Scoprire le paludi della Maremma al buio: una gita serale al padule di Diaccia Botrona
La Maremma è conosciuta a molti per il suo passato di terra paludosa e malsana, un territorio che mietè numerose vittime a causa della malaria. Oggi tutto questo è un ricordo, rimasto nelle storie che si tramandano di generazione in generazione, nelle parole di Maremma Amara, fra le canzoni più popolari della Toscana e nella Diaccia Botrona, una delle più importanti aree umide della regione, usata da numerose specie di uccelli per lo svernamento, la sosta e la nidificazione.
Un tempo era l'enorme lago Prile, ben conosciuto dagli Etruschi, poi nel corso dei secoli, si era trasformato in palude, come era successo in gran parte della Maremma ed oggi è l'unico lembo di territorio che riporta alla Maremma selvaggia ma, soprattutto, un'area protetta dove gli itinerari al suo interno, fatti a piedi o in barchino, conduconoo alla scoperta delle oltre 200 specie di uccelli che si alternano durante il corso dell'anno.
Ve ne parlo semplicemente perchè ho avuto occasione di partecipare al primo itinerario in notturna, alla scoperta dei suoni del padule, organizzato dalla Coperativa Maremmagica, che gestisce la Riserva.
L'appuntamento era presso la Casa Rossa Ximenes, il cuore della Diaccia Botrona che rappresenta il primo tentativo di ingegneria idraulica di "curare" le paludi della Maremma. Qui la guida ha accolto il gruppo raccontando la storia di quest'area affascinante e particolare. Alle 20.00 in punto è iniziato il percorso che mi ha portato, binocolo e macchina fotografica a portata di mano, alla scoperta di pettegole (quelle non mancano mai!), pavoncelle e garzette.
Finchè è rimasta luce ho potuto ammirare, nascosta insieme agli altri in un casotto appositamente predisposto, il panorama roseo dei fenicotteri che, con le ore fresche della sera, si apprestavano a cercare cibo nel terreno limaccioso muovendo le zampe come dei veri ballerini di flamenco, non a caso è questo il loro nome in spagnolo, ma non appena è sceso il crepuscolo il padule ha prodotto un'armonia di suoni tra i quali ho imparato a riconoscere il verso basso del chiurlo e quello squillante dell'avocetta insieme, neanche a dirlo, al gracidare delle rane, regine delle zone umide!
Il buio mi ha certamente aiutato ad affinare il mio udito e, sinceramente, tornare al caos della strada e del centro urbano non è stato piacevole per cui penso che tornerò presto a fare un'esperienza simile, magari in un'altra delle 13 riserve naturali di cui è ricca la Maremma.
Volete sapere quando, dove e come?
La Diaccia Botrona è aperta tutto l'anno perchè è un'area che cambia la sua fauna in continuazione e questo permette di scoprirne, ogni volta che la si visita, animali e vite differenti, mentre in estate, la Casa Rossa diventa "La Maison Rouge", interessante rassegna di musica, teatro e tradizione.
La Riserva della Diaccia Botrona si trova nel Comune di Castiglione della Pescaia.
Per informazioni: Cooperativa Maremmagica, Turismo e Cultura, www.maremma-online.it
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Alla prossima!