Madrid e i suoi spazi verdi
Ancor prima dei musei, ciò che mi ha colpito di più a Madrid sono i suoi immensi spazi verdi, curatissimi, costantemente mantenuti, sin dal primo mattino. Quattro giorni sono pochi per visitarli tutti, ovviamente, ma la passeggiata dentro il Parco del Buen Retiro è sicuramente tra i ricordi più cari che ho: i raggi di sole di fine inverno che riscaldano e mi convincono a togliermi il cappotto; le piante pronte a metter su i fiori; i ragazzini che corrono e saltano sullo skateboard e sono già a mezze maniche. Ecco allora un brevissimo racconto di quel pomeriggio e di qualche altro spazio verde incontrato nelle mie giornate madrilene.
Il Parco del Buen Retiro
Si può entrare al Parco del Buen Retiro da più porte. Io e mia sorella, percorrendo la strada che affianca il Museo del Prado e sale su, siamo entrate dalla Porta Felipe IV. Forse non è l'entrata più suggestiva in inverno, il Parterre è ancora spoglio, ma posso immaginarmi che incanto sia tra maggio e giugno. Mi sembra che non ci siano troppe persone in questo parco, mi sembra stranamente silenzioso. Forse troppo. Finché davanti a me non appare il viale che costeggia l'Estanque, la piscina oltre la quale si staglia la scalinata e l'imponente monumento equestre di Alfonso XII. Eccole le persone, molte: alcune camminano, altre si godono il sole sulle panchine o sulla scalinata, altre si divertono a remare con le barchette nella vasta piscina. Avete presente la sensazione della vita che si risveglia dopo l'inverno? Ecco, quella è stata la piacevolissima impressione che ho avuto in quel momento. Musica. Bellezza. Vita.
E poi il Palacio de Velàzquez e il Palacio de Cristal, più attraenti dall'esterno che all'interno a dir la verità, e che meritano giusto una visita veloce giacché si trovano sul passaggio. Tra l'altro, il primo ospita spesso mostre contemporanee e nel giorno in cui siamo state noi erano esposti i dipinti di Andrzej Wróblewski, interessante pittore polacco morto a soli 30 anni.
Sedute ai piedi della Fuente del Angel Caìdo, ci siamo riposate dalle fatiche della giornata assai massacrante (nella mattinata visita al Museo del Prado, immenso, meraviglioso, ma anche stancante), prima di terminare il percorso camminando tra gli alberi appena in fiore del Paseo del Duque Fernán Núñez.
Il Parco del Buen Retiro mi ha lasciato anche una sensazione di familiarità e, per quanto diversi strutturalmente, mi ha ricordato le mie mura, le Mura di Lucca, il polmone verde di noi lucchesi, dove puoi camminare, correre o andare in bicicletta gratuitamente. Un privilegio non da tutti.
I giardini del Sabatini
Giornata piovosa quella in cui ho visitato i giardini del Sabatini, ma forse era quello che ci voleva. Situati subito dietro il Palazzo Reale, mi hanno colpito per il loro verde scuro, intenso, ma anche per l'ordine e la pulizia. Piccoli, gratuiti, raccolti e profumati, i giardini reali con una visuale già invidiabile nonostante le nuvole basse e la pioggia, sono l'ideale per andare a leggere un libro in giornate più tiepide e soleggiate.
Stazione di Atocha
Una stazione non è uno spazio verde standard per definizione, questo è chiaro, ma dentro la stazione di Atocha c'è una grande serra che ho voluto visitare semplicemente perché di stazioni con un'area verde e rigogliosa al suo interno non se ne vedono tutti i giorni. E perché quella stazione è uno dei luoghi degli attentati terroristici del marzo 2004.
Dove non sono stata?
L'orto botanico e il Parco di El Capricho
Quando tornerò, vorrò visitare l'Orto Botanico e il Parco di El Capricho. Il primo perché la mattina in cui ci sono passata di fianco sono rimasta sorpresa dalla cura con cui gli operai lo stavano preparando alla nuova stagione. Io e Claudia abbiamo soltanto potuto sbirciare dalle inferriate.
Il secondo perché, scoperto soltanto al ritorno, mi è stato descritto come il più romantico e suggestivo da chi invece ci è stato.
E mica me lo posso perdere!
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