Istoria dello più grande museo d'Italia a cielo aperto...
Camminando di qua e di là dal tempo, volli finire un giorno a contemplare lo locho che più de tutti fecemi sobbalzar lo core: Giano dell'Umbria.
Ve lo racconterò partendo da dove tutto ebbe inizio...
In su lo colle presso 'l monte Martano, in mezzo a la selva più ombrosa, li popoli che addomesticarono l'Europa intera partendo da la città de li 7 colli si narra che passarono di presso tracciando una de le strade a loro care per lo controllo de lo territorio...
E forse rapiti dallo scenario naturale che li occhi rimirarono, pensarono bene di spostarsi, colle dopo colle, fino a prescegliere lo locho ove interpellare lu Nume delle porte, per chiedere l'auspicio di poter un giorno edificare...
Giano bifronte forse venne ospitato in sommità, ma niuna traccia oggi parla di lui...
Ipotesi fondata sur le consuetudini de lo tempo è che su li resti pagani de lo templo, operosi christiani edificarono la pieve oggi anchor sede de la Parrocchia de lo Santo Michel Arcagnolo...
Di poi lo castello e l'altra iglesia furon edificati, e di qua vi racconterò di homini incredibili che pur minimi aleggiano nell'aere dell'italico territorio...
Come di Felice vescovo del Vicus Martis che scavallò lo monte per predicare nelli terreni che oggidì ospitano l'abbagliante construtio dell'abbazia benedettina ad ello dedicata...
Sur lo colle accanto, tradizion volle che lo Puer Apuliae trovossi colì disperato per la perdita de lo suo fido Falco, e di lì rimirando la valle lo scorse in sul monte de la Penna rifondando così el borgo che da quel giorno volle chiamossi Montefalco. Castagnola ne fece vanto e d'allor passò di mano a' tuderti, fulignati e spuletini, custodendo intra le mura scrigni di incalcolabil bellezza.
Ancor sur la Flaminia vetusta resta l'avanposto de lo Comune ditto Montecchio, che hospita mirabil iglesia e borgo petroso di fascino maravilioso...
E di presso ancor prima Rufione liberto de Roma volle instaurare la propria dimora: una villa con tanto de terme e aggi varii...
Scendendo a valle potrebbi raccontar de le gesta de lo Bastardo che, per far tacere lo padre di nobil rango, ricattollo ottenendo l'hosteria sur lo posto de lo cambio de li cavalli in uso tra le romaniche jenti...
Ivi trovossi lo ponte detto de lo Diavolo perchè... ma 'ndo diavolo vorronno annà 'sti romani co' esso, pe li campi?
Invitovvi a codesto punto a rimirar li campi: mai occhio vide alberi siffatti semperverdi produrre frutti che nel sen custodiscono l'oro de li contadini ch'amabilmente lavorono nelli mulini copiosi che ivi trovossi, di tanto in tanto...
E castelli, rintracciabili qua e là intra le dimore d'oggi, com'a Moriano e Morcicchia, che del diruto ha l'impressione, ma che fratel vento et spiriti fan divenire momento d'inspirazione at homini gentili che di qua passon a rifocillar l'anima...
Parole vorrei usar pel fortilizio detto de Clarignano, che genti de l'Allemagna studionno coll'Universitade de Taurino ipotizzandolo estrema clausura di una linea di cesura di una valle anchor ricordata come Normandia edificato colli resti de le fabbriche che li Saracini fedeli allo segundo Federigo imperator eressero per dividere li fedeli de terra da quelli de spiritu...
Discendendo verso lo locho de partenza, parlerovvi di uno borgo contemporaneo raccolto intorno ad una Iglesia piccola e gentile che fedel appellonno a Santa Lucia.
Di qua si giunge da la vecchia sentinella, che più e più tempi et ere et genti vide passare: e che anchor oggi racconta a li passanti chello che li sui occhi han visto in questo infinito momento de lo suo attendere che la vita scorra...
Giunti ne' pressi del borgo, invitovvi a sparir di parole ed a sentir lo core: ivi, dirimpetto la porta de Spoleto, v'era un humil fraticello, che lo mondo appellò Jordano.
In honor de le su' gesta in terra germanica, dove portò la parola de' lo poverello d'Assisi, i di lui concittadini e confratelli eressero mirabil edifizio adornato colli affreschi di mastro Giovanni di Corraduccio, con pietre et stucchi degni de le più grandi fabriche de lo munno. E continuollo ad ingigantillo collo convento e coll'innalzamento ch'el cambio di gusto imbarocchito esigette ne lo secolo de li lumi.
Di lui poco si sa, et Roma culpevolmente poco celebrollo, ma a riparar presto la falla lo storico Felice porrà rimedio, e tutti attendollo con trepidatio...
Tornerò di dove venni e dove sto non prima d'avervi rammentato le parole chel vecchio fusto di Casariccio porta seco: