La mia Kyiv... #2Ukraina4Matrimony

cielo sopra kyiv
bandiera Ukraina

“Il cielo e’ uguale. Ovunque tu vada.”
Oggi vi porto con me nella capitale di uno stato dai più ritenuto libero ed indipendente da ormai 23 anni: l'Ukraina.Il suo nome è Kyiv.

Si, Kyiv, e leggetelo pure come è scritto, con una doppia YI, ma sopratutto senza E. Perchè Kyiv è in Ukraina, e l'Ukraina è Kyiv (e non Kiev...)

cartina ucraina

Kyiv: la città

La città i cui abitanti venivano, millenni addietro, chiamati Rusici, abitanti della regione del Rus' di Kyiv.E non viceversa...

stazione di kyiv
interno stazione kyiv
dentro la stazione di kyiv
fuori dalla stazione di kyiv
edifici di kyiv
orologio stazione a kyiv
kyiv

In questi tumultuosi giorni per la popolazione ukraina, ho sentito sempre più forte il desiderio di raccontare a chi vorrà conoscerla, la mia visione della terra di mia moglie.

Sono approdato nella città millenaria via treno, nella tratta di ritorno di un sofferto commiato dal piccolo Yaroslav fatto di proposito coi mezzi che l'ukraino medio usa, il treno, da Ivano-Frankivsk a Cerkassy via Lviv all'andata e via Kyiv, per l'appunto, al ritorno. Due indimenticabili giorni fatti di odori, colori, sapori, umori, sguardi e vite.

Kyiv: città di contraddizioni

Kyiv è subito, a prima vista, simbolo di una contraddizione insita nella terra del grano, che ha nella sua bandiera i colori di questo elemento fondamentale ed il blu del suo cielo, incredibile.

La vecchia stazione ferroviaria è stata raddoppiata da quella nuova, edificata in occasione degli europei di calcio di Polonia-Ukraina del 2012. Queste contraddizioni saltano ancor più agli occhi di chi vi giunge...

Ostentata ricchezza contrapposta a treni che vi giungono carichi zeppi di gente semplice, che arriva in capitale ed ha subito un senso di spaesamento, di estraneazione. Se l'Ukraina è indigente, vive di stenti e di cose semplici, perchè qui esplode forte l'urlo della volontà di apparire altro?

chiesa di Kyiv
autobus a Kyiv
annunci a Kyiv
moderno e vecchio a Kyiv
grattacieli a Kyiv
palazzi di Kyiv
tram auto e palazzi a Kyiv
nuvola a forma di ukraina
cielo ukraina
uccellini
uccello Kyiv

Forse che il resto del paese non è come quel che qui si vede?

Poi cominci a camminare per le strade che portano al cuore della città. Scavalchi la ferrovia e vedi subito che questa dicotomia si amplifica, rimbomba, urla, ma in silenzio...

Al di là dell'inferriata, sotto il cavalcavia, un mercato rionale si apre nella sua semplice povertà, oppresso dall'impianto di rigassificazione e dal grattacielo ad uffici che lo fronteggia.

Decidiamo di vagare per i grandi viali percorsi dalle auto che freneticamente circolano schiamazzanti. Di tanto in tanto osserviamo edifici di diversi stili ed epoche confrontarsi svettanti nel blu del cielo ukraino.

Sapendo di non avere tanto tempo a disposizione, in attesa che riparta il treno che ci riporta a casa, decidiamo di accentuare questo senso di spaesamento andando in un orto botanico a ridosso del centro storico della città.

Ed è qui che mi appare, come un segno incredibile, nel mio scrutare il cielo tra le fronde di alberi altissimi, una nuvola che somiglia nella forma al paese in cui mi trovo, con la parte inferiore che ricorda in modo impressionante la penisola della Crimea.

Qui bisogna scrivere tutto in due lingue, il russo della vecchia dominazione imperiale e l'ukraino della gente che vive nella repubblica democratica dell'Ukraina?

Due piccoli uccellini provano a rispondermi. Mi invitano a osservare la natura che mi sta attorno. Tutto parla la stessa lingua, eppure c'è sempre chi crede di poter essere più importante e di soverchiare l'altro in quanto più grosso, più potente, almeno all'apparenza.

collage scoiattolo a kiev

E poi arriva lui... Bilka mi guarda attonito, e mi dice di non capire il perchè di tutte queste mie perplessità...

"Sei grande, grosso, hai da mangiare, da vestire, hai la tecnologia che ti permette di essere qui ma di collegarti con simili dell'altra parte del pianeta, di poter scambiare pensieri, parole, sentimenti."

білка vuol dire scoiattolo, in ukraino, gli dico io...

Non ti arrabbieresti se ti chiamassero белка, belka?

scritte in russo e ucraino a kiev

Lui mi guarda, mi sorride, e scappa via...Arrivata l'ora di andar via, sulla strada del ritorno penso a quel che Bilka mi ha detto ma sopratutto a quel sorriso...

indicazioni stradali a Kyiv

...continuando a guardare in alto, a quel cielo che prova a parlarmi, ma che non riesco a capire, forse perchè parla una lingua diversa...

fabbriche a Kyiv
alberi e grattacieli a Kyiv
interno chiesa a Kyiv
immagine di chiese a Kyiv

Fu lì che mi tornò in mente una parabola, una storia legata al mito hindu:

"Là cresceva nel centro della terra il meraviglioso albero del mondo, o albero della conoscenza. Era così alto che quasi raggiungeva il cielo. Disse nel suo cuore, "Terrò la mia testa nel cielo e allargherò i miei rami su tutta la terra, e terrò tutti gli uomini radunati insieme sotto la mia ombra, e li proteggerò, e farò sì che non si separino".

Ma Brahma, per punire la superbia dell’albero, tagliò i suoi rami e li scagliò giù sulla terra, dove misero germogli come alberi wata, e fece sì che sulla terra prevalessero le differenze di fede e di lingua e di usanze, in modo che gli uomini si disperdessero sulla sua superficie."

da Wayne L. Allison, In The Beginning Was The Word: (The Genesis of Language). La superbia.

E, contemporaneamente, la stessa superbia di un Dio che non vuole che i suoi figli siano come lui od ancor peggio meglio di lui.

banchina Kyiv
cielo nuova

Questo ci ha divisi.

Sgomento, sul binario che custodiva il treno che ci riportava a casa e ci riparava dal temporale impetuoso che era esploso, mi tornò in mente il mantra che in Ukraina mi è nato guardando il cielo blu, metaforicamente rappresentato nella metà parte della loro bandiera, fatta anche della luce del sole che inonda il giallo grano che ogni giorno, in ogni prodotto che i nostri piccoli mangiano, non ci accorgiamo di usare.

“Il cielo e’ uguale. Ovunque tu vada.”

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Grazie a chi mi ha permesso di poterlo osservare...Pace e bene...

testo e foto di Ernesto De Matteis

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