Ne ho lette cose che voi umani nemmeno immaginate...
Per me, che non son più Cristiano (ma non per questo non sono sensibile all'evento) Natale è quello che ho maturato in questi miei primi 44 anni, ogni anno comunque diverso dall'altro.
Sin da bambino, per me Natale è un momento di riflessione, una specie di resoconto di cosa s'è fatto fino a quel punto: metaforicamente, come con la conoscenza ho poi capito andavano presi i dettami delle scritture religiose, sentivo il peso ma anche la leggerezza del messaggio del Natale, tutto racchiuso in quella straordinaria nascita di un bambino destinato ad essere il Re dei Re ma contemporaneamente ultimo tra gli ultimi.
Pur essendo nato da mamma nobile e di famiglia rispettabile, non riesce a nascere in un alloggiamento consono, se non in una mangiatoia di una stalla. E la forza di questa immagine viene negli anni rinvigorita da quel genio del mio fratello Francesco d'Assisi, che coll'invenzione del Presepe di Greccio nel 1223 rende tramandabile ed immortale quel momento.
Tutto quello che poi è diventato il Natale coll'uomo contemporaneo, colla frenesia vanesia del consumismo e dell'egoismo esasperato, dei personaggi pubblicitari che sopperiscono a quelli spirituali consegnando regali a destra ed a manca senza nessun motivo se non quello di far arricchire chi propina modelli insostenibili, lascio a voi commentare...
Il mio Natale è legato perciò a quella mirabile, semplice e sconvolgente metafora, di come si possa essere Figli del Dio ma contemporaneamente ultimi, semplici, ed essere al centro dell'attenzione dell'umana considerazione senza aver fatto nulla di eclatante se non essere Amore.
Per cui, come consiglio di comedove passare il Natale 2012, da neo Umbro vi consiglierei di fare un salto ad Assisi, e, una volta nella Basilica Inferiore (dove ammirerete la natività di Giotto ed altre meraviglie...), discendere nella cripta che custodisce il corpo di fratel poverello, ed ascoltare in silenzio la maestosità del nulla.
E godere per strada degli allegri allestimenti di questo voler ricordare come si possa nascere Re in povertà, tra un bue ed un asino, a dispetto di quel che dice nel suo ultimo libro quell'uomo in scarpette rosse firmate e pelliccia d'ermellino che si pavoneggia d'essere il suo testimone in terra...
...che la santità è ben altra cosa, messer Ratzinger... e che dovrebbe ricordare che è Natale per tutti.
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