
Storie di Coronavirus – Salba e la Canzone sul balcone – intervista di Giulia Di Giovanni
Appena ho lanciato l'idea delle Storie di Coronavirus mi ha scritto Giulia Di Giovanni, giornalista (anche blogger, seguitela su Messa a fuoco!), raccontandomi la sua scoperta di questa quarantena: un vicino musicista, autore della "Canzone sul balcone" che regala attimi di serenità ai propri vicini. Giulia ha scritto un articolo sulla loro storia di "Vicini più vicini grazie alla musica", ma io vorrei di più, vorrei su queste pagine il suo racconto del suo vicino di casa musicista.
Ed eccoli qui: Giulia di Giovanni che intervista Salba, nome d'arte di Salvatore Battaglia: una bella storia, che poi sono due...

Ho scoperto la voce di Salba in questi giorni di quarantena quando ha partecipato al primo flashmob nel ballatoio di fronte casa mia. Gli appuntamenti sul balcone sono diventati la parte più bella delle nostre giornate, questo giovane artista rallegra noi vicini con la sua musica. Essendo giornalista, mi è nata un’irrefrenabile voglia di saperne di più sul suo percorso e quindi ho deciso di intervistarlo.
Chi è Salvatore Battaglia?
Sono un ragazzo di 28 anni, che nel 2019 ha deciso di vivere di musica. Dopo essermi laureato in Comunicazione all’Università di Bologna ho fatto le valigie e mi sono trasferito a Milano, carico di sogni e di tanti obiettivi da raggiungere. Qui ho trovato molte opportunità musicali, dal busking ai concerti. Ho preso una decisione: vivere di musica e, dopo un anno da questo importante passo, mi sento soddisfatto e pieno di energia per portare avanti questo percorso.

Quando è iniziata la tua passione per il canto? Cosa significa per te cantare?
Nasco come pianista e tastierista, a 16 anni ho scoperto la passione per il canto, da quel momento la musica è diventata una costante nella mia vita e non l’ho mai abbandonata. L’approccio alla musica inedita nasce nella mia città, Vittoria (RG), tra le sale prove del centro, con la band I Negativo. Questa intensa esperienza all’età di diciott’anni mi ha portato a vedere la musica, la composizione e la scrittura come un espediente per conoscere me stesso, la realtà circostante ed esternare i miei sentimenti al grande pubblico. A 24 anni, dopo la laurea triennale in Comunicazione a Catania, decido di partire alla volta di Bologna, per continuare gli studi. Qui tutto assume una connotazione sognante, ogni persona e luogo diventa spunto per una canzone, per ricordare, per emozionarsi dopo averla scritta e composta al pianoforte. Proprio a Bologna nasce Salba, che è molto più di un cantautore, rappresenta per me un nuovo cosmo, una nuova pagina della mia vita.

Sei stato tra i primi in Italia, in questo difficile periodo di emergenza Coronavirus, ad aderire ai flashmob. Cosa ha rappresentato per te?
Per un artista che durante la settimana si esibisce in media sei volte, avere il contatto con il pubblico diventa una necessità, un bisogno primario direi. Ho aderito ai flashmob perché volevo esprimermi, sentivo il desiderio di comunicare, non davanti a un pc, ma davanti agli occhi reali delle persone, in questo caso, i miei simpatici vicini.
Hai scritto recentemente un singolo sulla quarantena vissuta tra le mura domestiche. Puoi parlarcene?
Si chiama “Canzone sul balcone”, un brano scritto in una notte insonne di metà marzo. Ho voluto ritrarre il mio nuovo mondo visto dalla finestra della mia stanza, fotografando, attraverso una canzone, le abitudini, le sensazioni, le paure e gli sguardi dei miei vicini che, dopo la mia esibizione, ho conosciuto veramente. Questo spazio di musica ci ha permesso di sentirci più uniti, ha abbattuto in qualche modo le barriere, e ha svelato un senso di unione, di partecipazione e di solidarietà straordinaria nei confronti del difficile periodo che stiamo vivendo. Il testo della canzone è ricco di riflessioni e abbraccia davvero tutti, dalla vicina che porta fuori il cane, alla gente che organizza l’aperitivo delle 18.00 in diretta Skype sul divano, ai bambini che faticano a trovare uno svago, a chi lavora dentro un ospedale e a chi combatte contro il virus rischiando la vita (...“Abbraccerò il cuscino, ti sentirò vicino”...). Ho appeso il testo della canzone al muro delle scale. Mi sono ripromesso di staccarlo quando tutto finirà. Voglio che ci porti fortuna.

Quali sono le difficoltà che incontra un giovane artista per farsi strada nel mondo del canto?
Le difficoltà sono tante, come in tutte le strade, forse nel mondo dell’intrattenimento e dello spettacolo ancora di più. Ho imparato a trasformare i sogni in obiettivi da raggiungere, delineando puntualmente, non sempre ovviamente, le priorità e i percorsi più efficaci per la mia carriera. Questo per dire che per superare le difficoltà non bisogna confondersi ma riflettere e studiare una strategia che in qualche modo permetta coraggiosamente di guardare in faccia le difficoltà e superarle.
Il ricordo più bello che hai della tua carriera professionale?
Il ricordo più bello all’inizio del 2020, una giornata di sole in piazza duomo, io che canto e suono e la piazza piena di gente che mi ascolta. Non vedo l’ora che ritorni questo splendido momento. Un altro importante successo proprio di inizio anno è stato il passaggio alle selezioni di Musicultura, un concorso di alto spessore per i cantautori. Siamo stati scelti tra più di 800 artisti candidati in tutta Italia e lì ho avuto l’opportunità di cantare un brano a cui tengo molto, “Vivo solo”, scritto per riflettere sulla tematica del bullismo.

Quali sono i cantanti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?
Sicuramente I Negrita, e precisamente Pau, il cantante. Lui è tuttora il mio idolo italiano. Sul versante internazionale ho avuto molte influenze, da Eddie Vedder dei Pearl Jam ai Red Hot Chili Peppers, Pink Floyd. Adesso sento molta musica italiana, i miei recenti ascolti sono stati Brunori Sas, Ultimo, Venerus, Cosmo, e poi i grandi maestri, da De Gregori a Vasco, passando per Battisti e De Andrè.
Quali sono le tue aspettative e i tuoi progetti per il futuro?
Insieme all’etichetta discografica Sonos Music Records, che mi sostiene in ogni progetto stiamo lavorando alla stesura di un album, il primo, da lanciare dopo l’estate. Questo è un passo importante per iniziare a consolidarsi come artista nel panorama musicale italiano. Abbiamo un team di lavoro molto valido, con arrangiatori e produttori giovani e pieni di energia.

Che consiglio daresti ai giovani, come te, che vorrebbero intraprendere questa carriera?
Ai giovani direi di dedicarsi alla musica e di coltivarla in tutte le sue sfaccettature. Oggi non basta avere una canzone che spacca o una voce straordinaria. È il messaggio che conta e soprattutto come viene veicolato. Bisogna concentrarsi su tutto, sull’immagine, su come comunicare chi sei. Se posso dare un consiglio: vivere la musica a 360 gradi e fare caso a tutti i suoi particolari.
In quali canali possiamo seguirti?
Potete seguirmi su tutti i social e su tutte le piattaforme di fruizione musicale in digitale.
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