Mi si sono chiusi gli occhi in macchina: ho detto basta

Settembre is the new gennaio, è cosa nota. E lo è soprattutto per chi ha figli in età scolare. Non so per voi, ma a casa mia i giorni prima dell'inizio della scuola sono stati stremanti. Possibile che i miei figli abbiano sempre bisogno di essere spronati ventisette volte, prima di mettersi a fare i compiti? E, come al solito, c'è stato chi li ha finiti e chi no, ma è andata meglio dello scorso anno, sicché mi consolo e confido in un trend positivo.

Poi finalmente il gran giorno: si inizia... eh, ma con l'orario provvisorio. Oddio oddio oddio, l'orario provvisorio! Solo a me pare che ogni anno duri sempre più a lungo? Accompagno i ragazzi, torno a casa, accendo il computer e dopo tre ore e mezzo devo già ripartire per fare il giro al contrario e ritirarli.

Pazienza. Tanta pazienza...

Poi c'è il "pomeriggio sportivo" e pure quello è un impegno notevole e massiccio che io sintetizzo sempre nel "piglia, parti, ripiglia, riparti". Fino all'anno scolastico passato, vantaggi della Partita Iva!, sono riuscita a barcamenarmi, come un'equilibrista un po' folle, in tutto questo mare di impegni senza mai ricorrere al supporto di una babysitter. In pratica io faccio il grosso del lavoro "di Trippando" mentre i ragazzi sono a scuola; con la pandemia ho iniziato anche a fare tanti corsi, sia per docenti che per studenti e cerco di inserirli nei pomeriggi liberi dagli impegni dei ragazzi. E poi corro. Cioè... Ho corso. Tanto. Troppo. Fino a che, agli inizi di maggio, mi si sono chiusi gli occhi in macchina e ho detto basta.

Mi si sono chiusi gli occhi in macchina e ho detto basta

Avevo entrambi i bimbi in macchina, tornavamo dall'allenamento di canottaggio di Marco. Con Giacomo, come succedeva spesso, avevamo aspettato il fratellone all'Ikea: merenda, compiti e un'oretta di giochi nell'area bimbi. Per ottimizzare al massimo, in quell'ora di solitudine avevo sempre il portatile con me e lavoravo. In quel periodo revisionavo il manoscritto di un'amica, uno di quei lavori che per soldi non faremo mai, ma che per amicizia vengono spontanei, anche se portano sacrifici.

Insomma: la separazione, i bimbi che, come tutti i bimbi, non possono mai prendere bene la separazione dei genitori, il mio alzare sempre l'asticella e voler mantenere il fatturato costante (s'ha da campa', in primis, e di certo non ci penso nemmeno a calare il tenore di vita, anzi!). Insomma, ho corso come una matta e poi ovvio che mi si sono chiusi gli occhi.

<<Ma hai sbandato?>> mi hanno chiesto in tanti. No, ma me ne sono accorta bene: ho perso una frase di Marco. Lui sta davanti, in macchina, e, soprattutto dopo gli allenamenti, è carico a pallettoni e non tace un secondo. E io ho perso una frase. Non sono riuscita a collegarne due. Evidente: non erano successive l'una all'altra.

È stato un bel campanello d'allarme.

Nel giro di un paio di giorni ho elaborato che era il caso di rinunciare a un paio di incarichi che mi avrebbero fatto fare ancora di più l'equilibrista. Basta. Dovevo scendere coi piedi per terra. Gli spettacoli dei funamboli durano il tempo di un'esibizione, non una vita. Non ho bisogno di applausi, tanto meno di medaglie al valore.

Anch'io sono una persona, oltre che una mamma single. Serviva aiuto. E così mi sono messa alla ricerca di una babysitter. Un supporto, un rinforzo, una persona che so di poter chiamare in giorni fissi o all'occorrenza, a seconda di come sono messa. Ho chiesto nel gruppo Whatsapp di scuola del piccoletto, dove ci sono mamme giovani e in gamba. La risposta è stata univoca: Sitly.

Nonostante io lavori prevalentemente online, come dice il dodicenne, sono una boomer. Non lo sono d'età, ma di spirito sì, ha ragione. Però da perenne secchiona mi sono messa subito a studiare e mi si è aperto un mondo.

Sitly è un sito dove si incontrano domanda e offerta: genitori che hanno bisogno di un supporto per gestire i figli e persone, per lo più donne, che hanno tempo e competenze per prendersi cura dei bambini.

E mi si è aperto un mondo, perché la scelta è veramente vastissima: da chi, oltre a guardare i bimbi, si offre anche per far fare loro i compiti (in maniera generica o per supporto su materie specifiche), a chi invece si propone anche per un rassetto della casa, mentre sta con i bimbi. C'è chi si propone per giorni fissi e chi per chiamate occasionali, chi offre anche per un aiuto per gli spostamenti dei ragazzi (prenderli o portarli da/a scuole o attività sportive) e chi invece è disponibile ma senza l'uso dell'auto. E poi ci sono persone di varie età, a seconda delle esigenze dei genitori o della situazione.

Ho studiato (e sono preparata!), poi mi sono presa, nei fatti, una mezza estate sabbatica. Adesso sto riprendendo in mano il mio lavoro di Trippando, facendo bandi per le docenze, pianificando le mie attività per l'autunno e l'inverno e riorganizzando la gestione familiare sulla base degli impegni lavorativi e di svago miei, oltre che su quelli dei figli. Perché anch'io sono una persona (devo ripetermelo più spesso)!

A breve inizierò la selezione su Sitly e comincerò a sentire un po' di persone che possano sostituirmi nella gestione dei ragazzi. Sceglieremo insieme la tata o le tate più simpatiche e adatte alle nostre esigenze. Sono convinta che un aiuto possa sia sollevare me dal corri corri, sia essere per i bimbi una risorsa in più, un' altra persona con cui confrontarsi, oltre a me, a loro padre e ai nonni.

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