a farsi stretto, le vicende della vita mi hanno portato altrove, ma la passione è rimasta e quindi ho deciso di metterla a frutto diventando guida turistica nel territorio dove vivo: la Tuscia.
Non sapevo a cosa stessi andando incontro… non sapevo neanche da dove cominciare!! Per caso e per fortuna arrivano le prime visite guidate: ansia! Ogni volta studiavo e mi sentivo come se stessi andando ad affrontare un esame universitario… e i poveri malcapitati, interessati o meno che fossero, dovevano ascoltare tutto quello che avevo da dire con dovizia di particolari! Per fortuna, con un po’ di esperienza (e di lucidità) ho iniziato a farmi guidare dal mio buon senso, dall’attenzione, dall’ascolto dell’Altro (insomma, non dobbiamo pretendere che l’unica a dover essere ascoltata sia la guida: prima di tutto gli ospiti!) ed ora posso godermi la bellezza degli incontri con i turisti. Le scolaresche sono le più difficili forse, ma anche quelle che danno più soddisfazioni: una volta mi sono commossa quando una ragazzina di terza media dalla Puglia, a fine viaggio, mi ha detto “sai, fino ad oggi ero indecisa sulla scuola superiore da scegliere, ma adesso ho capito che anch’io voglio fare il tuo stesso lavoro! E’ bellissimo!”.
Ma i miei preferiti sono i gruppi dei “non più giovani”, che, nonostante la stanchezza, hanno sempre ancora tanta voglia di scoprire alla fine del viaggio ed una volta un signore mi ha detto: “signorina, spero che le gambe mi reggano ancora per un po’, perché io in questa Tuscia ci voglio tornare: mi ha raccontato tante cose interessanti e curiose che ne voglio scoprire altre!”.
Sarò forse banale, ma ritengo che per fare questo mestiere ci voglia, sì, tanta passione, ma soprattutto è indispensabile saperla comunicare. Non basta essere dei bravi studiosi e perfetti conoscitori del territorio, se poi non si riesce a seminare le nostre conoscenze negli animi degli altri trasformandole in curiosità.
Chiudo con un ultimo ricordo: verso gli ultimi anni di università, il mio professore di Antichità greche e romane, mi disse “Le auguro che questa luce che ha negli occhi quando parla di archeologia continui a brillarle per sempre”… per un periodo della mia vita si è affievolita, ma ora si è riaccesa e la vedo brillare negli occhi di chi incontro nel mio lavoro.
Grazie, Silvia, per questa occasione…
Grazie a te Daniela per questa bella condivisione!
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