Una giornata da Trippando - Vivo, mangio, dormo, leggo e bloggo, un giorno da 48 ore!

E io sono Monica, non sono Toscana, non sono una blogger, non sono viaggiatrice, non sono chef, non sono scrittrice, non sono niente.

Bene! Quindi metto un punto e me ne vado a fare una lavatrice!

Noooo, ma vi lascerò così senza dirvi niente di me? Sono un po’narcisista, due parole ve le dico.

Sono un’impiegata, sono una moglie, sono una mamma (di una Topo undicenne, Uuuuuhhhh! la pre-adolescenza che emozione!).

E mi sembra già tanto!

Ma in mezzo a tutto questo  mi piacerebbe essere una blogger, una creativa, una disegnatrice, una sarta, una ricamatrice, una cuoca, una pasticcera, una cake designer, una lettrice, una viaggiatrice.

Ma mi impegno! A fare tutto!

Ho un blog (!!), mi piace cucinare, mi piace creare, mi piace disegnare, mi piace smanettare sul PC e in internet, mi piace decorare torte e biscotti, mi piace leggere, mi piace viaggiare, mi piace scrivere ogni tanto per Trippando, mi piace avere le giornate di 48 ore.

Ah!

Ehm!

No? Le mie giornate non sono di 48 ore. Forse è per quello che tutti i giorni non riesco a fare proprio tutto quello che vorrei fare! Non me ne ero accorta!

Sveglia alle 06.30, ma io non ci riesco a saltare come un grillo giù dal letto appena sento le prime note della radiosveglia. Aspetto ancora 7  minuti che la bastarda suona di nuovo!

Agguanto il Kindle che sta sempre al mio fianco e cerco di raggiungere il bagno.Il Kindle mi serve mica per leggere al mattino, no, il Kindle come lettore serve in altre ore della giornata!

Controllo Facebook, controllo Twitter, aspetto con impazienza che esca l’articolo delle 7 di Trippando!

Faccio un giro in cucina dove quel sant’omo del mio marito, ha già annegato le formelle di cereali nel mio latte e sta scaldando il latte per l’undicenne.

Vado, tocca a me.

Entro nella camera della pre-adolescente e comincio ad aprire gli scuroni, ma lei non fa una piega e comincio a strillare.

E’ tardiiiiiiiiiiiiiiii !!!!!!

Raggiungo l’asciugatrice e la svuoto, piego  i panni e urlo:

E’ tardiiii !!!! Carlottaaaaaaa!!!!  Alzatiiiii!!!!

La zombie arriva nel bagno lavanderia (che sarebbe del sant’omo, ma siamo sempre tutti li) trascinando piedi-gambe-braccia, che somiglia al cugino Hit della famiglia Addams!

E’ andata bene, non è caduta dal water. Porto i panni nel soppalco-stireria-studio-laboratorio- AngoloDellaCasaTuttoMio, e volo davanti alla mia tazza, dove le mie formelle di cereali si sono spappolate nel latte.

Prendo il telefono, controllo la carica della batteria, leggo mezzo post delle 7 di Trippando, controllo se ci sono SMS o mail.

Arriva il cugino Hit della famiglia che centra la sedia della cucina: ci è andata bene anche questa volta, non è caduta! Si appoggia con entrambi i gomiti sulla tavola, ai lati della sua tazza, e riflette sul prossimo passo. La mia tazza vola dalla tavola al lavello, continuo ad urlare:

E’ tardiiiii!!!!!!!!

Volo in bagno denti-faccia-deodorante-creme e mi teletrasporto davanti all’armadio. Noooooooooooooooooo!!!!! Cosa mi metto???? Non ho niente di adatto-comodo-carino di mio gradimento. Un lampo di luce attraversa i miei neuroni svegliati dai miei urli:

E’ tardiiiiiii!!!

E mi teletrasporto nuovamente nel soppalco-stireria-studio-laboratorio-AngoloDellaCasaTuttoMio a rovistare nel pienissimo cestone dei panni da stirare.

panni da stirare

Cerco la camicia e attacco il ferro da stiro, quello bianco, quello senza la caldaia, quello che stira peggio, ma si scalda prima. Scendo nuovamente in cucina dove lo zombie undicenne non ha ancora preso sembianze umane e si sta infilando in bocca un biscotto, riuscendo a farlo passare a fatica dalla cortina di ferro della chioma informe, senza avere ancora aperto gli occhi.

Ovvio! Metà latte nella bocca l’altro sulla tovaglietta! E di nuovo:

E’ tardiiiiii  !!!!!!! A lavartiiiiiii!!!!!

Trascinando piedi-gambe-braccia raggiunge il suo bagno e io la camera. La camicia la abbino ai pantaloni neri, me li infilo saltandoci dentro e mi smaterializzo per ritrovarmi davanti al ferro da stiro per dare una forma alla camicia. Stacco il ferro dalla spina e scendo in camera, la cintura, la cintura, dov’è la cintura? era qui era qui era qui, sono sicura. Nel frattempo ho cambiato disco:

ti sei vestitaaaaaa?????

Niente!

Cade la scatola delle cinture, Por….a!!!! E mi affaccio dal piccolo zombie che è disteso sul letto in catalessi.

E’ tardiiiiiii!!!!! Vestitiiiii!!

Senza emergere dalla chioma di cugino Hit che ancora la rende informe, emette i suoi primi mugolii della giornata: cooosaaa mi mettooooo?

Aaaaaarrrrgggghhhhh! Un paio di jeans, una maglietta, una felpa che tanto tutte le pre-adolescenti si vestono sempre così! Trascina piedi-gambe-braccia davanti al suo armadio e finalmente sposta la chioma e appare un naso, due occhi e una bocca che finalmente prende vita:

Mammaaaaaaaa! Ho finito le magliette!!!!!!

Il teletrasporto dell’Enterprise mi fa un baffo e in un nano secondo sono di nuovo nel soppalco-stireria-studio-laboratorio-AngoloDellaCasaTuttoMio per stirare una t-shirt all’undicenne mentre contemporaneamente, dotata del dono dell’ubiquità, continuo a cercare la cintura nell’armadio!

Plin! Suona il telefono è arrivata una notifica. Silvia Ceriegi ha pubblicato qualche cosa! Scendo in cucina e prendo il telefono mentre chiamo l’undicenne che arriva ancora in pigiama.

E’ tardiiiiiiii !!!!!! Non ti sei ancora vestitaaaaaaaa????

Un neurone ha aperto gli occhi e le permette di rispondere candida candida: Aspettavo prima la maglietta!!!!

Ho trovato la cintura.

MI/CI pettiniamo, MI/CI lego/leghiamo i capelli, TI lego i capelli, no faccio io, no TE Lo faccio io, no MI ARRANGIO, ma guarda che è venuta male! UFFFFF ALLORA FALLO TE!

Si sono svegliate anche le sue corde vocali!

Abbiamo entrambe sembianze umane, mancano le scarpe, vatti a mettere le scarpe, prendi la borsa di scuola, hai preso il giubbotto? la merenda l’hai presa? Si!

No! Mamma dovevo fatti firmare un avviso!!!! Noooooooo!!!! Apri borsa, cerca diario, cerca penna, leggi avviso, firma avviso, diario, borsa, scarpe, scendi, esci, chiudi!

Le chiavi della macchina. Noooo! Apri borsa mia, cerca in borsa, svuota borsa… le chiavi di casa, le chiavi di casa, le chiavi di casa sono in casa! Vai da nonna prendi la chiave, apri porta, sali scale, cerca cerca cerca, chiavi macchina e chiavi casa, scendi scale, porta chiave a nonna.  Saliamo in macchina! Silenzio! Radio spenta! L’undicenne occhi aperti, il cuore dorme. Parcheggio, ciao, bacione, no dai mamma vado che sono in ritardo. Sbatte portiera! Fine!

Ah la giornata non è finita? Vado a lavorare!

Arrivo davanti all’azienda prendo telefono, controllo Kindle, controllo messaggi, controllo Facebook, controllo Twitter, controllo mail.

Lavoro, lavoro, lavoro, pausa pranzo, in mensa a prendere qualche cosa take away, a scuola a prendere l’undicenne! Parcheggio, all’ombra, sempre nello stesso posto.

19 minuti di puro ca…ggio! Kindle, due pagine dell'ebook che sto leggendo, ma quello della villetta lì a fianco ha il wi-fi libero. Kindle connesso, Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, mail, leggo e rispondo a tutto quello che mi sono persa al mattino! Prendo appunti, penso, leggo, penso, leggo, rispondo, appunto!

Ciao mamma andiamo? Quasi mi scassa la carrozzeria per far entrare il trolley strapieno!

Come è andata? compiti? interrogazioni? voti? novità?

Niente! Tutto a posto! Posso non studiare,  non fare i compiti, posso andare dall’amica, posso saltare allenamento?

In ordine:

no!

no!

no!

no!

Via dai nonni, ho 10 minuti, bagno, mani, tavola, cerco chiavi, porto in casa il take away chiudo finestre, controllo ferro da stiro (l’avevo staccato questa mattina?) sguardo allo specchio: è ora di andare!

Lavoro lavoro lavoro.

Prima di uscire dall’azienda mi cambio: scarpe da ginnastica, pantaloni e maglietta, arrivo in piscina, non parcheggio, non c’è parcheggio! Mio marito mi corre dietro per la strada per essere caricato, lo carico e trovo parcheggio. Si va! A camminare! Ordine della cardiologa! In 5 anni avrò già fatto il giro del mondo due volte! E con mio marito apro i rubinetti della “lamentazione”: lui, lei, ha detto, ha fatto e poi è successo e intanto chilometri e chilometri.

A casa tu o io? Cosa c’è da scaldare, mangiare, preparare? Vado io, tu aspetta la Topo.

Torno a casa, apro la porta e silenzio! Io! Solo io! La cena è solo da scaldare, doccia veloce, lavatrice sono le otto e un quarto loro arrivano alle 21.20. Accendo il Pc. Evvai!!!!!!

Controllo mail, segno spese del giorno, controllo taccuini del Kindle che si sono già sincronizzati con il PC, leggo appunti, scrivo un post, cerco le foto, le modifico, scendo, accendo micro, scaldo cena, preparo tavola, faccio lavatrice. Arrivano! Mangiamo!

Pausa!

Finisce lavatrice riempio asciugatrice! Sono le 22.00.

Carlottaaaaaaa!!!!! Vatti a lavare i denti, mettere pigiama, preparare borsa per scuola. Ci sono avvisi? Hai verifiche domani? hai studiato? Allenamento tutto bene? Vatti a letto!

NO, ancora 10 minuti! E passa mezz’ora. Sono le 22.30, quel sant’omo sgombera, lava, spazza.

Carlottaaaaaaa!!!! a lettooooo!

Sedere diritto, cipiglio inc...ato, improperi sottovoce, finte lacrime di coccodrillo condite di: sempre io, sempre voi, nessuno mi capisce, io sono obbligata!  E si spancia nel letto riprendendo le sembianze del cugino Hit.

Salgo nel soppalco-stireria-studio-laboratorio-AngoloDellaCasaTuttoMio. Facebook, twitter, blog, scrivo, scrivo scrivo, programmo!

Pc telefono kindle

E’ mezzanotte: ca..eggio! Quel sant’omo del marito passa e dice che va a letto! Arrivo….. dopo un’ora! Attacco telefono al caricabatterie, mi accompagno con il Kindle a letto, leggo qualche pagina e collasso... dopo 48 ore!

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