H come Ho perso la coincidenza

Perdere la coincidenza è il mio incubo di ogni viaggio che richieda dei cambi. Di aereo, di treno, di pullman. L'idea di perdere una coincidenza mi ha sempre angosciato. Sarà perchè vengo da una famiglia di iperpuntuali in cui nessuno mai ha perso una coincidenza. Sarà che sono una perfettina che si disturba a sentirlo nominare, il verbo perdere. Non so. Ma certo è che, per non perdere le coincidenze gioco sempre in anticipo.

Quando ero giovane (ma giovane davvero!) andavo in Germania alle Settimane Europee (se non sapete cosa sono, leggete qui e, per voi -se siete giovani "davvero"- o per i vostri figli, iniziate a preparare i bagagli!!), magari partendo da Pisa da sola, stavo in ansia per un mese, prima di partire. E, nonostante volessi sempre coincidenze "larghe", la legge di Murphy si abbatteva su di me: di ritorno da Aquisgrana, sul treno diretto verso l'aeroporto di Francoforte, le porte si aprivano ogni minuto. Il treno si fermava. Si richiudevano le porte. Il treno ripartiva. Io piangevo, perchè sapevo che molte delle persone che avevo conosciuto e con cui mi ero divertita tanto non le avrei più riviste. E, nel frattempo guardavo l'orologio. Arrivare, diciottenne, nell'aeroporto più grande d'Europa con uno scarto ridottissimo non ha prezzo. Correre sui tapis rulant in mezzo ai tedeschi calmi e flemmatici, nemmeno. Fraintendere il numero del gate per l'agitazione, richiederlo dicendo "Echt? " (davvero?) e sentirsi rispondere dal "gendarme" "Ich luege nicht" (non dico bugie) è roba che ti ricordi come se fosse ieri a quindici anni di distanza. E che contribuisce a farti venire l'ansia da coincidenza persa.

Mitico il risveglio -anche se non ho memoria di essermi addormentata- alle 2.00 per partire da La Manga, la penisola "delle discoteche" vicino a Murcia. In pullman fino a Cartagena. Di qui, un nuovo bus fino ad Alicante. A piedi dalla stazione degli autobus a quella dei treni, per arrivare fino al confine con la Francia. Sosta interminabile per prendere il "treno della notte"; salutare a Ventimiglia gli amici torinesi. Per loro, una nuova coincidenza; per Pisa, invece, basta restare a bordo.

Arrivare a casa dopo 40 ore di viaggio ed infilarsi nel letto, svegliandosi solo 24 ore dopo. Beh, a quest'età, mi collasserei solo al pensiero di un viaggio così! Ma l'orgoglio di non aver perso nessuna coincidenza è grande!

Sono curiosa: voi che rapporto avete con le coincidenze? Raccontate, gente, raccontate!

Avete già letto le altre lettere del mio #ABCviaggi?  Eccole:

A come Aereo    B come Boat Trip    C come Camera…d’albergo…    D come Dormire (poco) in vacanza     E come Enrico     F come Fame…da Viaggio     G come Guida

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