Nughedu San Nicolò: artigiani e poesia.
Nughedu San Nicolò è un piccolo paese della Sardegna centro-settentrionale, di circa 800 abitanti. Vicinissimo a Ozieri, nonostante le sue dimensioni, ha forte personalità, ricchezza culturale e numerose e variegate attività artigianali. Il suo nome è da ricondurre al fatto che in passato le vallate del paese fossero ricche di noceti. Il centro abitato è posto a circa 500 metri di altitudine, ma nel territorio si raggiungono tranquillamente i mille. Alle spalle del paese vi sono fitti boschi di querce di notevole bellezza paesaggistica, in cui si nascondono numerose testimonianze preistoriche e chiese campestri. Tra le tante vi è Santa Bellina, oramai rudere, dove ci si riuniva per pregare l’arrivo delle piogge e si narra che la santa, portata in processione, veniva poi immersa nelle acque di una fontana. La signora Corveddu non riesce a rassegnarsi all’idea che una chiesa così importante per la comunità stia svanendo ogni giorno di più. Lei è una pasticcera esemplare, un’artigiana del dolce, la cui fama è nota e condivisa. Ci racconta de “su Càbude”, un dolce a base di sapa che si consuma a capodanno e che i padri di famiglia devono spezzare sulla testa del figlio più giovane o del primogenito. La sua pasticceria si trova al centro del paese, al lato di una ben nota fontana a tempietto, risalente alla fine dell’Ottocento, intorno alla quale son sorte leggende e curiosità. Nughedu era un paese benestante, in cui gran parte delle famiglie possedevano grandi quantità di terreni fertili e bestiame. Tale benessere si rispecchia nel pregio architettonico di alcuni palazzi in paese, a più piani, con altane e delicati fregi architettonici.
Dall’ampia piazza centrale si diramano le vie che portano in differenti zone. Nughedu è il paese delle piccole e preziose scoperte. Inoltrarsi al suo interno, passeggiarci lentamente, significa scoprire portoni dalle incisioni elaborate che lasciano immaginare l’arte diffusa della lavorazione del legno (una delle maestrie per cui i suoi abitanti erano noti nella zona), casette deliziose consumate dal tempo, eleganti palazzi signorili in stile tardo-liberty, varie chiesette.
Vi sono scorci di paese, poco battuti dal sole, in cui il muschio, col suo verde intenso, ha ricoperto generosamente ogni millimetro; in alcuni angoli si trovano ancora specie di pedane in muratura necessarie per facilitare la salita a cavallo… E così, il tempo, pare essersi fermato ai tempi in cui le vie brulicavano di persone e le case erano abitate in tutta la loro grandezza, in tutti i loro spazi.
Poi, vi sono gli artigiani: abili scultori di trachite come Cianitu Sanna che incontriamo in piazza e ci accoglie con calore; i detentori dell’arte dell’intaglio come Giovanni Sechi che ci mostra, con estrema gentilezza, la sua ultima creatura, una cassapanca in noce che sta prendendo forma.
Lui è figlio d’arte: suo padre, Forico, era anche lui un famoso artigiano, oltre che un abile poeta. Perché Nughedu è noto in Sardegna per essere stato la patria di poeti sensibili e acuti, tra cui il grande Francesco Masala e Salvatore Corveddu "Grolle". Per questo è in embrione la ristrutturazione delle vecchie concerie, all’ingresso del paese, per ricavarne un museo della poesia che si spera possa attirare numerosi visitatori.
Nughedu, più di altri paesi, ha la straordinaria capacità di vivere intensamente le stagioni. D’inverno si respira l’aria frizzantina di montagna, mentre la primavera le dona colori e profumi intensi. Negli interstizi abbandonati tra una casa e l’altra, nei muri e nelle scalinate spesso la natura esplode prepotente con risultati assolutamente meravigliosi che rendono l’esperienza sempre diversa e particolare.
Nughedu dimostra d’essere un piccolo scrigno con tesori antichi da conoscere e continuare a tramandare.