Una lunga riflessione sui blog tour

L'articolo di venerdì "Della sottile differenza tra un dominio e un blog" è stato molto letto e ampiamente commentato. L'appetito vien mangiando. Adesso tocca ai blog tour, anch'essi citati in un dei post che mi hanno ispirato.

L'argomento blog tour mi tocca da vicino, visto che, oltre a prenderne (raramente) parte li organizzo anche, insieme ai miei soci Aurora e Alessandro (se siete curiosi di conoscere la nostra filosofia #aciascunoilsuo, leggete qui). Vorrei, così, osservarli da due punti di vista: come blogger e come co-organizzatrice. Anzi, visto che ci siamo, mi metto pure nei panni di chi vuole promuoversi tramite un blog tour... Ma andiamo per ordine:

Dal punto di vista della blogger:

  1. Spesso molti blogger, soprattutto chi è all'inizio vedono i blog tour come vacanze. Non c'è niente di più sbagliato: per un blogger i blog tour sono lavoro. Lavoro che piace, lavoro in cui ci si diverte, si impara e si gozzoviglia, ma pur sempre lavoro.
  2. Ai blog tour si va con cento occhi e cento orecchi, oltre che con i dispositivi per fissare parole e immagini; si va per raccogliere emozioni e sensazioni che vengono sprigionate dai luoghi e dalle persone che vi vivono.
  3. Un blog tour, secondo me, è un'occasione "in più" per viaggiare, per conoscere luoghi e persone: è un momento di aggregazione e di scambio sia tra blogger che con coloro che invitano (enti del turismo, consorzi, strutture ricettive ecc.), pertanto è un arricchimento personale importante.
  4. Per quanto detto sopra, sono sempre molto contenta quando ricevo un invito, perchè qui a Trippando siamo un ricco staff e mi fa piacere che tutti possano visitare posti nuovi, conoscere gente, prendere contatti.
  5. Personalmente, non amo i blog tour super-organizzati dove si hanno ritmi serrati e si sta sempre tutti insieme stile "gita del prete". Forse perchè i miei viaggi fino a che non sono "diventata grande" sono state proprio le gite del prete: il "convento" passava quelle!
  6. In ogni caso, è lo stato d'animo con cui un blogger si approccia ad un blog tour che fa la differenza: come scrisse Ernesto prima di partire per #elba4Kids (qui il post) "Il mio bambino non vede l’ora di perdersi nel suo verde lussureggiante; di poter capire come un vento cambia direzione più volte in pochi centimetri; perchè il mare s’arriccia quando proviene da due direzioni diverse...". I blog tour vanno affrontati come se fossimo bambini, che scoprono le cose per la prima volta.

Dal punto di vista della co-organizzatrice di blog tour:

  1. Prima cosa, indissolubile ed inevitabile, il blog tour è la punta di un iceberg: è ciò che è visibile al mondo di mesi e mesi di lavoro "sotterraneo".
  2. Chi pensa di poter improvvisare un blogtour dall'oggi al domani sappia che avrà vita breve: se si vogiono fare le cose fatte bene, dall'oggi al domani si organizza a malapena una gita fuori porta con un paio di amici!
  3. Occorre conoscenza del territorio che si va a promuovere e sinergia con chi commissiona il blog tour. Anche questa, o c'è o non c'è. Meglio organizzarne uno in meno, ma organizzarlo con le persone giuste. Che siano social, prima di tutto. E con cui è necessario essere in comunione d'intenti.
  4. Per organizzare un blog tour che soddisfi chi lo commissiona, bisogna scegliere attentamente il periodo di svolgimento e le attività da proporre.
  5. Poi ci sono i blogger da coinvolgere: non occorre che abbiano numeri da paura se sono poco interessati a ciò che verrà loro proposto.
  6. Occorre inviare i blogger più adatti per i luoghi che visiteranno e per le esperienze che verranno loro proposte.
  7. Occorre "assortire" i  blogger che saranno in compresenza: solo così si riescono a creare sinergie.
  8. Odio, personalmente, i blog tour "fotocopia", con gli stessi gruppetti di persone: oggi qui, la prossima settimana là, quella dopo in un altro posto. Ci vedo poca fantasia e poca flessibilità mentale. Se lo posso dire.
  9. Tanto meno comprendo gli annunci "cercasi blogger per blog tour". Ma chi si affida a gente che non si perde nemmeno a selezionare i blogger, a studiarli, a contattarli, a fare gruppo con loro?

Ed ecco che siamo arrivati ai committenti: che siano Enti del Turismo, Consorzi, Hotel, Enti locali o loro associazioni, a mio parere dovrebbero:

  1. Essere social. Senza avere una pagina Facebook (e magari anche un account twitter) attiva e partecipe, non ha senso promuovere il proprio hotel e il proprio territorio attraverso i blogger.
  2. Considerare il blog tour come il momento culminante (la punta di un iceberg, come ho scritto sopra) di un percorso di social-izzazione. Il blog tour deve essere inserito all'interno di una strategia di marketing, altrimenti si ottengono (poche) chiacchiere via Twitter per un paio di giorni. E tutto muore lì.
  3. Affidarsi a qualcuno che, sulla base delle loro esigenze, è in grado di proporre un progetto, un'idea articolata. Può sembrare banale. Vi garantisco che non lo è.
  4. Essere partecipi durante i momenti salienti del blog tour: essere pronti a ricevere domande e a rispondere alle curiosità che i blogger possono avere.
  5. Coccolare i blogger come se fossero ospiti paganti. Non so voi, ma a noi la piaggeria ci disturba. Parecchio. L'assecondare richieste strampalate di una persona o un gruppetto può portare insoddisfazioni nel resto dei blogger. Pensateci!

Per concludere, vi riporto un aneddoto fresco di ieri mattina (dico il peccato ma non il peccatore, perchè questo è davvero il colmo!): mi è stato comunicato un overbooking: overbooking di blog tour. Ero stata invitata a rappresentare Trippando con una persona, anche due. Anzi, ok due blogger con due accompagnatori. Io domando, cerco, convinco... e tre-giorni-tre prima di partire mi viene detto "per motivi organizzativi devo far slittare la partecipazione delle tue amiche blogger ad un blog tour successivo".

Voi cosa avreste pensato al posto mio? Io solo questo: a far diventare negativa l'immagine di una località che si sta promuovendo ci si mette giusto il tempo di una mail... attenzione!!

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