La Giostra del Saracino a Sarteano: quel che c’è ma non si vede….
Stavolta voglio parlarvi della Giostra del Saracino, che si svolgerà qui a Sarteano il 15 agosto.
Ci sono i cavalli, il corteo storico, la spettacolarità della sfida e la goliardia del tifo, ma non mi soffermerò troppo su queste cose che in ogni caso potrete vedere anche da soli qualora decideste di venire qui…e se fossi in voi lo farei, eccome!
Voglio parlarvi di quello che non si vede, di quella Giostra che pochi hanno la fortuna di vivere e, se riesco, di quell’emozione che ti entra addosso quando, allo scadere della terza carriera il banditore grida “E’ giostra”.
La Giostra del Saracino di Sarteano ha origini antiche anche se, per ovvi motivi ha subito molti anni di interruzione. Nel 1982 alcuni giovani decisero che era l’ora di riportarla in auge, migliorarla e soprattutto renderla una delle manifestazioni simbolo del paese; fra quei ragazzi armati di tanta voglia di fare e di tanto coraggio c’erano anche i miei genitori e a parlarne così mi viene da pensare che non sono molto diversi da noi oggi che insieme cerchiamo di rendere il nostro paese un po’ più bello di come lo abbiamo trovato, armati della stessa caparbietà, della stessa creatività e di altrettanto coraggio.
Nel 1982 io avevo 4 anni ma ricordo molto bene l’atmosfera che mi girava intorno: costumi da cucire, lattine di fagioli alte quanto me e poi la festa, la cucina, l’odore dei bomboloni fritti da mia nonna dentro la mia cantina.
Ma non era solo agosto, era sempre perché chi si impegna in una manifestazione del genere deve sapere che non è solo per quei tre giorni ma è per l’intero anno.
Ricordo noi, forse un po’ più grandi ma nemmeno troppo, coinvolti da subito a preparare, servire, tagliare e organizzare e il tifo, degno di uno stadio di serie A…o almeno così mi piace pensare.
Seguire così dal vivo la vita di contrada è davvero difficile e occorre molto tempo ed energie che non tutti hanno a disposizione.
Col tempo magari c’è il distacco: lo stile di vita, gli studi, il lavoro, ma scommetto che a tutti, e dico tutti, al primo accenno di chiarina o alle prime note dell’Inno Ufficiale della Giostra viene la pelle d’oca proprio come a me, perché quei colori rappresentano la mia casa, i miei ricordi e le mie radici e si, la mia famiglia.
Ho voluto scrivere questo perché mi piacerebbe molto che almeno una persona fra quelle che hanno avuto la pazienza di leggere riesca per un attimo a guardare la Giostra del Saracino pensando a quello che c’è dietro a uno spettacolo affascinante e al sogno di tante persone che insieme lavorano, ridono e piangono ( e quante lacrime non vi sto a dire) solo per quel giorno in piazza.
Photo credits: Mauro Sini