La storia della Villa della Porta Bozzolo

Non vi potete essere stancati di sentire parlare della provincia di Varese e dei suoi Lago Maggiore Bike Hotels perché anche se sembra impossibile: il weekend è stato talmente intenso che vi devo raccontare ancora la storia di una Villa.

La Villa Della Porta Bozzolo l’abbiamo vista passando per la strada. Fabio, che ci ha accompagnato in ogni dove durante le nostre esplorazioni e che ci ha fatto da cicerone pressochè continuo per due giorni, ce l'ha fatta vedere dalla strada, ma ci ha praticamente detto che “se avessimo fatto i bravi” ce l’avrebbe fatta vedere anche da vicino... e anche da dentro!

Sto scherzando, ovviamente: era una questione di tempi e di spazi, di orari e programmi da rispettare. Ma il non andarci sarebbe stato davvero un peccato perchè il colpo d’occhio dalla strada ci era parso notevole.

Giardino Della Porta Bozzolo

La Villa, la cui origine risale alla metà del Cinquecento, è stata rimaneggiata nel tempo, allargata, ingrandita, modificata strutturalmente. Il primo proprietario fu un Notaio, Notaio della Porta, che voleva creare la sua residenza signorile nella seconda metà del Cinquecento.  La Villa raggiunse però il suo massimo splendore in epoca Barocca, quando venne battezzata come Villa di Delizia. Dal periodo Barocco, la Famiglia Della Porta subì un inesorabile declino e con esso fu inevitabile la decandenza del complesso. La casata Della Porta si estinse definitivamente nel 1817 e la Villa passò di mano in mano fino alla famiglia Bozzolo, che traformò la Villa con numerosi restauri e aggiornamenti per farla diventare una residenza estiva. Il Parco, che è quello che maggiormente si nota passando dalla strada, è all’italiana e conserva nella sua struttura una sua tradizione agricola con coltivazioni di alberi da frutta.

teatro giarcino Della Porta Bozzolo

Gli arredi contenuti nella Villa risalgono per lo più all’ultima famiglia proprietaria e sono abbondanti e ridondanti, come tutti i ninnoli, affreschi, dipinti, busti che fanno una bellissima mostra di sè all’interno di tutta la Villa. Sono rimasta particolarmente attratta da alcune cose di questa Villa:

  • la biblioteca, che conserva più di 2000 volumi appartenuti a Camillo Bozzolo, che trattano per lo più di medicina, professione del proprietario;
  • il giardino e
  • l'enorme e immenso torchio che veniva usato  per la spremitorua della Vinacce. Forse la foto non rende per niente bene le dimensioni di questo immenso tronco di albero, per cui non si capisce nè come potesse essere usato nè come potesse essere entrato in quel locale adibito alla spremitura.

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torchio

La Villa è sottoposta alla tutela del FAI. E’ stata infatti donata nel 1989 dagli Eredi Bozzolo al Fondo Ambiente Italiano, che grazie a finanziamenti ha potuto realizzare gli interventi necessari per il rispristino e l’apertura al pubblico del complesso. Forse mi direte che per quanto bella, magari, da sola non vale il viaggio fino al Lago Maggiore. Io vi rispondo che vi sbagliate, perchè vi ho già largamente raccontato che cosa fare in questa zona del Lago Maggiore, con i suoi Bike Hotels. In realtà, questa Villa è legata ad un progetto di collaborazione che unisce il Fai con i Bike Hotels. Presto, prestissimo, mi ha detto Fabio Lamera, manager dell’associazione dei Lago Maggiore Bike Hotels, sarà attivato un progetto che permetterà di unire percorsi ciclabili sul lago ai beni sottoposti a tutela del FAI presenti in zona. Come dire, unire l’utile al dilettevole… Oppure il movimento alla cultura. Quindi, tenete d’occhio il loro sito per non perdervi l’occasione di pedalare tra i beni del FAI che si trovano sulla sponda lombarda del  Lago Maggiore.

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