Weekend a San Miniato: tartufo e non solo
Di ritorno da uno splendido weekend a San Miniato, ospite di San Miniato Promozione per raccontare la Mostra del Tartufo (vi lascio qui il link per vedere le altre date), metto nero su bianco due dritte, perché in tanti me le hanno chieste mentre postavo in tempo reale le storie. Anzi, vi racconto il mio programma ideale di un weekend a San Miniato, ok?
- Scoprire la città e la sua storia. Credo che prima di tutto occorra conoscere la grande e lunga storia di San Miniato. Io ho partecipato al tour "Tra storia e tartufo" organizzato da Discover San Miniato. Sara è stata bravissima a farmi entrare nel clima della città, ricchissima di storia (e di personaggi che vi hanno soggiornato o vi sono passati) che però adesso deve la sua maggior fortuna al tartufo bianco.
- Mangiare: con Giulia Cecchini che ha organizzato questo mio weekend sanminiatese ce la siamo presa comoda e goduriosa nel Retrobottega della Macelleria Falaschi. Dunque: la macelleria è uno di quei posti dove il tempo si sia fermato; il proprietario Andrea è un personaggio (e non dico altro, dovete scoprirlo: o si ama o si ama, se si amano le persone decise); poi si prosegue oltre il bancone, si passa la cucina a vista e si arriva in delle sale e salette (l'ultima con una vista straordinaria). Cosa si mangia? Bontà, con o senza tartufo. Non per vegani, nemmeno per vegetariani. Per chi, come me, la ciccia la mangia poca ma buona: est est est.
- Gironzolare 1: in occasione della mostra del tartufo ci sono gli stand. In Piazza del Popolo quelli gastronomici provenienti da tutta Italia; in Piazza del Seminario quelli gastronomici locali; in Piazza del Duomo ci sono i tartufi e i vini dei Vignaioli Sanminiatesi (grandi scoperte!). Io e Giulia abbiamo apprezzato molto anche la mostra SCART: il lato bello e utile del rifiuto. Non si può solo mangiare e bere!
- Fare l'aperitivo. E l'aperitivo, a vedere dalla quantità di gente dentro e fuori il locale, tutta San Miniato lo fa da Ethans. Guardare lavorare il proprietario Alessio (ma anche i suoi ottimi allievi) è uno spettacolo: i cocktail sono magnifici; non da meno è l'allestimento del locale e la qualità e quantità delle bottiglie che sono parte integrante dell'arredamento.. Non oso immaginare cos'abbia pensato Alessio quando gli ho chiesto un analcolico, ma mi ha preparato qualcosa di assolutamente divino. Notevoli anche gli stuzzichini, che dopo un pranzo come il nostro fanno ampiamente da cena.
- Riposarsi per un nuovo giorno. Io sono stata ospite dell'Agrirestaurant Valle Azzurra. La parola agri non rende merito al posto. È agri perché immerso nel verde, circondato dal bosco, ci sono cavalli, olivi, lavanda e un grande orto. Dentro è nuovissimo, moderno, curato dalla proprietaria Azzurra (altra persona da scoprire) in ogni dettaglio e di più. Ci si dorme in gran silenzio. Dicono anche che ci si mangi bene... Mi toccherà tornarci!
- Ripartire... e cosa c'è di meglio di una sala colazioni fantastica, il sole che ti bacia in fronte e un ambiente avvolgente?
- Continuare a scoprire. La storia di San Miniato si perde davvero nei secoli e oltre. Dopo il giro più classico ci sta tutta anche la scoperta dei Vicoli del Carbonai, insieme a Alessio dell'Associazione Moti Carbonari. Tante curiosità, tra storia e natura, davvero imperdibili.
- Gironzolare 2. Per farsi venire un po' di fame. Per la mostra del tartufo c'è il mercato della terra al loggiato superiore di San Domenico; i presidi slow food al loggiato inferiore.
- Mangiare. Magari scoprendo un altro bel personaggio sanminiatese, come l'oste cuoco pizzaiolo ex muratore Emiliano, della Pizzeria Demetra (fa pinsa romana con farciture super, ma anche ottimi piatti tartufosi). Il suo locale parla di lui, della sua vecchia vita e del suo ideale di felicità: far star bene i suoi ospiti facendo loro mangiare cose buone. Non vi racconto oltre, su di lui, perché il bello è sentirselo raccontare da lui.
- Gironzolare 3. Se il vostro tempo è scaduto, mi dispiace. Se ve ne è rimasto ancora, continuate a godere del vostro weekend a San Miniato passeggiando ancora per la città, alla scoperta di tutto quello che vi era sfuggito o, in tempo di mostra, a fare gli ultimi acquisti.
C'è una cosa che mi ha colpito tanto, a San Miniato, e sono gli sdruccioli. Quando sarete a San Miniato, vi capiterà di alzare o abbassare gli occhi e vedere uno dei tanti "sdruccioli". Sono delle rampe, le chiameremo noi moderni, spesso con corrimano, che fanno passare le persone da una parte più bassa a una più alta della città (ah, giusto, San Miniato è su un colle, non ve l'avevo detto)! Si chiamano così perché il rischio di sdrucciolare (ovvero scivolare e battere il didietro) è parecchio alto. Hanno un loro fascino, ciascuno ha una sua storia, sono davvero qualcosa di particolare.
Info utili
San Miniato è detta la città delle venti miglia, perché dista venti miglia (più o meno!) dalle principali città toscane: Firenze, Pisa, Lucca, Siena. Durante la mostra è molto comodo raggiungerla in treno e poi salire col pullman o la navetta. Quest'anno per la mostra 'è anche un servizio navetta offerto da Birindelli, su Mini green, su prenotazione, decisamente comodo, soprattutto per il ritorno!
San Miniato è un luogo da visitare e da vivere. Arroccato sulla collina offre un paesaggio incantevole. Ricco di arte e di storia. Chiese con opere d'arte da ammirare. L'aria è limpida e pulita. Ottimo il cibo e tanta ospitalità. Ci vado ogni volta che posso
Vero! È una cittadina incantevole, dove andare e ritornare, per scoprire sempre qualcosa di diverso e ammirare i panorami circostanti al cambiare di stagione!