Si fa l'amore senza baciarsi, al tempo del Coronavirus

È una sensazione strana, quella che abita in noi da quando è scoppiata l'emergenza Coronavirus. Agli inizi non s'è capito bene, almeno qui in Toscana: ci hanno fatto continuare la vita normale, fatta di socialità e di incontri. Poi la chiusura delle scuole, l'Italia Protetta, ora la chiusura di tutto ciò che non è di prima necessità. Ho fatto in tempo a portare il computer in assistenza, l'altro ieri, e ad andarlo a ritirare ieri pomeriggio, con l'autocertificazione mezza compilata in borsa, nel caso mi avessero fermato. Io senza computer non lavoro.

Ho visto una Pisa spettrale, la sanificazione in corso, qualche irriducibile vecchietto sulle panchine di Borgo Largo, davanti alla farmacia.

Poche persone, tutte a passo svelto. Tutte con gli occhi bassi. Volti che si voltano dalla parte opposta, quando incrociano altri volti.

Paura, paura di questo male che non sai dove si può nascondere. Non sai a chi può stare addosso. E allora, nell'incertezza, eviti. Eviti di guardare, eviti di respirare, quasi.

Con chi conosci, si salutano gli occhi. Non serve nemmeno una mano. La testa non si alza. Le bocche restano chiuse. Solo gli occhi fanno un cenno, mesti. Chissà cosa ci si dirà, quando tutto sarà passato.

Si ha paura di ogni minimo contatto. Con tutti. Il mio Marco mi abbraccia allontanando il suo viso dal mio: <<Mamma, è vietato abbracciarsi, ma così si può fare>>. Giacomo invece cerca i miei baci. Lui è piccino ed è un gran coccolone. Evitiamo quelli sulla bocca, vade retro, ma le nostre salive non riescono a stare distanti. È diffice fargli capire questa situazione.

Invece bisogna stare distanti, bisogna evitare i contatti. Non so cosa sarà, quando la situazione tornerà normale. Ormai ci siamo abituati a circumnavigare i nostri simili: un metro almeno, anche nelle corsie del supermercato.

Ormai si sta distanti anche quando si fa l'amore, in questa guerra senza armi. Si fa l'amore senza baciarsi, perché non si sa dove si nasconde, quella bestia. Non sai se può abitare nel tuo compagno e nell'incertezza, eviti. Viene naturale. In una settimana ci siamo abituati a starci alla larga, a lavarci e disinfettarci le mani ripetutamente.

Chissà quando tornerà, la normalità. Chissà quando potremo scendere in strada come alla firma di un armistizio. Intanto stiamo nelle nostre case, sentiamoci al telefono. Ci vogliamo bene lo stesso, forse di più. I baci possono attendere. Anche quando si fa l'amore.

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