Metaverso e turismo: tutto quello che c'è da sapere spiegato facile

Reduce da due giorni di BTO (Buy Tourism Online) in cui buona parte delle conferenze verteva sul tema del Metaverso nell'industria del turismo provo a raccontarvi, con le mie parole semplici e italiane, tutto quello che capito, partendo da assoluta ignorante (o boomer, come dice il preadolescente di casa). Faccio mente locale e ricompongo idee e stimoli qui mentre scrivo, sicché ci sta pure che arrivi in fondo con qualche considerazione personale. O forse no. Vediamo. Comunque HO CAPITO e, in piena sincerità, non lo davo per scontato. Sicché bravi bravi bravi i relatori che ne hanno parlato, oltre a chi ha organizzato, perché portare a casa una (buona, secondo me) conoscenza ricavata da un puzzle di interventi non è affatto banale. Obiettivo raggiunto. Wow!

Ma veniamo a noi: Metaverso e turismo. Dai, ve li racconto!

Il Metaverso spiegato semplice

Ecco, partiamo da capire cos'è il Metaverso, che su cos'è il turismo siamo tutti d'accordo, giusto?

Dunque, avete presente l'Universo? E avete in mente che il "gruppo Facebook" è stato da un po' ribattezzato "Meta"?

Ecco, aggiungete a "Meta" il suffisso "verso"... e il Metaverso è scodellato.

E quindi cos'è il Metaverso?

Un universo su Meta, verrebbe da rispondere, anche se con quel "Meta" di fatto indichiamo una parte per il tutto (se anche voi state pensando a qualcosa che vi hanno raccontato a scuola: è una figura retorica, si chiama metonimia, ho appena cercato anch'io)!

Come ha detto un relatore (ne ho sentiti troppi per ricordarmi i nomi di tutti), bisognerebbe cambiare rapidamente nome, sennò rischiamo, nel parlar comune, di fare una sfacciata propaganda pro Zuckenberg. Ma andiamo oltre...

Il Metaverso è uno spazio virtuale, il luogo che tutti noi abbiamo sul telefono o sul computer, quello in cui i miei figli a Vecchiano giocano con un avatar (un avatar, non una persona, si badi!) a Singapore, allo stesso gioco, nello stesso momento, nello stesso spazio: quello del Metaverso.

Nel Metaverso è incluso anche un Metaverso pro (il pro ce l'aggiungo io, ma è per intendersi meglio, se di Metaverso ne sapete quanto me prima dell'altri ieri, cioè zero), ovvero quello coi visori e la realtà aumentata. Ecco, io qui mi fermo, ché a me l'immersione dà nausea: la capisco, la trovo interessante, ma non posso far soffrire il mio corpo per un'esperienza.

E veniamo al Metaverso e turismo

Ora che è chiaro a tutti cos'è il Metaverso, vediamone l'utilità nell'industria turistica.

Il Metaverso permette (può permettere? permetterà?), a qualcuno che si trova da un'altra parte di "vedere" e immergersi in una destinazione o in una struttura ricettiva. Per l'utente, o potenziale cliente, che, come me, viaggia per atmosfere e sceglie le strutture in base alla persone, sì, il Metaverso è senz'altro un aiuto.

E per l'albergatore? Eh, l'albergatore che ha una struttura particolare, originale, in qualche modo figa, ha l'opportunità di mostrarla ai suoi potenziali clienti. Se parliamo tra boomer, magari un albergo o un glamping nella realtà virtuale lo andranno a vedere i fissati come me, ma se si parla di gggiovani, le famose generazioni X, Z, millennial e quei ragazzotti lì, ecco, per loro il Metaverso è come era per i nostri genitori la guida del Touring (perché un tempo chi non voleva andare in agenzia di viaggi i nomi degli alberghi, con due righe di recensione, li trovava lì, vi ricordate?), quindi un albergatore illuminato presente nel Metaverso (cioè: con la sua struttura esplorabile dal Metaverso) avrà sicuramente più opportunità di prenotazioni, perché chi sta lavorando al Metaverso per il turismo sta andando nella direzione della prenotazione direttamente dal Metaverso. Prenotazione di posti dove dormire, ma anche prenotazione di esperienze, da pregustare già nel virtuale.

Metaverso, turismo e fantaturismo (potevo non dire la mia?)

Ecco, personalmente adesso mi fermo al Metaverso nel turismo. Il fantaturismo del ritorno al passato (o al futuro), la certificazione su blockchain dell'esperienza fatta da regalare ai nipoti... Ecco, per quella io non sono, personalmente, ancora pronta. La definirei in maniera fantozziana, mi limito a un cui prodest? decisamente più provinciale e contadino. Non ci trovo un'utilità. Agli status symbol, se seguite queste pagine da un po', avrete capito che stanno anni luce distanti da me.

Ma, come sempre, sono pronta (e ne sarei felice!) a ricredermi... Sicché magari tra un anno sarò qui a declamare il fantaturismo. Chissà. Non ci resta che vivere (nel futuro ma senza spoilerare, come recitava qualche anno fa un diario Comics del preadolescente, allora bambinotto).

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