Reggio Emilia: città delle storie (prima parte)
Buongiorno! Questo è il mio primo “articolo” per Trippando, diciamo la mia prova sul campo e così ho pensato di invitarvi a visitare…casa mia, bè per meglio dire la città in cui con la mia piccola tribù (marito, tre figli e un cane Labrador) viviamo. In particolare vorrei raccontarvi del week end dove abbiamo avuto la possibilità di girovagare per le vie di Reggio vivendo piccoli e grandi un’atmosfera molto particolare, fiabesca, un po’ magica. Il 10 e 11 Maggio si è svolto per le strade del centro storico, ma anche nei parchi pubblici, nelle piazze, negli atri dei palazzi storici, nei teatri, nei cortili e dovunque ci fosse un po’ di spazio, ReggioNarra, frutto di un progetto di EDUCA che dura tutto l’anno ma che trova massima espressione in questo evento gratuito di 2 giornate. Nella città delle storie, una miriade di palcoscenici grandi e piccoli a cielo aperto, dove narratori professionisti e compagnie teatrali, giovani narratori e genitori, si offrono come raccontastorie al pubblico di bambini, adulti, famiglie e turisti. Da mattina a sera tardi si ha la possibilità di fermarsi in ogni dove a lasciarsi coinvolgere dalle atmosfere di una bella storia. E se narrare è come viaggiare perché si incontrano popoli, tradizioni, storie di tutto il mondo noi abbiamo fatto proprio un gran bel viaggio!!
Prima tappa per me e i miei tre figli (purtroppo eccezionalmente questo sabato mio marito ha dovuto lavorare) è stata la biblioteca Panizzi, la più grande della città, dove un’intera ala del piano terra è dedicata alla letteratura per l’infanzia e dove abbiamo trovato ad accoglierci con una narrazione Monica Morlini e Anna Maria Gozzi, coautrici di “A ritrovar le storie”, perfetto per iniziare il nostro percorso reggionarrante! Che bella idea hanno avuto le due amiche reggiane che hanno reinventato il notissimo gioco dell’ oca costruendo la storia di Saltimbanco che riporta nel paese di Tarot le parole, che gli uomini stolti hanno ormai perso da tempo. Parole che diventano storie e “storie che diventano un gioco e un gioco antico come il tempo che chiama a raccontare e profuma di vita”.
Dopo aver ascoltato e giocato con l’ Oca e il Saltimbanco, abbiamo consultato la nostra mappa e poi ci siamo mossi alla volta della ricerca di una piazzetta della città, piazza San Giovanni, dove abbiamo trovato ad accoglierci dei simpatici Inventastorie che attraverso dei capolavori di carte, di dadi, e di colori creati dai bambini inventavano lì per lì delle magiche storie assolutamente uniche e originali e che poi rimanevano a decorare la città come delle piccole bandierine al vento.
Prima di rientrare a casa per pranzo abbiamo deciso di passare al volo al Chiostro della Ghiara, per me uno dei luoghi più belli del centro storico della città, alle spalle del santuario dedicato alla Madonna. Questa chiesa fu costruita grazie alle offerte dei fedeli a seguito di un miracolo legato ad una immagine della Vergine che sorgeva nella zona. Per chi ama fare del turismo legato all’ arte religiosa, segnalo che all’ interno della basilica è custodito un pregevole organo a canne , realizzato nel XVIII secolo. Lì abbiamo trovato storie e bolle di sapone che volteggiavano leggere tra le colonne del chiostro e trovavano la via per il cielo.
Dopodichè la fame si è fatta sentire, forse anche perché stimolata dai profumi che arrivavano dalla cucina del ristorantino presente lì al chiostro (che consiglio anche se per Reggionarra sono numerosi i luoghi dove potersi fermare a mangiare qualcosa di buono e trovare dei menù pensati per i bimbi); quindi a passo lesto siamo rientrati per pranzo a casa, attraversando piazza Fontanesi, la piazza dove ogni sabato si svolge un mercato contadino con prodotti biologici e a km 0 in cui potrete trovare i prodotti dei coltivatori ed allevatori delle colline reggiane, ma dove per l’occasione gli studenti di alcune scuole superiori della città avevano allestito le loro bancarelle e promuovevano le storie, le letture che più li avevano emozionati nel corso di quest’ anno scolastico, peccato avere troppa fame per fermarsi!