Storie di Coronavirus - Piccola mostra da cortile - Anna Gatti
Qualche giorno fa ho intercettato una bellissima storia sul profilo Facebook, intitolata "Piccola mostra da cortile" di Anna Gatti e non ho resistito, volevo portare la sua storia qui, volevo che anche voi la leggeste. Le ho scritto, mi ha risposto. Ecco il suo racconto. Lasciatevi emozionare. Esistono storie belle anche al tempo del Coronavirus.
"Abitiamo in un cortile, in un cortile di un paese nel mezzo della pianura padana, a 25 km da Milano e a 25 km da Bergamo; metà delle famiglie d'origine da una sponda, l'altra sull'altra dell'Adda.
Ogni giorno abbiamo il nostro personale aggiornamento sulla salute di chi conosciamo, di chi sappiamo in ospedale o in condizioni di criticità. Un mese intero senza scuola per i bambini, un mese intero senza lavoro per tanti, un mese in cui ringraziamo il cortile della sua esistenza modesta, senza pretese ma concreta, fatta di ghiaia e cemento, un quadrato d'erba non curato.
In questi giorni un vicino ci ha lasciato molti cartoncini di recupero davanti alla porta di casa per ben due volte.
Non siamo ancora riusciti a capire chi sia.
Un regalo inaspettato, silenzioso, prezioso in questi tempi.
Li abbiamo usati tantissimo, con una produzione a 8 mani, dai 4 ai 44 anni.
Acquarelli e tempere, pennelli, dita, cotton fiock, tappi di sughero.
Oggi con Viviana Visconti, arteterapeuta, e ieri con Francesca Calvi, illustratrice, ci dicevamo dell'importanza dell'arte quotidiana e comune in questo momento, come possibilità di espressione di incertezza, di rielaborazione senza parole, di emozione.
Di mio ci metto che per me spesso le cose che faccio mi portano a pensare all' in-segnare, al lasciare un segno dentro. Anche in questo caso.
Mentre prendiamo i colori c'è silenzio, c'è concentrazione, poi piano piano arrivano le parole, a volte le canzoni cantate attorno al tavolo mentre ognuno lavora sul proprio pezzo oppure a quattro mani sullo stesso cartoncino. C'è chi ne fa uno, chi sette nello stesso pomeriggio.
Ieri poi mi è venuto da pensare a tutto il lavoro fatto di piccole mostre fuori dai servizi educativi lanciate da Ilenia Schioppetti a Venezia più di un anno fa, per contaminare il territorio con la creatività, per dare un'idea di bambino poco mediata dall'adulto, per dare la possibilità di un incontro tra il dentro e il fuori, tra i bambini, gli educatori, i cittadini, i passanti. L'idea lanciata in rete da Ilenia ha preso piede e si è trasformata in realtà in tanti piccoli e grandi servizi anche grazie alla condivisioni di Percorsi Formativi 0/6 che si occupa di formazione per nidi e scuole dell'infanzia.
Ed io che sostengo da tempo che sia necessario, ora più che mai, che i servizi educativi mostrino il proprio sapere specifico che guida le pratiche di ogni giorno, che renda comprensibile il lavoro di cura che coinvolge bambini, ragazzi, adulti in situazioni di fragilità temporanea o cronica, anziani, che i servizi imparino a #comunicarEducazione online e offline, avevo gioito e sostenuto di questa idea di piccole mostre diffuse, spontanee.
Ieri ne ho parlato con i miei figli, in modo semplice. La piccola all'inizio no, non voleva partecipare; il grande era contento.
Oggi mentre allestivo anche la piccola di casa ha voluto partecipare con i suoi lavori. E io pensavo ai colleghi dei servizi, alla loro generatività, alla loro potenza, completamente a rischio in questa situazione.
In questo caso nessuna resilienza, ma una necessità di cura che interpreto con una "Piccola Mostra da Cortile", la mia resistenza al virus.
Questo è l'insegnamento di cui lascio traccia oggi: è possibile resistere anche alla paura, alla chiusura, aprendosi al possibile, esponendo, portando fuori - limitatamente, per quanto possibile - piccole tracce di se.
Proprio ai servizi educativi dedichiamo questa mostra allestita solo per pochi intimi spettatori del cortile con un ringraziamento particolare al nostro fornitore in incognito di supporti ❤"
Dice Anna di sé: "educatrice e pedagogista mi occupo di ricerca e formazione per sostenere i professionisti dei servizi educativi. Collaboro con l'Università degli Studi di Bergamo, con Percorsi Formativi 0/6 e con Associazione Metas".