
Scrivi e vinci la Puglia: il racconto di Paride Scredi (Seconda Parte)
Ecco la seconda parte del quinto racconto che ci è pervenuto per partecipare al nostro contest “Scrivi e Vinci la Puglia” a tema “Una Vacanza natural-gastronomica in Puglia”.
Le faccio di si con la testa e nel frattempo ripensavo alle sue parole, quant’era vero!
-Ah, senti. Io son venuto in bici, ed ho con me uno zainetto con un po’ di roba da mangiare. Ti va se facciamo un pranzo “leggero” e poi stasera andiamo a cena insieme?-
Lei mi sorride e annuisce.
Ci mettiamo comodi sotto ad un albero e tiro fuori le due confezioni di taralli, lei sceglie quelli alla pizzaiola (erano i miei preferiti! ), io mi accontento di quelli classici, e subito dopo dividiamo la puccia a metà.
Tra una risata, uno sguardo di intesa, e tanti discorsi giunge l’ora del tramonto. La prendo per mano e andiamo sulla scogliera più alta per guardare insieme il sole che sparisce all’orizzonte, oltre quella linea in cui mare e cielo si baciano e quasi si confondono.
Decidiamo di tornare a casa e prepararci per andare a cena.
Stanco, confuso, ma felicissimo per la nuova conoscenza scelgo con cura i vestiti.
Le ho dato appuntamento al “GUSTI DI PUGLIA” un ristorante che ha aperto da poco specializzato nella cucina tipica.
Lei arriva puntualissima, sorridente e bella più che mai; ci avviamo insieme ad entrare, quando la mia attenzione è distolta da una locandina, appesa alla porta del ristorante, che annunciava un concorso in cui si poteva vincere un soggiorno in un B&B www.pizzicatobeb.com, bastava semplicemente inviare un racconto di una vacanza al blog http://trippando.wordpress.com/, prendo appunto su un fogliettino e sfido lei a scrivere un racconto nel minor tempo possibile, lei accetta la sfida!
Ci sediamo al tavolo, e iniziamo a guardare il menu per scegliere cosa prendere.
Non sapevamo da dove cominciare.
-“bruschetta con ricotta forte”
-"orecchiette al ragù di carne di cavallo",
-"cicoria con la purea di fave”
-"cavatelli con le cozze"
-“bombette”
-“brasciole”
-“trippa con le patate”
Il tutto accompagnato da uno squisito Primitivo di Manduria.
Sazi ma desiderosi di qualcosa di dolce ci facciamo portare due pezzi di “Copeta”, mandorle amalgamate da una glassa di zucchero, una vera delizia per il palato.
Usciamo dal ristorante e facciamo un giro per cercare di smaltire più in fretta, tentativo vano! Entrambi stanchi decidiamo di tornare a casa.
Le offro un passaggio con la macchina, lei accetta, e prima di scendere ci scambiamo il numero di cellulare.
Mi abbraccia, e mi ringrazia per la splendida giornata trascorsa insieme, e un po’ turbata scende dall’auto e si avvia verso la porta di casa. La osservo ancora per qualche istante e rientro sperando di rivederla prima possibile.
Mentre mi preparo per mettermi a letto mi arriva un sms sul cellulare, è lei: OGGI, TRA LE COSE BELLE CHE IGNORAVO, HO SCOPERTO CHE C’ERI ANCHE TU. GRAZIE DI TUTTO. MI MANCHERAI
Facevo fatica a capire il senso di quel messaggio, provo a chiamarla ma aveva il cell spento, mi rivesto di fretta, deciso a prendere la macchina ed andare a casa sua, volevo capire.
Ma appena apro la portiera mi accorgo che c’era un foglio sul sedile posteriore. Era una sua lettera.
Diceva che aveva vinto un concorso per un lavoro negli Stati Uniti e che il giorno dopo sarebbe dovuta partire, ma che era comunque felice di avermi conosciuto.
Solo allora ho iniziato a mettere insieme tutti i pezzi: le foto, la vacanza “locale”, i discorsi che mi aveva fatto ora avevano una visione più limpida e chiara nella mia mente; stava “vivendo” per gli ultimi momenti la “sua” terra, prima di separarsi dalle sue radici e andare via.
Decido di tornare a letto e di passare la mattina dopo a salutarla.
E’ mattina, prendo la macchina e mi avvio verso casa sua. Non ho il coraggio di chiamarla. Aspetterò fino a quando uscirà dalla porta.
Venti minuti, mezz’ora, un’ora.. In me serpeggiava il timore che fosse già andata via e di essere arrivato in ritardo, quasi una metafora di come l’ho conosciuta: “sono arrivato in ritardo nella sua vita!”.
E invece eccola apparire fuori la porta, ha due grosse valigie con sé. Mi vede. Le posa. Corre verso di me con gli occhi gonfi di lacrime, mi abbraccia e mi sussurra:
-E’ tanto che aspetti?
-Più o meno ventinove anni…
Mi sorride, chiude gli occhi, si avvicina per baciarmi, chiudo gli occhi…un sussulto! Una musica! Apro gli occhi…Sono i Rolling Stones, le 6:30, devo andare a lavorare.