Chiare, fresche et dolci acque...questo è stato il primo pensiero quando il Lago di Molveno si è mostrato al mio sguardo venerdì sera.
So bene che il Petrarca aveva iniziato il cantico in questo modo pensando a tutt'altre acque, ma se dovessi descrivere il la pace, la tranquillità e il senso di quiete che ho provato in quel momento non potrei trovare altra migliore definizione.
Quiete sul Lago di Molveno
Ma partiamo dall'inizio, dalle emozioni che #paganelladaurlo mi ha dato ancora prima di partire.
Io amo viaggiare e non smetterei mai. Viaggio per lavoro, viaggio per piacere e per vacanza, ma non sono abituata a viaggiare in treno.
Quando ho pianificato l'itinerario con Cristina per raggiungere Trento ero su di giri, un po' come i bambini quando dici loro che faranno il primo viaggio in treno.
Viaggiavo in treno ai tempi dell'università, ma la tratta era sempre la stessa, non avevo coincidenze da prendere né binari da cambiare. Ecco allora che questo viaggio in treno verso le Dolomiti, per me abituata a prendere aerei a destra e manca, mi ha dato la prima scarica di adrenalina.
Pronti si parte!
Valigia pronta, biglietti in borsa...via si parte!
I tweet scambiati già nei giorni precedenti con i compagni di avventura e con gli organizzatori di questo blogtour promettono bene.
L'atmosfera che si è creata aiuta ad aumentare le aspettative e a conoscerci ancor prima di vederci.
Le Dolomiti del Brenta ci aspettano; quelle Dolomiti che tante volte ho sentito decantare dagli amici che trascorrono le settimane bianche in Trentino, dai colleghi svedesi che amano scendere in Italia in inverno per poter finalmente sciare su vette degne di questo nome...
La meraviglia nel vederle è indescrivibile. Eccole lì, che fanno capolino dalle nubi e ci danno il benvenuto.
Le Dolomiti del Brenta
Il benvenuto ce lo danno il Lago, le Dolomiti e tutte le persone che hanno organizzato #paganelladaurlo. Un benvenuto caldo ed accogliente, degno della proverbiale ospitalità trentina.
E il benvenuto ce lo da il ristorante La Dispensa, che si trova all'interno dell'hotel che ci ospita, L'Hotel du Lac.
Dire che lo chef de La Dispensa è un grande, è dir poco. Le portate che si susseguono, in abbinamento ai favolosi vini del territorio, fanno lanciare degli "urletti" di piacere.
Un piatto tra tutti che riscuote grande successi è senza dubbio il Maialino del Bleggio in cottura dolce alla birra: passatemi il termine, una libidine culinaria! Si scioglie in bocca come burro e l'accompagnamento della cotenna croccante è l'apice del gusto, quello vero.
Chef e prelibatezze a La Dispensa
La notte porta consiglio, dicono. Consiglio per le attività del giorno dopo che sono tante e una più entusiasmante dell'altra.
La "caccia alla foto" lungo il Lago mi permette di scoprire Molveno da un punto di vista alternativo. Mai mi sarei aspettata di trovare, in montagna, i pedalò e le torrette dei guardia-spiaggia come al mare!!
Le acque del lago mettono voglia di fare una nuotata, soprattutto in una giornata calda ed assolata come quella di sabato. Ma ahimè, dopo aver appreso che la temperatura dell'acqua non sale mai al di sopra dei 7° desisto... meglio tuffarsi nella piscina di un centro benessere, che qui in Trentino sono numerosi e offrono servizi di ogni genere.
Il Lago di Molveno
La guida alpina che incontriamo in hotel, Ivano, ci da qualche dritta per il trekking che stiamo per affrontare. Una facile passeggiata di un'oretta accessibile a tutti che ci catapulta immediatamente tra le Dolomiti e ci offre panorami mozzafiato.
Si parte per il trekking
Prima di inziare il trekking, però, bisogna salire al Rifugio Pradel su una "bidonvia" o "bigavia".
Il nome è buffo, decisamente, e mi incuriosisce alquanto. Una volta arrivata alla partenza, però, la questione si fa interessante...bisogna salire su queste "ceste" aperte, nelle quali si rimane in piedi, ed evitare di soffrire di vertigini.
Sui cesti della bidonvia
Lo spavento del primo momento è sicuramente mitigato dall'impagabile vista.
Più si sale e più il lago si svela ai nostri occhi in tutta la sua bellezza: l'acqua vicino alla riva pare trasparente e cristallina quanto quella del mare della Sardegna.
La calma e la tranquillità che si gode salendo verso la montagna apre il cuore e la mente... spengo i mille pensieri che mi frullano in testa e godo beata il panorama.
Una vista mozzafiato
La passeggiata fino al rifugio Croz dell'Altissimo è un momento dedicato alle chiacchiere; è un piacere conoscere gli altri compagni di avventura, scambiare con loro esperienze vissute, capire cosa li spinge a viaggiare e a scoprire sempre nuovi posti.
E il pranzo in rifugio è un momento conviviale che lega ancora di più. Il condividere il cibo, servendosi dallo stesso piatto, come vecchi amici e compagni di scalata, dopo le faticose imprese è senza dubbio un buon aggregante.
Trekkinando...
L'impresa più memorabile, però ci attende dopo pranzo: il parapendio!
Dal rifugio Pradel saliamo ancora con la seggiovia [questa volta comodamente seduti] ed arriviamo al punto di lancio, un bel prato verde in pendenza che affaccia direttamente sul Lago.
Il parapendio è pronto
I più temerari sono pronti in un battibaleno: casco, imbragatura e istruttore al seguito, dopo una prima corsetta si librano nell'aria come uccelli. Volano liberi, felici e divertiti.
Si spicca il volo!
Molte sono le persone appassionate di parapendio che amano spiccare il volo da qui; come dar loro torto? La vista è impagabile già prima di partire e il volo su Molveno e sul suo specchio d'acqua dona serenità, calma ed energia al tempo stesso.
L'adrenalina è a mille, i blogger partono uno dopo l'altro... tranne i più temerari che preferiscono stare "con i piedi per terra" e rientrare a valle con mezzi più tradizionali.
La giornata non è ancora finita...ci sono altre attività che ci aspettano.
Il gruppo di blogger si divide: i più spericolati e infaticabili proseguono verso il Paganella Bike Park di Andalo per un esperienza di downhill; i blogger meno avventurosi, invece, seguono lo chef Angelo Bianchi nella cucina del ristorante El Filò dove imparano a preparare i canederli e a marinare il salmerino di lago.
Il Bike Park di Andalo
Sfilettiamo e mariniamo il salmerino con lo chef Bianchi
Peccato non poter godere di un paio d'ore di relax in un centro benessere come era stato programmato, ma il tempo è tiranno e le cose da fare sono tante...tantissime!
Un po' di tempo per lo shopping quindi, che non può mai mancare, una doccia per lavare le "fatiche" della giornata e siamo di nuovo in pista!
L'Hotel Ariston ci attende per l'aperitivo sulla terrazza dalla quale si gode una meravigliosa vista. Le prelibatezze che la famiglia Sartori ci offre, insieme alla calorosa accoglienza, aiutano a ricarburare.
Super aperitivo all'Hotel Ariston
Le chiacchiere con i nuovi amici seduti ai tavolini della terrazza rendono l'atmosfera rilassata e distesa. E' bello poter scoprire il territorio parlando con chi sul territorio ci vive e ci lavora. La prospettiva cambia e permette di assaporare la realtà a 360°.
Dulcis in fundo, per la lunga giornata di sabato, ci attende la cena al ristorante El FIlò, in centro paese: un ristorante tipico non solo nel cibo ma anche nell'arredamento e nel servizio.
Tra le altre cose assaggiamo ciò che abbiamo imparato a cucinare nel pomeriggio: i fantastici canederli e il salmerino marinato con bacche di pepe rosa, sale di Cervia e zucchero di canna.
Le portate che si susseguono sono eccezionali e ad ogni piatto che arriva in tavola i blogger si scatenano con macchine fotografiche e cellulari. E' così che si fa...prima si immortala, poi si gusta e alla fine si descrive e si commenta. 🙂
L'atmosfera di montagna al ristorante El Filò di Molveno
Anche la domenica sulle Dolomiti del Brenta si prospetta soleggiata ed intensa.
Le attività dell'ultima giornata sono ancora tante e dopo una corroborante colazione salutiamo L'Hotel du Lac che ci ha ospitati così calorosamente e ci avviamo verso Spormaggiore.
L'hotel Du Lac
Che delizia avere la camera Mirtillo
Andiamo ad un importante incontro; importante almeno per una come me che adora gli animali e che è affascinata da quelli che presto vedrà per la prima volta: i lupi e gli orsi.
L'area faunistica di Spormaggiore ospita infatti, oltre a animali "più comuni" anche delle specie importanti per l'habitat montano di questo territorio.
La prima visita è quella al recinto delle lupe: sono tre, Sissi, Luna e Vanessa e si mostrano senza timore ai nostri occhi. Anzi si dispongono a favore di camera, certamente abituate a farsi osservare e fotografare.
La Lupa Sissi in posa
Quando ci spostiamo verso il recinto degli orsi, invece, dobbiamo attendere qualche minuto di più prima di vedere Cleo e Cora muoversi. La nonna Belle invece continua a dormire al fresco e all'ombra. Belle è l'orsa più longeva di tutta Europa: ha ben 47 anni! Se pensiamo che l'età media di un orso in cattività di aggira normalmente sui 25 anni, bisogna ammettere che Belle ha un buon primato.
L'orsa Cleo si concede una passeggiata
Anche i gufi reali sono una vera meraviglia, immobili sui loro trespoli ci osservano dalla voliera e ci strizzano l'occhio.
Amo gli animali, è vero. E sono stata davvero molto felice di poter osservare così da vicino specie che altrimenti in natura avrei ben poche possibilità di incontrare.
Certo è, però, che gli animali in cattività, rinchiusi nei recinti e nelle gabbie, mi mettono un po' di tristezza.
Qui a Spormaggiore hanno parecchio spazio, perchè il recinto delle tre lupe è di circa 3500 mq e quello delle tre orse è di circa 5000mq, ma nonostante siano ben nutrite e ottimamente curate [ne è testimonianza più che palese la longevità di Belle] non posso evitare di pensare a come vivrebbero allo stato brado.
Poco distante dall'area faunistica di Spormaggiore c'è il Castello Belfort. Questa fortezza ormai diroccata, ma nonostante tutto ben conservata e visitabile, è stata aperta al pubblico da poche settimane. Il castello originale risale al 1300 circa e domina la valle con l'imponenza della struttura in pietra e la sua torre merlata che svetta ancora ben visibile.
Nel sole del mezzogiorno ci aggiriamo tra le rovine e cerchiamo riparo all'ombra delle spesse mura di pietra.
La torre merlata di Castel Belfort
Prima del pranzo, ci attende un insolito aperitivo. Andiamo in visita all'Apicoltura Castel Belfort che si trova proprio a pochi metri dalla fortezza.
Il signor Gualtiero ci porta a conoscere il mondo dell'alveare. Quante scoperte!!! Lo sapevate che ci sono più tipologie di api? E che l'ape regina può vivere 4 anni mentre un'ape operaia vive in media 40 giorni?
L'ape nera austriaca
Ecco allora che apre le arnie per mostrarci la vita all'interno dell'alveare. Noi siamo un po' preoccupati...insomma una puntura di ape non è proprio il modo migliore per "urlare" a #paganelladaurlo! Ma il signor Gualtiero ci rassicura subito: l'importante è non intralciare il volo delle api e quindi non posizionarsi di fronte all'arnia. Poi con il suo affumicatore tiene a bada le api e ci presenta le varie tipologie: l'ape carnica, l'ape italiana e l'ape austriaca, più scura delle altre.
Ma le spiegazioni non sono finite e noi siamo sempre più curiosi. Ci avviamo ad assaggiare i vari mieli e continuiamo con le curiosità.
Sapevate che il miele cristallizza ad una temperatura tra i 14 e i 16 gradi? E che per conservarlo liquido si può mettere nel freezer? E che il miele non dev'essere messo nelle bevande troppo calde, ma aggiunto soltanto quando la bevanda raggiunge la temperatura adatta per essere bevuta?
Assaggiamo i mieli dell'Apicoltura Belfort
Staremmo all'Apicoltura Belfort per ore ad ascoltare appassionati tutto ciò che c'è da sapere sul mondo delle api e del miele, ma il pranzo ci attende.
L'ultimo pranzo di #paganelladaurlo ci vede tutti riuniti all'Agriturismo il Filo d'Erba di Fai della Paganella.
Il muro di fieno dell'Agriturismo Il Filo d'Erba
Se dovessi descrivere in poche parole il pranzo che ci viene servito in questa bellissima location è L'Essenza della Trentinità: polenta e formaggio, canederli al burro, guancia e purèdi patate e per finire sua maestà lo strudel di mele.
Lo Strudel!
L'agriturismo è molto particolare, unisce il moderno ed il tradizionale senza stridii e i muri in vetro riempiti con il fieno sono l'elemento che attira di più la mia attenzione e che mi fa piacere il luogo a prima vista.
Terminiamo #paganelladaurlo sulla terrazza dalla quale si gode una vista mozzafiato verso le montagne ed i prati circostanti. La malinconia inizia a serpeggiare, iniziano i saluti. Dopo tre giorni così intensi è un'emozione vera salutare chi ci ha accolti con un entusiasmo travolgente e chi ha condiviso la stessa esperienza.
Gli instancabili dell'ApT Dolomiti Paganella
ADESSO TOCCA A VOI!
Se il racconto di #paganelladaurlo vi è piaciuto aiutateci a vincere il ! Ora tocca a voi condurci alla vittoria del titolo di “Best Blogger del Dolomiti Paganella 2013 Summer Contest”.
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La sfida vera e propria inizia martedì 25 giugno: il post verrà pubblicato sulla pagina Facebook e sull'account Twitter dell’ApT Dolomiti Paganella: cliccate mi piace e ritwittatelo! Aiutateci a vincere !!
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