
TORINO 2006: la mia olimpiade...
XX Olympic Winter Games - Torino 2006.
Sono passati solo 8 anni, ma la vita corre e si distrae, ti ruota intorno, ti prende e ti porta con se, lasciando che siano altri a riportarti dove eri passato...
Ammirato, fremevo durante una riunione di giovani menti operanti che si prodigano alla divulgazione delle bellezze del territorio umbro, guardando di tanto in tanto una prova delle olimpiadi di Sochi 2014. E poi è apparsa Carolina...
...e come d'incanto, come l'ormai abusata Madeleine, un tuffo al cuore, un brivido caldo mi ha attraversato...
Il tempo non può cancellare emozioni così intense...
Nella mia scorsa vita, ho avuto l'onore di esser stato scelto come fotografo da un importante sponsor principale, e di seguire per loro il periodo di preparazione e l'esecuzione nel back-stage delle cerimonie di apertura e chiusura di Torino 2006 e delle Paralimpiadi ...
L'emozione di essere parte di un evento mondiale, però, non si limitò al solo rutilante mondo della fotografia: per il fotolaboratorio per cui lavoravo, fui scelto da Kodak per "tenere" il negozio nel villaggio olimpico di Sestriere...
Fui così obbligato a parlare ed a cercare di decifrare tutte le lingue del mondo tranne la mia, visto che gli atleti italiani erano portati subito a Torino a Casa Italia. E fu lì che capii che il mito secondo cui noi italiani siamo gli unici a non conoscere l'inglese è solo un autolesionistico luogo comune...
Atleti giapponesi che stampavano centinaia di copie delle loro foto durante le gare trasformandole in cartoline da spedire ai propri fans; centinaia di atleti cinesi in ordinata fila fuori dal negozio ad attendere che gli consegnassi la tanto agognata pin ufficiale della Kodak, che dovetti consegnare una per una ad ogni desideroso ed ossequioso ospite; gruppi di insoddisfatti atleti svedesi che bivaccavano sui divani della sala comune antistante il negozio che, chissà come, riuscivano a far entrare casse di vodka con cui sbronzarsi; amici nuovi conosciuti per caso in quei 25 giorni provenienti da Kazakhstan, Grecia, Norvegia, Corea del Sud, Russia, Ukraina, Finlandia, Olanda, U.S.A., Canada, e tanti altri, coi quali scherzare, condividere, emozionarsi per discorsi basati sulla bellezza del nostro paese, quell'Italia troppe volte da noi bistrattata...
Io, che ancora ero fiero della mia città, parlavo loro di quanto fossi contento di raccontar di Torino, ai più conosciuta ancora solo come la città della FIAT...
...ed a vendere il mio lavoro, la mia passione in più di 5.000 copie trasformando notturni olimpici della mia città in altrettante cartoline, apprezzatissime da quei bambini catturati in corpi atletici e forzuti, scaraventati lontano dalla loro terra per raggiungere un sogno, quella tanto agognata medaglia...
...quella medaglia che la dolce e timidissima giovane pattinatrice che ora scorgo forte e sicura sullo schermo della Gianoteca fallì otto anni or sono cadendo più e più volte, nonostante fosse la favorita. E con lei mi passano davanti tutti i personaggi famosi di quelle mirabolanti 3 notti delle cerimonie: attori, presentatori, miss Italia, cantanti, calciatori, ex atleti di ogni disciplina, presenti come testimonials di se stessi o di ciò che erano od erano stati...
Ma sopratutto quel sorriso riconquistato da Carolina alla fine della prova mi ha fatto ricordare un mese con: sveglia alle 5, partenza alle 6 in treno dopo un bus che ti porta in stazione, cambio alle 8 a Bussoleno da treno a bus, a Sestriere (neve permettendo...) alle 9.30, apertura alle 10 fino alle 20, orario continuato, alle 20,10 od alle 21,20 il bus che ti riporta a Bussoleno, prendi il treno per porta Nuova, vai in negozio, intorno a mezza notte, lasci gli ordini che la traballante connessione internet non supporta, ritira le stampe pronte, ogni tanto stampati foto urgenti, ritorno a casa (quando andava bene...) alle 1 del giorno dopo, 4 ore di sonno e poi si ricomincia; ogni giorno, tutti i giorni per 26 dì meno 3, quelli delle cerimonie.
Ma sopratutto e tutte, la cosa che mi incendia il cuore, oltre ai volontari, alla meraviglia della medal plaza, dei gianduiotti in piazza Solferino, alla pista di pattinaggio su ghiaccio, il curling, le coloratissime cerimonie, la gente, l'agone olimpico, più di tutti il ricordo è di quel fuoco, ardente passione e simboleggiante lo spirito di Olimpia, dea greca ch'ancor oggi mi ricorda di quella torcia, bella e luminosa come quella luna, che qua e là mi accompagnò quella notte, a fotografar Torino.La mia Torino.
Quella dei XX Giochi olimpici invernali.
Ed io c'ero...