[Pillole di (Travel)Blogging] - 15 Gli Eventi (ovvero Di Tartine e Prosecchini)

Qualche tempo fa scrivevo sul mio profilo Facebook lamentandomi del ricevere una valanga di inviti per scambiarsi gli auguri e brindare al Natale. Piccole e grandi aziende. Agenzie di comunicazione e grandi marchi, non solo del settore turistico. Decine e decine di inviti, accomunati tutti da un fattore: la location. Milano.

Ho esordito dicendo "Se non stai a Milano non sei nessuno". Si è scatenato l'inferno, soprattutto da parte di amici blogger che come me risiedono ad una certa distanza dalla capitale degli eventi tartine-prosecchino, che sotto Natale, per un periodo non ben identificato che va dal 20 novembre al 24 dicembre, diventa la capitale degli auguri.

Devo essere sincera con chi non mi conosce (chi mi conosce, invece, lo sa molto bene): io sono una molto poco mondana. Affatto mondana. Mi piace uscire ma con chi scelgo io. Ritrovarmi tra sconosciuti non mi entusiasma affatto e va sempre a finire o che per sdrammatizzare mi butto a far battute in pisano (al terzo o quarto porosecchino) oppure che mi chiudo in me stessa (e nei miei prosecchini, perché le tarine mi piacciono, ma i prosecchini di più!).

In questo momento di vita pressoché claustrale, in cui per 12 ore al giorno sono sola con la mia piccola creatura attaccata alla puppa, non avete idea, invece, di quanto avrei voglia di mondanità. Andrei persino ad una presentazione delle "gite delle pentole" (avete presente quei viaggi in pullman per over 70 in cui paghi il viaggio 9 euro ma poi devi comprare la batteria di pentole da 999 euro?) pur di uscire di casa. Non vedrei l'ora di poter scambiare battute sceme e sorrisi semifalsi tra una tartina ed un prosecchino. Perché gli eventi, i classici eventi "da blogger" girano tutti attorno a tartine e prosecchini.

gli eventi

Ma veniamo a noi. Anzi, a voi...

Agli albori del vostro essere blogger, vi potrà sembrare grandioso essere invitati ad un evento della durata di una serata, una giornata o anche qualche giorno. Vi daranno un hashtag, ovvero una parolina magica da utilizzare sui social col # davanti. Non vi godrete nemmeno la serata, da quanto sarete impegnati a condividere foto e pensieri, accompagnati da quell’ hashtag.

Sapete che cosa starete facendo in quel momento? Starete lavorando. E anche sodo. Alla fine vi scoppierà la testa, da quanto sarete stati incollato al vostro smartphone. Avrete conosciuto poche persone, che invece sarebbero potute essere degli importanti nodi del vostro network di blogger. Non avrete nemmeno ascoltato quello che veniva detto, con la paura di non riuscire a twittare una frase.

Vi dico una cosa: dal momento in cui venite invitati ad un evento e vi viene chiesto di fare il live tweet e/o di scriverne un articolo per il blog, ponetevi una domanda: “Perché hanno invitato me e non un altro?”

Le risposte sono, essenzialmente, due:

  • Perché il marchio che vi sta invitando vuole che i tweet col suo hashtag escano dal vostro account e non da quello di altri, forse perché avete più followers, o perché i vostri followers interagiscono di più, o perché fate parte di una community attiva che, invitando una persona ad un evento, sembra che ce ne siano una decina. E perché vuole che l’articolo sul suo evento esca dal vostro blog, evidentemente perché i vostri lettori sono di più e più partecipi rispetto a quelli di altri blogger.
  • Perché vuole la vostra persona: vuole mostrarvi nelle foto dell’evento, vuole includervi nella lista ufficiale dei presenti o scrivere il vostro nome sul comunicato stampa dell’evento.

Ecco. Ora che vi siete dati queste risposte, chiedetevi se voi dovete investire una serata/giornata/qualche giorno per prender parte all’evento, magari sobbarcandovi anche le spese di viaggio, oppure se è chi vi invita che deve pagare voi.

Vi  do la mia risposta. Spassionata e sincera, come sempre.

Chi vi invita deve pagarvi. O, meglio: voi dovete avere un guadagno dalla partecipazione all’evento. Spesso un guadagno è anche un buon contatto: con l’azienda che vi invita o con l’agenzia che cura le sue PR, o con qualcuno che sapete sarà presente.

Quindi che fare? Per prima cosa io chiedo sempre se è previsto un rimborso delle spese di viaggio (che ormai c’è quasi sempre, a parte per gli inviti di una serata o qualche ora) ed una fee di partecipazione. Poi, valuto.

Se non è previsto né rimborso, né fee, vado solo ed esclusivamente se la cosa mi interessa molto, se ho un interesse di qualche genere ad esserci piuttosto che non esserci e specifico sempre che non garantisco nulla circa la redazione di post sul mio blog a seguito dell’evento e l’utilizzo della parolina magica preceduta dall’ #. In questo modo, sono corretta e metto le mani avanti: se mi inviti per godermi la serata, vengo a godermi la serata e sarà più facile che tu mi trovi con un mano un bicchiere di prosecco (daje!) che non con lo smartphone.

Se è previsto il rimborso spese ma non la fee di partecipazione, se la cosa mi interessa vado, tirandomela decisamente meno di come sopra, ma comunque precisando che non garantisco nulla a livello di interazioni live e di articoli sul blog.

Nel caso in cui mi venga riconosciuto rimborso spese e fee di partecipazione, allora concordo con chi mi invita un numero minimo di interazioni live sui social e le tempistiche di pubblicazione del post sul mio blog, perché se tu mi paghi, io lavoro. E lavoro seriamente, fornendoti, nei tempi concordati, le analytics relative all’andamento dell’articolo ed i dati di pubblico raggiunto attraverso i social.

Sul quanti soldi chiedere per la fee, bellimiei, dipende dal lavoro che vi viene chiesto.

Per esempio, se si tratta di più giorni, magari in viaggio in un posto che vi piace, con vitto, alloggio e viaggio spesati, con 7/8 aggiornamenti social da diluire nell’arco della giornata, pensate al costo lordo di una giornata lavorativa di un dipendente: credo che possa essere una cifra ragionevole, che dovrete maggiorare dell’opportuna tassazione.

Se invece si tratta di un evento di qualche ora, dovrete fare un conteggio orario, tenendo conto anche del tempo che impiegherete a raggiungere la location dell’evento e del numero di interazioni social che vi vengono richieste. In questo caso, sarete proporzionalmente su cifre decisamente maggiori, soprattutto se vi verrà chiesto –come spesso accade- di scrivere un articolo sull’evento il prima possibile.

E voi, come vi comportate? Vi piacciono gli eventi? Siete prezzemoline o orsi come me? Raccontateci tra i commenti, con educazione ed ironia, per favore, perché l'argomento è decisamente scottante. Mi farebbe piacere sentire la campana degli organizzatori. Signore e signori delle agenzie di PR (lo so che mi leggete sempre!), dite la vostra, please!

E ora due minuti di autopromozione:

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