[Pillole di TravelBlogging] 7. Il dominio e l'hosting

Dobbiamo fare un passo indietro. Con le Pillole di TravelBlogging abbiamo imparato tante cose, abbiamo visto alcune delle opportunità che possono venir fuori dall'avere un blog di viaggi, ma adesso un rewind è necessario. Bisogna tornare alle origini, all'inizio di tutto. Alla scelta del dominio e dell'hosting. Non avevo pensato a questo argomento (e me ne scuso, sennò avrei trovato con calma una voce autorevole per farlo!) finché, pochi giorni fa, ad una mia carissima amica hanno clonato il blog.

dominio e hosting

Lei si chiama Claudia ed il suo blog è La Bussola e il Diario, un travel blog mascherato da diario personale. O viceversa. Claudia è un condensato umano di passioni e vitalità. A lei un travel blog non basta, perché nonostante viaggi appena può (e che viaggi!), tra un viaggio e l'altro (e a volte pure in viaggio) cucina manicaretti da far perdere la testa o fa lavoretti da mani di fata. Claudia è anche una parte attiva della community di Trippando ed una persona alla quale sono molto legata.

A questo portento di donna (Claudié, lo so che questa parola non ti piace, ma se lo sei, lo sei!) hanno clonato il blog. Un blog che ha dentro la sua vita, i suoi ricordi, i suoi affetti. Qualcuno ha visto bene di sostituire i nomi suo e del compagno di vita e di avventure con "admin1" e "admin2". Qualcuno sta sfruttando il lavoro di Claudia. Qualcuno sta provando a guadagnare alle sue spalle.

Quando, con 1.000 articoli all'attivo, mi sono decisa di dare a Trippando un aspetto professionale, degno del portalone che stava diventando, mi sono rivolta alla Sirius, una ditta che qui a Pisa rappresenta la storia del web. Per me che fino ad allora avevo soltanto scritto e pubblicato articoli, si è aperto un mondo.

Io arrivavo giusto-giusto alla differenza tra dominio di secondo (col vostro nome) e di terzo livello (il vostro nome punto wordpress o punto blogspot o punto vattelappesca) e sapevo che un dominio di secondo livello è più autorevole di un dominio di terzo livello.

Mi si è aperto un mondo quando mi è stato fatto notare che alcuni siti o blog hanno il www tra http:// ed il nome ed altri no. Perché? Come si fa ad averlo?

Rispondo subito alla seconda domanda: basta pagare (chi mette server a disposizione). Perché averlo, invece, dipende dalle finalità che uno ha.

E, a questo punto, vi invito a fare un'autoanalisi:

  1. Cosa volete dal vostro blog?
  2. Come immaginate il vostro blog tra sei mesi, un anno, tre anni?

Se il blog vi ha preso la mano e volete farlo diventare un lavoro (part o full time), acquistate un dominio di secondo livello e piazzatelo su un server gestito da persone di vostra fiducia. Garantitevi il vostro www davanti al nome. È un bell'investimento annuale, non lo nego, ma se avete preso questa decisione è perché qualche rientro economico l'avete già avuto, no?

Se avete già un lavoro che amate e la certezza che il vostro blog sarà sempre solamente un hobby, non state a pagare per un www, ma concedetevi il dominio di secondo livello, che costa una decina di euro all'anno e che vi dà un aspetto decisamente più serio!

Però. Però senza il www, senza sapere dov'è ospitato il vostro blog, il rischio di clonazione è più frequente. Chi ospita il vostro blog gratis o per pochi euro all'anno, sapendo magari che voi da quel blog qualche entrata ce la ricavate, non ha interessi particolari a "difendere" il vostro blog dagli attacchi. Un'azienda che pagate invece dei bei quattrini per darvi uno spazio di rete su cui far girare il vostro blog, avrà invece tutto l'interesse al che il vostro blog risulti sicuro e protetto. E, se dalle analytics di Google notate accessi provenienti da siti particolari, basterà una mail o uno squillo al vostro referente (che sarà una persona, non un call center distante 10 ore di fuso!) e lui potrà controllare, verificare. Per me è così ed io dormo tranquilla, immaginando che qualsiasi cosa io faccia, ovunque mi trovi, c'è una sentinella che vigila su Trippando.

Vi ho scocciato oggi. Lo so. Chi ci capisce poco e magari ha ancora un dominio di terzo livello (perché lo so, la cosa più normale è partire da quello!) penserà "Ma come si permette questa a dire che il mio dominio è BRUTTO". Chi invece mastica la materia, penserà "O questa che vuol dire?". Bellimiei, nel bene o nel male io parlo (e scrivo) come mangio, ma soprattutto dico e scrivo quello che ho in cuore. Ed oggi mi sentivo di darvi questo consiglio. Potevo?

Un'ultima cosa: ricordatevi che il concetto di blog professionale o amatoriale dipende quasi esclusivamente dallo spazio che occupate sul server. Un blog amatoriale è tale finché ha pochi articoli e foto (sono quelle che occupano lo spazio, molto più delle parole!). Oltre un certo limite (i mille articoli, per esempio), il blog diventa in automatico professionale e chi ve lo sta ospitando gratuitamente troverà un modo per farvi pagare. Allora pensateci per tempo, confrontatevi con chi ha un blog che vi sembra "più avanti" del vostro e, soprattutto, affidatevi a persone!

Cliaccando qui trovate tutte le Pillole di TravelBlogging. Se vi piacerebbe leggere di qualche argomento in particolare, dite la vostra nei commenti e cercheremo di esaudire i vostri desideri!

Per il progetto insiders, il tema di aprile è "La mia città a tavola". Anch'io sono in ritardo, sicché siete tutti ben in tempo per partecipare (entro il 25 aprile, dai!). Se non sapete come fare, leggete qui!

... E se non l'avete ancora comprato, fate un pensierino sull'acquisto del mio manuale per blogger per viaggiare sponsorizzati. Se quest'estate avete in programma un viaggio, perché non provare a "far rendere" il vostro blog?

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