"Il mio sguardo si stupisce, si inchina, il mio cuore chiude tutti i cancelli, per meditare di nascosto sul miracolo. Sei tanto bella" (F. Garcia Lorca)
Prima no, prima di andare non mi ispirava per niente, se non fosse stato per il suo monumento più famoso non l'avrei presa in considerazione. Ora però lo posso dire: Sei tanto bella: Granada!
Non ho dubbi che la regina Isabella paragonasse i suoi palazzi ai chicchi del melograno incastonati come gioielli sui fianchi delle colline e ne fosse rimasta talmente affascinata da volerla tutta per sé decidendo di sferrare un attacco contro i mori del piccolo e indipendente emirato.
Fino a quel momento Granada era stata una una splendentissima città, una delle più ricche d'Europa, una ricchissima attività commerciale e una floridissima attività artigianale particolarmente specializzata nell'intarsio del legno.
Granada era un emirato arabo e divenne cristiana sono dopo che le fu sferrato l'attacco da parte delle truppe di Isabella che 'assediò proprio perché particolarmente affascinata. Durante la trattazione della resa della città da parte dei "moriscos" ai cristiani venne stipulato un patto che prometteva libertà politica e religiosa per i sudditi, che i Reali di Spagna Isabella e Ferdinando sancirono entrando in città indossando abiti da cerimonia arabi.
Ma i Reali non mantennero fede alla loro promessa e ben presto gli ebrei vennero isolati nel quartiere del Realejo e i mussulmani nell'Albayzin.
La ricchezza, la magnificenza, lo splendore si respirano ovunque a Granada, appena scesi dall'autobus si capisce dove bisogna andare attirati dal profumo di regalità che aleggia ovunque. La strada principale è piuttosto caotica, La cattedrale, il quartiere attorno alla cattedrale, le zingare gitane che ti corrono incontro con un rametto di rosmarino.
Al contrario di quanto successo a Valencia, qui siamo arrivati con la luce del sole a cercare il campeggio. In realtà la scelta s'è fatta da sè. A Granada ci sono 4 campeggi tutti più o meno equidistanti dal centro, condizione essenzionale per noi. Tutti con piscina, condizione essenziale per noi, ma il campeggio Sierra Nevada è stato il primo che abbiamo incontrato sulla nostra strada e anche quello recensito dai camperisti di cui avevo letto i diari di viaggio. Non ci siamo dati tanto pensiero, alla fine il nostro interesse per questa città, inzialmente era solo per l'Alhambra e il fatto che ci fosse la piscina per aiutarci a superare le temperature torride dell'Andalusia era più che sufficiente per farci fermare.
La scelta si è rivelata senza lode e senza infamia. E' stato un campeggio pluripremiato negli anni, come eccellenza dell'accoglienza, dispone anche di un motel per chi non campeggia, e soprattutto ha tantissima ombra, altra condizione di non trascurabile importanza quando si viaggia con una tenda o con una maggiolina. Di fronte al campeggio un supermercato gigante "Al Campo" che èà una vera manna per chi come noi viaggia senza avere la certezza del frigorifero, per poter avere a disposizione qualsiasi tipo di genere alimentare, la piscina con ingresso a pagamento al prezzo simbolico di € 1.80, il bar e il ristorante. I serzizi sono enormi e dispongono di tantissimi wc e lavandini, in stile anni '70, ma puliti e quasi mai otturati (cosa abbastanza frequente nei campeggi per via del poco rispetto che alcuni hanno delle attrezzature disponibili a tutti.
Il Wifi è gratis nella zona reception, non è un gran wifi, ma ci ha permesso di avere alcuni minuti ininterrotti di collegamento Skipe con casa. Invece la particolarità di questo campeggio è che dotato di una bella zona di campi di PADEL. Il Padel è una specie di sport nazionale spagnolo, un misto fra il tennis e il tamburello che viene praticato in un campo che potrebbe sembrare quello da tennis, circondato da pareti trasparenti che servono per far rimbalzare la palla durante il gioco.
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