Gli italiani amano l’Australia e di certo non si tratta di una novità, dato che si parla di uno dei paesi dove la comunità di italiani espatriati è più radicata. Va però detto che la terra dei canguri non interessa soltanto alle persone che vogliono trasferirsi all’estero, ma anche ai semplici turisti. Al punto che, secondo i dati ufficiali, negli ultimi dieci anni il numero di visti richiesto per visitare questo paese è addirittura triplicato.
Si tratta di un tema molto importante, perché richiedere il permesso giusto, che sia per risiedere o solo per visitare il paese da turista, è un passaggio cruciale. Vediamo dunque quale visto occorre per entrare in Australia, analizzando le principali tipologie esistenti.
Partiamo subito da uno dei permessi più importanti, ovvero il working holiday VISA per l’Australia, che è possibile richiedere anche online su siti come AUVISA. Si tratta di un permesso che risulta molto utile ai giovani, dato che possono ottenerlo soltanto i richiedenti di età compresa tra i 18 e i 30 anni. In pratica, questo visto dà la possibilità di visitare l’Australia in vacanza (holiday), pur avendo comunque la possibilità di lavorare (working).
Come funziona, esattamente? Si può rimanere nel paese al massimo per 12 mesi, un tempo perfetto per una vacanza-studio e per chi ha la necessità di avere un introito per mantenersi. Esistono comunque dei paletti che è bene conoscere: non è possibile lavorare per più di 6 mesi con lo stesso datore di lavoro, mentre lo studio non può superare i 4 mesi. Naturalmente non è obbligatorio studiare o lavorare, visto che si può decidere di fare soltanto vacanza.
Il visto Business VISA è con tutta probabilità quello più complicato, soprattutto per via del fatto che non ne esiste solo uno solo ma una molteplicità. Ognuno di questi visti viene, infatti, concesso in casi specifici per chi si reca in Australia per affari.
Nel lotto figurano ad esempio i visti temporanei come l’eVisitor Business, che sono facili da ottenere, e quelli per il lavoro permanente, i più difficili in assoluto. L’eVisitor Business merita comunque un piccolo approfondimento: pur concedendo la possibilità di lavorare in vacanza, in realtà si parla soltanto di lavori non stipendiati e dunque privi di qualsivoglia retribuzione.
Come anticipato poco sopra, i visti disponibili per entrare in Australia sono parecchi e tutti differenti fra loro. Fra i più comuni troviamo ad esempio il classico visto turistico, ovvero l’Australian Holiday VISA, che appartiene al lotto dei già citati permessi eVisitor.
Chiaramente ha delle limitazioni piuttosto forti, sia in termini di permanenza che di attività, visto che non consente di svolgere alcun lavoro. Un’altra tipologia di permesso molto gettonato è il visto per chi va a studiare in Australia, concesso ai cosiddetti “Genuine Temporary Entrants”. Non è automatico e viene concesso solo a fronte di una valutazione che tocca diversi aspetti, compresi quelli sociali e psicologici.
In conclusione, l’Australia è pronta ad aprire le proprie porte agli italiani, ma solo se si possiede il giusto visto di ingresso.
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