Lisbona e le sardine. Di Ovidio Della Croce
Dovevamo essere i due esperti (lui tabucchiano, io di blogging) di un laboratorio per studenti di seconda media, Microcosmi e macrocosmi. La dimensione del viaggio nella letteratura di Antonio Tabucchi, io e Ovidio Della Croce. Avremmo potuto fare ognuno le proprie lezioni. Saluti e baci. E invece abbiamo deciso che io avrei seguito le sue e lui le mie. Le sue lezioni su Antonio Tabucchi mi hanno insegnato molto di didattica, ma mi hanno, soprattutto, catapultato nel mondo della letteratura. Non voglio dire che è colpa sua se ne I caffè della libertà c'è tanta narrativa, ma le sue lezioni mi hanno fatto ricominciare a leggere. Tanto. Ospitare un articolo di Ovidio è sempre un piacere (e un onore!). Oggi ci racconta delle sardine di Lisbona ed è sempre un bel leggere...
Lisbona è una città non molto grande, capitale di un piccolo paese, davanti a un mare enorme. Forse è anche per questo che resta attaccata alle sue tradizioni come farebbe una piccola città. Lisbona, cambiando, mantiene certe sue caratteristiche: il fado, gli azulejos, i pastéis de nata, le sardine.
Lisbona: baccalà o sardine?
Arriviamo a Lisbona la sera del 13 giugno, purtroppo è tardi per la grande festa di Sant’Antonio (12 e 13 giugno), che noi diciamo “da Padova” ma è nato più di ottocento anni fa a Lisbona ed è patrono della città. Il giorno dopo, in giro tra le strade dell’Alfama decorate con bandierine e festoni colorati, per strada c’è ancora il profumo delle sardine arrostite mischiato a quello dell’incenso della processione.
Se il baccalà resta il piatto più conosciuto, scoperto dai grandi esploratori portoghesi del Quattrocento e cucinato in centinaia di modi, le sardine, piatto povero e pesce più amato, sono diventate il simbolo della città. Pare che i portoghesi consumino 13 sardine al secondo solo nel mese di giugno, circa 34 milioni di pesci. Minacciate dal cambiamento climatico, limitata la pesca dalle autorità, pescare le sardine è diventato più difficile. Al contrario si moltiplica la loro presenza nei negozietti del centro come souvenir sotto forma di portachiavi, calamite e orecchini.
Sardine!
L’aumento dei turisti è stato un altro fattore che ha incrementato il consumo di sardine, soprattutto quelle in scatola, pezzo forte della tradizione portoghese del pesce conservato. Rinomate sono quelle di Nantes, città capoluogo della Loira atlantica, che nel 1824 dette il via alla pratica di inscatolare il cibo, mentre in Portogallo cominciò nel 1850. Le sardine ne divennero subito l’elemento principale, e già nel 1912 il piccolo paese atlantico divenne il maggior esportatore mondiale di pesce in scatola.
Le sardine e altri pesci conservati sono stati molto popolari per i portoghesi per la facilità con cui si possono mangiare adagiati su un pezzo di pane che ne assorbe l’olio. Col tempo, però, il settore subì, all’interno del Portogallo, vari colpi e, a fine Novecento, la produzione fu destinata al 90% all’esportazione.
A Lisbona i turisti sono alla ricerca di qualcosa di portoghese e le scatolette di sardinhas em azeite, insieme a quelle di altro pescado, sono diventate un souvenir molto apprezzato e diverso dalla solita calamita.
Si trovano nei supermercati e nelle conserveiras. Il prezzo per ogni scatoletta è un po’ pensato per i turisti, ma se ci preoccupiamo della diminuzione delle sardine ci può sembrare più giusto. Tipico è il negozio Loja das conservas, sembra di entrare in una vecchia bottega dove possiamo scegliere tra diverse marche di piccole aziende locali.
Un negozio storico in centro è la Conserveira de Lisboa, aperta dal 1930, sembra quasi un museo. Scaffali in legno pieni di scatolette colorate: sardinha, atum, bacalhau, carapau, polvo e altro gustoso pescado em azeite. Ci sono quelle con le varie annate, così è possibile sceglierne con l’anno di nascita di amici e familiari per un regalo di compleanno.
Indirizzi per chi è in cerca di sardine...
In giro per Lisbona si possono trovare diversi negozi di questo tipo. Noi, per esempio, attratti dalla possibilità di fare dei piccoli assaggi e dalla gentilezza della giovane commessa, ci siamo infilati in un negozio della catena Comur, A Conserveira de Portugal, 1942 in Rua da Prata 72 e, per € 54,90, siamo usciti con una scatolina di cartone vintage facilmente trasportabile contenente otto scatolette tra sardinha, bacalhau, atum, mexilhau, anchovas, all’aereoporto però è consigliabile metterla in stiva e non nel bagaglio a mano per non rischiare sequestro e delusione.
In ogni caso è possibile visitare un mercatino del pesce on-line, si chiama O mundo fantastico das conservas portuguesas e, tra un’offerta e l’altra, fare anche un “Viaggio nel tempo” per ripassare la storia mondiale con una cronologia dal 1917 al 2017 grazie alle sardine.
Per esempio, possiamo acquistarne due per € 14,00 (tasse incluse): la scatoletta con la data 1974: “A revolução dos Cravos restitui a liberdade a Portugal (25 Abril)”; e quella del 1975: “Descolonização das colónias portuguesas, tornando-se assim indipendentes”.
Che bello, avevo vent’anni, era la mia prima volta a Lisbona. Allora non mangiavo né sardine né baccalà, scrivevo cartoline con l’immagine di una bambina riccioluta e bionda in punta di piedi che infilava un garofano rosso nella canna di un fucile.
Su quegli anni decisivi della storia portoghese, a chi va a Lisbona, consiglierei di visitare, in Rua de Augusto Rosa 42, il “Museo do Aljube Resistência e Liberdade”, organizzato su tre livelli: “Il fascismo portoghese, Resistenza, Lotta anticoloniale”.
Per controbilanciare la dose eccessiva di storia che la visita comporta e il prezzo delle scatolette, come faceva Antonio Tabucchi, non sarà difficile trovare nei paraggi una tasca (trattoria) per gustarsi un bel piatto di sardinhas assadas e spendere poco.
Indirizzi siti web:
https://www.mundofantasticodasardinha.pt/
Foto: Ovidio Della Croce