
Viaggio in Polonia, un Paese che non ti aspetti
Dopo averci fatto incantare nel Périgord e riflettere su Sarajevo, torna ospite di Trippando Giancarlo Pardini. Stavolta ci porta a conoscere la Polonia, un Paese che lo ha felicemente colpito, che non si aspettava così. Come al solito il suo bel racconto vi piacerà. Garantito!
Polonia, ex paese del blocco comunista, luogo di origine di molte delle nostre badanti. Ci si aspetta di trovare un paese depresso, decadente, compromesso dal punto di vista urbanistico, case e strade malconce, un paese arretrato, sporco e malandato. Ma non è così, almeno nella parte nord che noi abbiamo visitato perché la parte est, più vicino alla Russia, potrebbe presentare un diverso aspetto.
Certamente decadente non può esserlo Danzica, città viva di vita e di commerci, importante porto sul Baltico e importante meta turistica internazionale. Allora ci imbarchiamo per 1850 chilometri di nord per andare a cercare la periferia, quella che non risente del flusso del turista o del benessere economico del ricco commerciante. Viaggiamo quindi attraverso sterminati campi coltivati e fitti boschi, per paesini sconosciuti, molti non segnati sulla carta ma riconoscibili solo per il cartello all’inizio e alla fine dell’abitato, ma dove notiamo, con nostra sorpresa, le stesse identiche caratteristiche della grande città: strade perfette, pulite, giardini curati, grandi scuole recintate, fermate del bus con intatte e perfette indicazioni stradali, parchi giochi per i bambini, case se non tutte bellissime, comunque decorose e ben tenute, nessuna scritta ad imbrattare muri facciate monumenti o mezzi pubblici. E, spesso lungo tutte le strade, molti operai alla manutenzione dei cigli stradali e delle piante. Bianchi, lavoratori ucraini, ci hanno detto, ma sono in molti e il risultato si vede. Pare che anche per i polacchi alcuni lavori non siano graditi. Tutti i luoghi sono puliti e senza cartacce o spazzatura sui cigli, merito del lavoro degli ucraini, senza dubbio, ma molto anche per l’educazione dei cittadini polacchi. Burberi, senza dubbio, senza conoscere una parola di inglese tranne che nei ristoranti delle città, dove a fatica riuscivamo a farci capire, scostanti a volte, se non capiscono cosa chiediamo loro, ma ligi, educati. Non gettano cartacce, utilizzano i tanti contenitori per le cicche posti al di fuori dei locali e sulle strade di città, pagano tutti i biglietti del bus, hanno gabinetti pubblici puliti ovunque che puoi usare con 2 zloty, danno la precedenza ai pedoni in maniera a volte addirittura pericolosa (parlo per noi autisti di un paese molto più indisciplinato), usano in molti la bicicletta su piste ciclabili presenti quasi ovunque, nelle città e nelle campagne, hanno auto nuove e costose e non quei macinini che ci immaginavamo di trovare, le vecchie Trabant o le Zastava di casa Fiat. Poche macchine italiane, molte tedesche e francesi.
Gli operai guadagnano poco, 350 euro al mese come salario minimo, che molto spesso è il loro massimo da operai; gli imprenditori non concedono aumenti e chi lo chiede rischia seriamente il licenziamento (ma con facilità può trovare un nuovo lavoro, però sempre a quella cifra). Fanno figli perché per ogni figlio oltre il primo percepiscono 500 zloty mensili (la moneta polacca che equivale ad un quarto di euro. 350 euro=1400 zloty), con cui arrotondano il magro salario. Ma con 10 euro si pranza decentemente in città e con molto meno in cittadine di periferia. I ristoranti in periferia non turistici chiudono alle 21, dopo le 20 è difficile che accettino clienti. Le porzioni sono abbondanti, un solo piatto è sufficiente, con contorno compreso e senza pane (chelb) che va ordinato a parte e viene messo in conto. Maiale, golonka si chiama lo stinco presente in quasi tutti i ristoranti, arrosto o anche lesso, manzo, salmone, anatra, tutto con patate e insalata con abbondanza (inevitabile) di cetriolo, una specie di raviolo con vari ripieni chiamato pierogi, zuppe, di verdura o con carne o pesce, diversi tipi di dolce non troppo zuccherato. Sono i piatti comuni presenti ovunque, per qualcosa di più raffinato bisogna andare sul porto di Danzica e spendere qualcosa in più. In questi locali si accettano clienti naturalmente fino a tarda sera.
Il governo attuale è di destra moderata, una destra populista che si alterna con una destra più liberale (sono vicini come posizione politica ma molto lontani per simpatia) mentre il partito comunista è scarsamente rappresentato e non troppo simpatico alla maggioranza dei polacchi, specie quelli di mezza età che hanno vissuto il dominio comunista.
Proprio a Danzica, e non poteva che avvenire in una città che ha fatto della sua intraprendenza e indipendenza la sua caratteristica principale (è sempre stata la più ricca per il monopolio che aveva per i traffici commerciali del nord), sono sorte le prime manifestazioni contro il regime sovietico e non sempre si ricorda che la parziale indipendenza della Polonia è avvenuta prima addirittura della caduta del muro di Berlino del 1989.
Ricorre spesso la Polonia in fatti storici: la prima a liberarsi dal gioco sovietico, la prima ad essere invasa nel 1939 dalle truppe del terzo Reich. Se ne trovano molte impressionanti vestigia in vari punti del territorio polacco. Interessante la postazione sulla penisola di Hel, un presidio fortificato molto vasto con reperti della vita di ogni giorno dei soldati e con un impressionante supercannone, e la Tana del Lupo (Wolfsschanze) in un paesino sperduto ad est (ma dove abbiamo trovato vari pulman e molti visitatori), quartier generale di Hiltler fino al 1945 dove avvenne il famoso attentato fallito del 20 luglio del 1944. Da questo episodio è stato tratto un film del 2008 “Operazione Valchiria” in cui un gruppo di ufficiali della Wehrmarcht, con a capo il colonnello Klaus von Stauffenberg, un eroe di guerra, cercò di con un ordigno di uccidere il Fuhrer che però viene soltanto ferito. Qui rimangono le vestigia distrutte dei bunker che ospitavano i gerarchi del partito, imponenti (mura di 4 metri di cemento armato) e perfettamente camuffati in una fitta foresta. Non furono mai scoperti né bombardati, ma fatti saltare con esplosivo dai soldati russi al loro arrivo.
Un paese quindi che non ci aspettavamo, pulito, educato, dignitoso nella sua condizione economica ancora non a livello europeo, ma in forte crescita dimostrata dalla enorme quantità di cantieri che abbiamo trovato sulle strade e dalle centinaia di operai che abbiamo visto al lavoro. Solo il salario è ridotto e per questo può essere una buona occasione per visitarlo spendendo ancora abbastanza poco. Un paese con buone capacità ricettive, buone strade e pochissima microcriminalità (pare molto di loro preferiscano i paesi del Regno Unito). Per la nostra esperienza non abbiamo notato extracomunitari, solo rari zingari, e solo due prostitute in bella vista in 1850 chilometri di strada.
Per le bellezze e i luoghi da visitare non mi dilungo, sono presenti in ogni pubblicazione. Noi abbiamo visitato Danzica con le sue tre città Gdansk, Sopot (e il suo Pier più grande d’Europa) e Gdinia, la penisola di Hel, un piccola striscia di terra protesa nel mare, la città medievale di Torun, lo straordinario castello teutonico di Malbork, Chelmon città degli innamorati, Elblag e il suo canale, Leba e le sue immense dune di sabbia, siamo arrivati fino al confine russo di Kaliningrad, ci siamo spinti fino a Osztyn, ai laghi della Masuria e visitato moltissimi altri paesi e paesini chiedendo rare indicazioni stradali (a gesti e mostrando immagini, l’unico nostro modo possibile di comunicare).
Per la moneta ci sono moltissimo Kantor per il cambio, alcuni non hanno commissione e sono da preferire, altrimenti si può prelevare moneta locale semplicemente usando il Bancomat, anche questi presenti ovunque fin dall’aeroporto. Buon viaggio!