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Trippando - blog di viaggi di Silvia Ceriegi
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La ricerca del Tartufo nel Monferrato e 10 consigli per diventare un buon trifolaio

Novembre 20, 2014

La bellezza di Birba è disarmante, occhi vispi, pelo lungo e lucido prevalentemente bianco con qualche piccola chiazza di rosso terra di Siena sul simpatico musetto.
Un viso dolce e la vivacità che non riesce a contenere per la giovane età. Eppure non è lei la protagonista principale di questa storia, ma è anche grazie a lei se oggi sono in grado di poterla raccontare.

Birba cerca di sfuggire alla macchina fotografica
Birba cerca di sfuggire alla macchina fotografica

Cercare tartufi per il Sig. Giorgio e per la sua briosa canina è una passione più che un mestiere, si vede e si sente dalle parole e dai toni che utilizza quando parla di questa attività che può diventare logorante ed estenuante durante la stagione di raccolta.

Certo loro la fanno sembrare quasi una cosa facile.. “Birba, cerca cerca… cerca” e lei trova!

Mah, dico io come si fa veramente a diventare un buon trifulau degno di questo nome?
Il Sig. Giorgio ha cercato di rispondere alle mie domande, ma io sono ben lungi da poter andare a cercare il prezioso fungo ipogeo, posso però redigere il DECALOGO del BRAVO TARTUFAIO:

  1. Avere un BUON CANE, uno in grado di trovarli i tartufi! Ma pochi cani nascono tartufai esperti, più che altro vanno addestrati.
    Bene e come?
    Vengono nutriti con croccantini bagnati con olio al tartufo e tenuti un pochino a dieta in modo da spronarli a procacciarsi il cibo da soli, in questo caso il tartufo. Vi posso assicurare che il miglior amico dell’uomo non viene fatto morire di fame, anzi, sicuramente è più in salute dei cani casalinghi che tendiamo invece ad ingozzare perché sembrano sempre affamati, quando in realtà sono semplicemente ingordi.

    Alla ricerca del Tartufo
    Alla ricerca del Tartufo
  2. Capire il proprio CANE. Non è sufficiente che il cane sia addestrato a cercare i tartufi, dovete essere in grado di capire quando ve ne sta indicando uno.
    Come? Esperienza soprattutto e conoscere il proprio cane e il suo modo d’ammiccare.
  3. MAI fuori stagione. Esistono  calendari di raccolta riferiti alle differenti specie di Tuber e che sono variabili per ogni regione in cui si possono trovare tartufi. Noi siamo andati alla ricerca del Tartufo estivo, ovvero lo Scorzone dal colore nero e dal profumo delicato.
  4. La QUALITÀ . Alcuni tartufi non sono commestibili. Come riconoscerli? Beh, il modo più semplice è quello d’usatre l’olfatto. Hanno un odore sgradevole, decisamente più forte e quasi acidulo. Questi però non vengono buttati, ma bensì usati per addestrare i cani.

    Esempio di tartufo non commestibile
    Esempio di tartufo non commestibile
  5. Il PATENTINO. Per poter cercare tartufi è necessario possedere un tesserino, ottenibile solamente dopo aver sostenuto un apposito esame e che deve essere puntualmente rinnovato mediante il pagamento di una tassa annuale.
  6. Conoscere il TERRITORIO. Questo è sicuramente un requisito fondamentale, perché ci sono tartufi che crescono sempre nel solito punto, anno dopo anno o zone che non producono buoni tartufi nonostante tutti i presupposti del caso. Essere a conoscenza di questi piccoli segreti agevola notevolmente la ricerca e consente al trifulao di non perdere tempo che mai come in questo caso è denaro.
  7. Gli ALBERI. Il tartufo si forma esclusivamente mettendo in atto un azione simbiotica con le radici delle piante, ma non tutte le piante sono adatte ed alcune in particolare sono in grado di far nascere il pregiatissimo tartufo bianco.
    Quelle del nostro boschetto erano per lo più pioppi tremuli e noccioli piemontesi dai prelibati frutti trilobati.
  8. La PICCOZZA e il BASTONE. Spesso il tartufo è posto molto in profondità, per questo è necessario avere sempre con se una piccozza che consenta di scavare agilmente e velocemente la terra liberando il profumato e squisito fungo. Il bastone invece serve, oltre che per muoversi agevolmente nel bosco, ad indirizzare il cane verso quei punti strategici precedentemente citati.
    Nel caso di Birba il solido bastone serviva a catalizzare la sua attenzione  in una zona da lei abilmente indicata ma che a causa dell’irruenza dovuta alla sua giovane età perdeva con facilità in quanto distratta dai profumi e dai rumori del sottobosco (oltre che dalle nostre amorevoli attenzioni).

    La piccozza usata per scavare il tartufo
    La piccozza usata per scavare il tartufo

     

  9. La MUSERUOLA. Contrariamente a quanto si possa pensare, questa non serve per impedire al cane di mangiare il prelibato Tuber, ma di salvarlo dalla spietata concorrenza di altri cercatori i quali “accidentalmente” lasciano in giro bocconi avvelenati per mettere fuori gioco i cani migliori.
  10. La PASSIONE. Cercare tartufi è faticoso.
    Quando la stagione è buona praticamente non esistono momenti di sosta e fare il trifulao vuol dire partire all’alba tornare per cena, riposare qualche ora per ripartire nuovamente all’alba, se non prima.
    Capite bene che senza la passione questo è un lavoro che non è possibile fare.
Due differenti varietà di tartufi estivi
Due differenti varietà di tartufi estivi

Dopo questi 10 punti cercare tartufi sembra facile, e vi assicuro che sembra ancora più facile vedendo il Sig. Giorgio e Birba che si spostano felici nella radura del piccolo boschetto sotto casa.

Ma il proverbio insegna che tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare e questo mare è quasi un enorme oceano, perché in realtà serve un’infinita esperienza per trasformare questa passione in un vero e proprio lavoro.

Io come amante dei tartufi preferisco mangiarli che cercarli, ma senza alcun dubbio questa è un’esperienza che consiglio vivamente a tutti gli appassionati del settore. Una cerca del tartufo vi rimane nel cuore e vi aiuta ad apprezzare ancora di più l’intenso ed unico sapore di questo tesoro sotterraneo.

Se siete curiosi di provare la Cerca del Tartufo, sappiate che ci sono molti trifulai che saranno felici di farvi vivere questa esperienza, io qui vi metto il numero di telefono del Sig. Giorgio di Gabiano che potete contattare se vi trovate nel Basso Monferrato Casalese:
+39 339 7111506

Ringrazio dunque il Sig. Giorgio per la disponibilità, i suoi bellissimi cani per l’allegria, la sua famiglia per l’accoglienza e la Sig.ra Valeria Fazio d’Idea Tour per avermi organizzato questa bellissima e stimolante avventura.

Scorzone
Scorzone

Vi lascio infine con alcuni consigli e alcune foto della raccolta di questa stagione del Sig. Giorgio:

Conservazione del Tartufo:
Lavare bene il tartufo con una spazzolino sotto l’acqua fredda.
Asciugarlo amorevolmente con della carta da cucina e conservarlo in frigo in un contenitore ermetico.
Cambiare spesso la carta, il tartufo è molto umido e potrebbe ammuffire.

In cucina:
Ci sono alcuni cibi in grado di impregnarsi dell’intenso profumo del Tartufo, potete dunque sfruttare questa capacità per rendere più gustosi i vostri piatti.
Mettere il tartufo in un contenitore ermetico (sempre avvolto nella carta) con delle uova o con del riso.
Nel primo caso potete conservarle in questo modo per giorni, ma fate attenzione al riso.
Questo infatti è famoso per assorbire l’umidità e quindi è sconsigliato tenerci il tartufo dentro per più di qualche ora.
Una volta che i vostri ingredienti si saranno sufficientemente insaporiti cucinateli come più vi aggrada e a fine cottura cospargeteli con scaglie di tartufo ottenute grazie ad un pelapatate.

Tartufo bianco stagione invernale 2014
Tartufo bianco stagione invernale 2014
Tartufi bianchi di "piccola taglia" ma di grande sapore
Tartufi bianchi di “piccola taglia” ma di grande sapore
Due bellissimi esemplari di tartufo bianco vengono sottoposti a pesatura
Due bellissimi esemplari di tartufo bianco vengono sottoposti a pesatura

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Categories: italia, piemonte Tags: #feelingoodmonferrato, tartufo

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