La scalata del Pal Piccolo sui sentieri della Grande Guerra
A scuola si passano mesi a studiare la Grande Guerra, 3 lunghi anni di battaglia con migliaia di morti e solo per riuscire ad ottenere un territorio. Date da studiare, luoghi da imparare a memoria sull'atlante, nomi che nemmeno si ricordano da tanti che sono. Io sono stata anche fortunata perché ho potuto sentire il racconto di quei terribili anni da mio nonno che ha partecipato attivamente alla Grande Guerra ma... se pur mi ha suscitato delle forti emozioni per il racconto nei dettagli e non certo come leggerlo su un libro, essere lì sul campo, dentro a dove si combatteva e si trascorrevano notte insonni, è tutta un'altra cosa! Proprio per questo ho deciso di partecipare a questo tour sui sentieri della Grande Guerra: volevo esserci, vedere e documentare per non dimenticare!
Dal Passo di Monte Croce Carnico sui sentieri della Grande Guerra
Siamo arrivati sul luogo della partenza ovvero il Passo di Monte Croce Carnico. Si trova proprio sul confine con l'Austria e qui abbiamo conosciuto la nostra guida alpina, Alberto. Dopo averci spiegato il percorso che avremmo fatto, abbiamo oltrepassato il confine e abbiamo iniziato il percorso, che non è certo stata una passeggiata di piacere. Ci siamo arrampicati per ore lungo un sentiero non sempre facile da trovare visto che in alcuni punti uno strato di ghiaccio lo avevo ricoperto.
Le trincee della Grande Guerra
Immersi nella natura e con un gran silenzio intorno a noi, si sentiva solo il nostro respiro affannato; ad un certo punto, alzando il naso al cielo, ci siamo accorti di essere proprio all'interno di una postazione chiamata “il naso delle mitragliatrici”. Siamo entrati, abbiamo camminato all'interno e guardato dai fori che loro utilizzavano per sistemare le mitragliatrici insomma, ci siamo voluti immedesimare nel loro ruolo. Ma mai sarà come allora!
Il nostro viaggio prosegue, questa era solo la prima tappa, il resto deve ancora arrivare; abbiamo camminato per parecchie ore fino ad arrivare in cima: ce l'abbiamo fatta ed è stata una grande soddisfazione e guardandoci intorno. Tutto intorno una vegetazione sempre rigogliosa nonostante sia molto cambiata dalla partenza. Prima tutto verde con fiori colorati ovunque per poi arrivare in una zona meno verde ma con la natura che sbocciava ovunque, persino tra i sassi e... un panorama stupendo!
Il museo all'Aperto della Grande Guerra sul Pal Piccolo
Sopra di noi solo il cielo e tutto intorno un Museo all'Aperto spettacolare: cunicoli, grotte, postazioni strategiche e ripari notturni. Ci siamo fermati in un punto dove eravamo proprio al confine: con un piede eravamo in Austria e con l'altro in Italia. Da una postazione austriaca si intravedeva il fronte della prima linea italiano: un'emozione unica da vivere! Da qui si poteva benissimo capire quanto fossero vicini tra loro a combattere, quanto fosse impossibile dormire la notte e quanto la tensione fosse viva 24 ore al giorno. Ho cercato di immedesimarmi nei racconti che @Ilmiliteignoto ci ha raccontato mentre ci siamo fermati per il pranzo al sacco. Mi venivano in mente i racconti di mio nonno ma vi posso garantire che possono essere solo frutto della mia fantasia perché essere li durante quei momenti penso sia proprio impossibile da ricreare.
La discesa è stata altrettanto impegnativa ma ci ha dato la possibilità di vedere anche l'altro versante della montagna. Abbiamo fatto il giro completo del monte partendo da circa 1300 metri e arrivando a 1800: una bella salita! Tra l'altro abbiamo avuto la fortuna di vedere una marmotta e la sfortuna di incontrare proprio davanti a noi una vipera ma essendo in montagna può capitare!
Dopo una pausa per recuperare le forze siamo ripartiti in direzione Timau per vedere i resti, i ritrovamenti e tutto ciò che è appartenuto ai soldati che è custodito all'interno di un museo. Ma prima un grazie ad Alberto che ci ha accompagnato per tutto il percorso indicandoci la strada; a Nicola, lo storico, e Alice, la curatrice del sito Gli Itinerari della Grande Guerra, che sono venuti con noi e ci hanno accompagnati per tutto il percorso; un grazie a @FVGlive per averci permesso di esserci e ai mie compagni di viaggio Roberta, Monica e Salvatore.