
Sansepolcro ed il Palio della Balestra
Ssstack! … … … Swiiish!!! … … … Stomp!!!
Eh! No, è troppo riduttivo provare a raccontare ciò che accade nel Borgo del Santo Sepolcro così…
Allora ricomincio.
…e lo faccio dalla fine: perché lo scorso anno sono stato onorato nell’esser selezionato come elemento della squadra che Advertigo aveva selezionato per il Time Travel Experience, quell’hashtag così tanto visualizzato nella tre giorni in cui io, Georgette, Gian Luca, Milly e Daniela siamo stati scaraventati nel Rinascimento italiano…
La fine perché quello qui sopra è il gruppo eugubino di balestrieri, il borgo gemellato e col quale la sfida si rinnova costante ormai da più di 5 secoli, l’umbro Gubbio, già noto per le sue bellezze e manifestazioni (e non solo per don Matteo…).
Furono loro a posizionare il dardo vincitore del palio nel corniolo, il bersaglio ligneo posizionato a 36 metri di distanza; target dei tiri degli oltre 100 balestrieri, scelti casualmente a turno da un bussolotto in piazza prima del torneo, oggetto portato poi in trionfo col palio e portato in terra umbra con grandi festeggiamenti.
Ma questo non è che il culmine di una tre giorni mozzafiato, passata a sentire bellezza, armonia e concordia.
Sì, lo so che l’avete letta la storia raccontata da Leonardo dello stemma di città più bello del mondo e del suo realizzatore: Piero della Francesca. Ma Sansepolcro, come lo chiamiamo oggi, è intrinsecamente legato a lui, anche se Leonardo da Vinci era più amico del suo allievo, il matematico biturgense Luca Pacioli.
Non tutti sanno che il grande Piero tirava di balestra e accorse in difesa della sua città natia quando fu attaccata dall’invasore fiorentino, tanto da essere registrato nei tiratori a cui venne affidata una balestra a metà ‘400.
E l’edificio che oggi ospita la Società dei Balestrieri in un certo periodo della vita del maestro ne ospitò le membra e l’intelletto. Come del resto gran parte del centro storico del borgo entro le mura è testimone del suo alto lignaggio rinascimentale, che a piè sospinto è più e più volte presente negli edifici ma soprattutto nello spirito dei biturgensi.
Il feudo camaldolese poi libero comune già nel 1163, si sviluppa tra il mito da cui trae il suo nome fino alla “dominazione” della chiesa di Roma e dei Medici, divenendo città nel 1520 e meritandosi addirittura una fortezza edificata da Giuliano da Sangallo.
Ma soprattutto nel borgo aleggia lo spirito mite e silenzioso ma sapiente ed istruito dei biturgensi e del loro nume tutelare, quel “Pietro dal borgo” che addirittura così firmava i suoi quadri, esempio di rara e pura perfezione.
E se vi recherete pel nuovo Palio della Balestra come sempre da sempre il secondo fine settimana di settembre, non dovrete ovviamente limitarvi a visitar il solo borgo: spaziare nei dintorni è cosa consigliata vivamente, per scorgere paesaggi che ritroverete nella famosa prospettiva aerea di Leonardo da Vinci e di tutti i pittori, toscani e non, del quattrocento e cinquecento: Monterchi, Anghiari ma finanche la vicina Arezzo sono lì che v’aspettano per regalarvi momenti indimenticabili, emozionanti ed unici.
Ma sono qui per parlarvi di Sansepolcro e del Palio della Balestra: il convivio, ovvero la cena rinascimentale con presentatore in rima, e poi danzatrici, arpa celtica e falconiere è solo l’inizio di una full-immersion sensoriale nel millequattro quasi millecinque…
…e poi il Mercato di Sant’Egidio con gli antichi mestieri riproposti ai giorni d’oggi…
Ed ancora gli sbandieratori, i figuranti in costumi d’epoca, lo spettacolo del fuoco ed i preparativi per l’evento clou…
Che arriva puntuale, nonostante la leggera pioggia che viene subito spazzata via dall’entusiasmo che impalpabile e metafisico aleggia nella piazza della Torre di Berta…
I convenevoli degli speaker con l’annuncio del bando di sfida fanno pian piano ammutolire la gente accorsa sugli spalti. Ed allo scoccar della prima verretta…
Ssstack! … … … Swiiish!!! … … … Stomp!!!
Ora si che l’onomatopeico suono riempie la scena!!!
E via, uno dopo l’altro, i dardi cominciano ad affastellarsi l’un l’altro, ricordando la potenza distruttiva di un tiro di balestra…
…ed eccoli, gli eroi dalla mano ferma e dallo sguardo impavido, che a null’altro devono pensare se non al corniolo là, dall’altra parte della piazza, ed a come entrare nel fitto dedalo di puntadure...
…come dite? Visto uno visti tutti? Eh! No!!! Anche questa volta sarebbe troppo riduttivo pensare di aver assolto tramite le immagini al compito del classico “io c’ero”. Perché ogni singolo istante, scorcio, animo, pensiero, sentimento, brivido elargito da questa terra sono unici ed irripetibili.
Per cui, se avete programmato un fine settimana fuori porta, se volete tornare indietro nel tempo godendo degli agi del tempo contemporaneo, Sansepolcro ed il Palio della Balestra sono lì pronti ad accogliervi…
“Sansepolcro, città d’arte e d’autore, ogni anno nel mese di settembre ripropone le tradizioni del Rinascimento. Una cultura ed una umanità antiche rivivono nelle piazze e nelle strade del centro storico.”
Grazie al Comune di Sansepolcro, ad Advertigo, ai compagni d’avventura del #TTE ed a Trippando, che mi ha permesso di reincontrare Piero della Francesca.