
La cucina del Marocco: 5 piatti vegetariani da leccarsi i baffi
Se c’è una cosa che amo quando sono in viaggio è assaggiare i prodotti e i piatti dei posti che sto visitando. Nelle capitali o nelle grandi città europee amo molto anche girare per ristoranti etnici, ché qui in provincia sono più difficili da trovare. È così che mi sono innamorata della cucina del Marocco, soprattutto per quanto riguarda la componente vegana o vegetariana.
Non che io non mangi carne, ma quando sono in viaggio ho la tendenza, credo come molti, a mangiare poca frutta e verdura. Con i piatti vegetariani o vegani riesco a recuperare la componente di vitamine e sali minerali che mi fa stare meglio. E la cucina marocchina offre veramente tanti piatti gustosissimi a base di cereali, legumi e verdure. Vediamoli insieme.
Il piatto principe della cucina del Marocco: cous cous con verdure
Uno dei piatti principe della cucina del Marocco è il cous cous. Nella versione vegana con verdure o vegetariana con pesce e verdure, per me è qualcosa da perdere la testa. Il cous cous è una granella di semola molto piccola (considerate delle palline irregolari di 1 millimetro di diametro) che le famiglie marocchine spesso producono in casa e cuociono al vapore in una casseruola. La ricetta tipica del cous cous con verdure contiene melanzane, zucchini, pomodorini, carote, peperoni e cipolle. La versione primaverile è invece con carciofi, piselli, fave e zucchine. Ciò che conferisce, però, al cous cous marocchino il suo sapore inconfondibile, è dato dalla miscela di spezie che lo arricchisce. Cardamomo, cannella, aneto, menta e a volte anche miele e mandorle gli donano gusti e retrogusti avvolgenti, freschi e inimitabili.
Harira vegetariana
L’harira è la zuppa tipica dell’iftar, il pasto che i musulmani fanno appena va giù il sole e c’è lo scoppio del cannone, nel mese del Ramadan. Già! Esperienza nell’esperienza, viaggiare durante il Ramadan in un Paese islamico e assistere alle grandi cene (che hanno un nome tutto loro: iftar) in cui le famiglie si uniscono, spesso al ristorante, e aspettano che l’ultimo raggio di sole sia scomparso prima di nutrirsi. Nutrirsi, ovvero mangiare e bere, perché nel mese del Ramadan i musulmani si astengono dall’assumere cibi e bevande dall’alba al tramonto. Per questo gli alimenti che compongono l’iftar, soprattuutto i primi, devono essere sia dissetanti che nutrienti.
Mentre la prima bevanda, spesso già presente sui tavoli dei ristoranti (insieme a della frutta secca) quando i commensali si siedono in attesa del tramonto, è una limonata molto zuccherata, il primo piatto dell’iftar marocchino è tipicamente l’harira, una zuppa con una componente liquida, ma corposa e molto nutriente.
L’harira vegetariana contiene ceci e lenticchie, oltre a cipolla, pomodoro e limone. Ma sono la curcuma, lo zafferano, il cumino, lo zenzero, la cannella e il coriandolo fresco a regalarle il suo gusto travolgente, perfetto anche per chi ama queste spezie e non i legumi, perché di fatto il mix di spezie riesce a coprirne in pieno il sapore.
Per un perfetto bilanciamento nutrizionale, si accompagna con riso o pasta finissima, tipo capelli d’angelo, che vi vengono fatti cuocere a fine cottura o appena prima di servirla.
Ma… non siete curiosi di sapere in cosa si discosta l’harira vegetariana (che poi è vegana!) da quella tradizionale? Le polpette di agnello (o manzo, a seconda delle ricette), cotte nella zuppa.
Msemen, ovvero le crêpes marocchine
Msemen è, di fatto, il pane dei marocchini. L’impasto di acqua e farina (senza lievito) viene fatto riposare e poi viene cotto in padella con olio (o burro), come una crêpe. Viene di solito servito a colazione o merenda e può essere condito con marmellata, nella versione dolce, o con pomodori e peperoni (e pollo, per i non vegetariani), in quella salata.
Cucina del Marocco e piatti inconfondibili: Tajine di verdure

Il tajine è una particolare (e bellissima) pentola di terracotta tipica del Marocco. Il suo coperchio a punta permette una cottura stufata verso il centro e al vapore verso l’alto. Il piatto tipico marocchino che vi viene cucinato, a base di verdure, prende il nome dalla pentola e, quindi, dal tipo di cottura. Le verdure utilizzate sono sempre quelle di stagione (non mancano mai patate e cipolle). Anche qui, lo avrete già immaginato, il sapore inconfondibile è offerto dal mix di spezie. Nel tajine non manca mai il peperoncino!
Baghrir: i pancake coi buchi
E di dolce? I baghrir sono come i pancake, ma coi buchi. Sono sofficissimi e hanno come ingredienti farina, semola, sale, burro, lievito e miele. Vengono mangiati tal quali, magari accompagnati da tè alla menta ben zuccherato (atay, la bevanda nazionale). Più spesso sono farciti con burro e miele (come da tradizone), oppure con marmellata o cioccolata.
Non solo piatti: prodotti tipici del Marocco
Al fianco di questi piatti vegetariani e vegani caratteristici della cucina marocchina ci sono due prodotti, un alimento e una bevanda, che rappresentano davvero questo Paese Nordafricano. Sono le olive e il tè.

Le olive
Le olive sono immancabili sulle tavole marocchine, sia mangiate da sole o in accompagnamento allo msemen, sia come ingrediente di cous cous, tajine, insalate o altri piatti.
Il Marocco è uno dei principali Paesi produttori di olive (e di olio, che viene spesso esportato in Europa) e i marocchini amano mangiare le olive, da sole o all’interno di altri piatti, soprattutto nella versione che noi chiamiamo “alla marocchina”, ovvero in salamoia di aglio e peperoncino.
Mentre molti viaggiatori preferiscono non mangiare insalate nei Paesi Africani per non incorrere in problemi dovuti a uno scarso lavaggio, le olive possono essere mangiate tranquillamente, in quanto prodotto “conservato”.
Il tè
La bevanda per eccellenza del Marocco è il tè. Da quando gli inglesi lo introdussero nella metà del 1800, i marocchini lo apprezzarono così tanto da farlo diventare il simbolo della loro ospitalità.
Il tè marocchino, preparato e servito dal padrone di casa per gli ospiti, è tè verde alla menta, spesso molto addolcito da zucchero. Dalla teiera d’argento, il tè viene messo nei bicchieri con un movimento dall’alto che gli permette di ossigenarsi. I bicchieri usati per bere il tè sono caratteristici. La raffinatezza della loro lavorazione e la ricchezza del materiale mostra il ceto sociale della famiglia.
La cucina marocchina, con le sue spezie e i suoi aromi travolgenti regala esperienze sensoriali a ogni tipo di commensale. Provare per credere!