
Weekend sull' Appennino Pistoiese: consigli e itinerari per camminate
Sono reduce da un weekend in coppia sull'Appennino Pistoiese. A volte la voglia di lasciare i figli a casa porta a andare alla scoperta di posti dove nasce subito il desiderio di tornare con loro, anche se non ovunque.
Per chi vive nella parte nord della Toscana, come noi, l'Appennino Pistoiese è a poco più di un'ora di distanza da casa e offre delle splendide opportunità per fare passeggiate, avventure in natura, veri e proprie trekking.
Ma andiamo con ordine...


Weekend sull' Appennino Pistoiese: dove alloggiare
Come base di partenza per camminate sull'Appennino pistoiese, ho scelto Cutigliano. Non pensavo, sinceramente, fosse un borgo così storico e così bello, anche se poco abitato e con poco turismo (soprattutto di anziani che vi trascorrono, come una volta, la villeggiatura).
Ho scelto l'Hotel Villa Patrizia perché proprio a due passi (cinquanta, va'!) dalla funivia che porta alla Doganaccia (altro luogo ricco di storia, ho capito). Quando ho scoperto che vi aveva trascorso alcuni periodi di villeggiatura il maestro Puccini, rivedendo al pianoforte, che ancora campeggia nel salone, alcune delle sue opere... Beh, ho pensato che solo in Italia abbiamo così tanta storia da lasciarla passare così, con nonscialnza...
Ma dicevo dell'albergo: è una villa storica con un bel giardino fiorito e ombroso, una grande cura per i dettagli e le persone, una buona cena, semplice, come in famiglia. Camere e ambienti comuni sono curati e hanno un bello stile, cosa da sottolineare, sull'Appennino, dove di solito gli alberghi sono il regno della decadenza.
E le passeggiate?
Sì, eccomi alle passeggiate, anche se devo prima ricordarvi di non tralasciare Cutigliano, cui vale la pena dedicare almeno un'ora di giretti e di ricerca di informazioni sulla sua lunga storia. Ma veniamo alle passeggiate quelle vere, quelle per cui vale la pena farsi un bel weekend sull' Appennino Pistoiese. E già pensare di ritornarci.
Dalla Doganaccia al Lago Scaffaiolo
Il biglietto della funivia bifune Cutiglianoo - Doganaccia ha un costo di 7 euro solo andata, 12 andata e ritorno, a persona. Il dislivello che compie in meno di dieci minuti è di quasi 800 metri, si va dai 678 metri di Cutigliano ai 1457 della Doganaccia. Si sente l'aria raffrescare man mano che si sale e in una tarda mattinata estiva è una goduria. Per salire al lago Scaffaiolo, scendendo dalla funivia si prende a sinistra e si percorre un tratto di pista da sci. I sentieri da seguire sono il 66 e, quando si arriva sul crinale, lo 00.
La distanza complessiva è di circa 8 chilometri e il tempo di percorrenza è di un paio d'ore (un po' più di un'ora all'andata, un po' meno di un'ora al ritorno). Non servono bastoncini.

I 250 metri di dislivello si percorrono tutti nel primo tratto, nel bosco. Si suda nonostante l'ombra. Poi gli alberi finiscono ed è una distesa di mirtillaie a perdita d'occhio. Da una parte le colline pistoiesi, dall'altra la pianura padana (col suo strato ben visibile di smog, ahimé). È una meraviglia, questo tratto, almeno per me. Mi evoca tanto il tragitto dal Passo Rolle alla Baita Segantini. La meraviglia è che, a differenza del laghetto su cui si affaccia la Baita Segantini, il Lago Scaffaiolo è un lago naturale. Certo, mancano le Pale di San Martino, ma c'è il Corno alle Scale che pare di toccarlo e il Rifugio Duca degli Abruzzi ha delle crostate incantevoli (e pure il corretto "al Leone").

Non nego che il pensiero che ho fatto subito è stato quello di tornarci coi bimbi, magari dormendo proprio in rifugio e salendo anche sul corno. Qui è possibile anche fare bivacco libero. È un'avventura che mi intriga, così come mi affascinerebbe l'idea di salire al lago dalla parte modenese (il Lago Scaffaiolo è in provincia di Modena, nel comune di Fanano).

Un picnic sulle rive (asciutte, in quest'estate di grande siccità) del lago è un incanto per gli occhi e un riposo per le gambe. Lascio fuggire l'ipotesi di togliermi gli scarponi, perché da lì all'idea di tuffare i piedi nelle acque del lago, il passo è breve, noi siamo partiti tardi e pare che ci sia un temporale incombente (invece no)!

Il picnic al Lago Scaffaiolo è raccontato da Marisa Salabelle nel Giro d'Italia in 70 picnic, dove, oltre a questa, troverete altre 69 idee e 69 storie da gustare sull'erba su e giù per la Penisola.
Dal Giardino Botanico dell'Abetone al Lago Nero
La camminata dal Giardino Botanico dell'Abetone al Lago Nero è decisamente più impegnativa di quella dalla Doganaccia al Lago Scaffaiolo. Doppia distanza, quasi doppio dislivello e diverse pietraie. Qui servono i bastoncini. Io, senza, mi sono fatta male a un ginocchio, nello scendere.

Il sentiero 104 che si percorre è ombrosissimo e in gran parte accompagnato dal suono delle (poche) acque del torrente Sestaione. Il terreno si alterna tra pietre che sembrano resti di un'antica via, foglie e sassi. Questi ultimi, per me, sono i peggiori. La salita è costante fino all'ultimissimo tratto, quando gli alberi lasciano spazio alle mirtillaie circondate dai monti. Riconosco la Foce a Giovo, su cui avrei un bel po' di aneddoti familiari con cui intrattenervi. Si vedono gli impianti di risalita del Monte Gomito. Raggiunto il lago (non male!) verrebbe voglia di prendere per i sentieri che si snodano dalle sue rive. Invece ci si riposa al bivacco, gestito dai volontari del CAI di Pistoia, che, a donativo, offrono pane e formaggio, vino, grappe, caffè della moka e torte cucinate sul momento.

Nonostante sembrava di essere in pochi a salire, c'è una piccola folla e un grande entusiasmo. Mi sembra un luogo ricco di amore e di cura.
E anche qui, già c'è voglia di tornare.

Per la discesa, c'è la possibilità di prendere per la Foce di Campolino e poi deviare per la Capanna dei Pastori, da dove si ricalcherà il sentiero dell'andata.
Bello, molto. Ma da fare coi bastoncini, ripete il mio ginocchio sinistro!